In un bellissimo pomeriggio ventoso a Riverside Park, un violinista suona una musica di sottofondo durante il photo shoot di TimeOut con la star di Younger, Sutton Foster, che si mette in posa su uno spiazzo erboso. È come essere in una cartolina di una incantevole New York – fino a che la Foster non si rende conto che sta per schiacciare una… cacca di cane, e a quel punto si torna alla realtà. Ma la due volte vincitrice di Tony Award rinuncia al momento da diva e ride dicendo “Ho un cane, quindi ci sono abituata“. Già, si potrebbe dire che questa donna che abita nell’Upper West Side di New York è una con i piedi per terra, soprattutto se pensiamo che è una persona che si è fatta un nome da circa due decadi sia sul palco che sullo schermo (è apparsa per la prima volta a Broadway nel 1996, all’età di 21 anni, in Grease). Di persona è incredibilmente giovanile, un po’ come il suo personaggio di Younger, Liza, una madre quarantenne che fa finta di avere 26 anni e naviga nel mondo dell’editoria ed in quello degli appuntamenti a Brooklyn.
Possiamo parlare di come la morte di quel farabutto di Thad nella seconda stagione sia stata un momento così pieno di tensione?
È stato uno shock per tutti noi! La maggior parte dei nostri episodi sono a tema libri, e la morte di Thad è stata inserita nel nostro episodio Game of Thrones. C’era l’idea che qualsiasi personaggio sarebbe potuto morire da un momento all’altro. C’è un tono bizzarro: le relazioni sono radicati nella genuinità, ma le circostanze sono spesso estreme.
Una delle cose che mi piace di più di Younger è che c’è un tema ricorrente di donne che supportano altre donne.
Questa è una delle cose che amo così tanto della prima stagione: le amicizie tra donne sono formate senza secondi fini. Nessuno cerca di distruggere qualcuno. È una cosa che non viene mostrata spesso nel mio settore. Ma a livello creativo, sento di essermi circondata da donne incredibilmente stimolanti e fantastiche che fanno sì che io voglia migliorare. E non augurerei loro nient’altro che grandi cose.
La tua interpretazione di una “millennial” è cambiata dopo aver fatto finta di essere una di loro nello show?
Credo di sì. Una delle cose che ammiro di più dei “millennials” è che loro celebrano l’individualismo e la loro singolarità è incoraggiata. Essere diversi vuol dire essere belli e non strani. Mentre crescevo, tutti si vestivano in modo uguale. Dovevi avere pantaloni a zampa e tacchi grossi. Adesso, soprattutto nella moda, qualsiasi cosa è considerata stilosa finché ti senti a tuo agio.
Se potessi di nuovo avere 26 anni in una NYC di oggi, vivresti in modo diverso?
Cercherei di rilassarmi di più. Avevo molta ansia, soprattutto a livello sociale. Credo che molte persone sulla ventina si sentano in quel modo.
Sta descrivendo me, in questo momento. Ho 25 anni.
È un periodo tumultuoso! Stai cercando di capire quale sarà la tua carriera e prendi decisioni da sola. Io tornerei indietro e direi a me stessa di darmi una calmata! Andrà tutto bene. Devi soltanto superarlo. Adesso sono più felice di quanto non sia mai stata, e sono entusiasta di essere nei 40 anni.
Non sembra proprio che tu abbia 41 anni.
L’età è solo un numero. Nella mente penso ancora di avere 26 anni. Ho da poco notato che alcune delle mie password avevano ancora il numero 26 perché sono state create quando avevo 26 anni; adesso le ho cambiate.
Parliamo del reboot di Gilmore Girls. In che modo tu ne sei coinvolta?
Sono in uno dei quattro episodi, diciamo che è un bellissimo e favoloso cameo. Sono diventata molto amica di Amy e Dan [Sherman-Palladino] quando abbiamo lavorato insieme in Bunheads. Quando hanno deciso di fare il revival, mi hanno detto che avrebbero scritto qualcosa per me. Gilmore Girls è la mia serie preferita di tutti i tempi, quindi la mia testa è esplosa. A Stars Hollow fanno un musical cittadino per i turisti ed io sono una dei partecipanti. È molto divertente. Jeanine Tesori [compositrice del musical Fun Home] ha scritto quattro canzoni per lo show.
Stai anche per partecipare al revival di Sweet Charity [a partire dal 20/11] fuori Broadway. Che nuova interpretazione apporterai?
Lo show è stato impostato negli anni ’60 e adesso stiamo cercando di riscoprirlo per il 2016. Il cast è formato da 12 persone ed il teatro ha 200 posti. È un grosso rischio prendere un classico e rovesciarlo completamente. Il mio personaggio, Charity Hope Valentine, è illusa nelle sue speranze nei confronti dell’amore, e credo che un sacco di persone possano ancora immedesimarsi in questa cosa.
Cosa ne pensi di tutti questi rifacimenti, sia al cinema che in TV ed in teatro?
Io sono una fan degli originali e dei classici, ma sono anche fan delle nuove idee. Nei musical teatrali lo facciamo, trasformiamo i film in musical. Tuttavia i grandi show di questi ultimi 10 anni sono stati delle nuove idee, come Book of Mormon e Hamilton. Credo che nei film le persone abbiamo paura di prendere dei rischi creativi.
Hai fatto musical teatrali a New York sin dagli anni ’90. Com’è cambiata la scena?
Sento che sta diventando più bella! È vero, ho sempre pensato che i musical teatrali fossero belli, ma i “millennials” li hanno resi ancora più belli. Una volta gli artisti erano un mistero, mentre adesso si possono vedere interviste e si può andare nel dietro le quinte nei camerini degli attori – si ha semplicemente la sensazione che tutto sia più vicino e più mainstream.
Preferisci stare sul palco o sullo schermo?
Spero sempre di avere il privilegio di fare entrambe le cose. Esibirmi dal vivo farà sempre parte della mia vita. Non avevo mai pensato che sarei stata in TV, ma dopo due grandi esperienze, posso dire onestamente che lo amo. Imparare una nuova arte è stato fantastico, soprattutto quando, con l’avanzare dell’età, senti che quello che stai facendo è sicuro. Ma ci ho provato e adesso ho questa nuova fiducia in un mondo che finalmente capisco.