Dopo i primi due episodi introduttivi, ritroviamo lo schema narrativo classico di Supernatural, cioè che accanto alla grande minaccia di distruzione del mondo c’è la lotta ai mostri di tutti i giorni. In Patience ritorna la caccia vera e propria, oltre a dei graditi ospiti, Jody Mills (Kim Rhodes) e Missouri (Loretta Devine). Il mostro della settimana è un Wraith (Jon Cor), cioè un essere soprannaturale che campa nutrendosi di liquido cerebrale umano. Questo particolare Wraith, però, ha un debole per le persone con poteri psichici, il che lo conduce dritto sulla strada dei fratelli Winchester.
Ancora alle prese con la questione Jack, Sam decide di non seguire il fratello in questa nuova avventura, ma di rimanere al bunker per provare ad insegnare al neo erede infernale a controllare i suoi poteri, con ovviamente la speranza che questo lo aiuti a riportare indietro la madre. Le lezioni non vanno esattamente bene. Jack è un ragazzo che ha pochi giorni di vita e si porta già sulle spalle un fardello che nessun essere umano potrebbe comprendere anche se campasse cento anni. Il padre è il simbolo vivente del male, la madre è morta e il nonno è assente. Chiunque avrebbe dei seri problemi di inserimento nella società con queste premesse.
Nel frattempo la coppia Dean-Jody è alle prese con la promessa fatta a Missouri, che si sacrifica per salvare la vita al figlio e alla nipote. In un primo momento trovano molto complicato farsi ascoltare da James (Adrian Holmes), ma quando anche lui capisce che il suo risentimento verso la madre mette in pericolo la vita della figlia, accetta di buon grado il loro aiuto. Patience (Clark Backo), a sua insaputa dotata di poteri psichici, viene rapita dal Wraith. Ovviamente Dean, da perfetto eroe classico, riesce a salvare la donzella, non senza una buona dose di paura (la presunta morte di Jody ha scatenato in me emozioni che pensavo sopite dalla dipartita di Charlie, ergo, non è stato carino!).
Il confronto tra Dean e Jody mette in risalto la negatività che pervade il maggiore dei fratelli Winchester. La morte, o presunta tale, di tre persone a lui care (sì, compreso Crowley), ha gettato il talentuoso hunter in un baratro di disperazione. Nella sua mente, questo stile di vita può portare solo ad una morte prematura e violenta. Salvare le persone o il mondo, concetto che vediamo ancora vivo però in Jody, non è più lo scopo principale, ma lo è sopravvivere e proteggere le uniche persone care che ti sono rimaste. E’ una conseguenze naturale di quello che è successo.
Sam, al contrario, è colmo di speranza. Per sua stessa ammissione, sa benissimo cosa vuol dire dover combattere contro la parte più oscura di noi stessi, soprattutto se viene ampliata da influenze infernali, ed è cosciente del fatto che alla fine le cose, in un modo o nell’altro, volgono sempre per il meglio. Mentre Dean dalla loro esperienza ha assimilato prettamente la parte negativa, Sam si è concentrato su quella positiva. Su questa contrapposizione si basa tutta la stagione e sarà proprio questo conflitto ad influenzarne le sorti.
La rinascita di Cass sarà sufficiente a smussare un po’ gli angoli della tendenza negativa di Dean? Staremo a vedere.
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Stay tuned