Seconda parte della premiere di queste stagione di The 100, con “Wanheda: Part 2” la serie procede spedita e le cose si fanno ancora più intriganti. I sentori di una guerra sono sempre più forti e in più ci sono un sacco di sorprese che non mi sarei mai aspettato.

La storia della City Of Light mi ha fatto in parte ridere, scoprire che dipende tutto da un chip che sembra una caramella capace di portarti in un’altra dimensione?! Mi sento leggermente confuso e persuaso su questa storia ma Murphy che se ne va a gambe levate è una cosa che avrebbe fatto chiunque, contando anche Emori che sgozza il tizio. È una piccola parte dello show che per ora non riesce a dirci niente, ma poco importa visto tutto il resto.

La seconda puntata di The 100 mette in ballo un sacco di cose, introducendo nuovi personaggi e facendone tornare altri. Rivediamo Ryko, il grande amico di Lincoln, ferito a morte dalla Ice Nation. Portarlo al Monte Weather porta un sacco di conseguenze e certezze. Jasper ha bisogno di andare avanti e ancora ne avrà di strada da fare. Abby e gli altri si rendono conto di quanto possa essere utile Monte Weather per migliorare la vita ad Arcadia ed è una visione comune con i grounder, come lo stesso Ryko, curatore del clan, che ha capito che le cose sono cambiate completamente da quando i 100 ragazzi sono atterrati sulla Terra.

Visione che non condivide il gruppo di Pike, ex membri dell’Arca atterrati molto lontani da loro. Sono finiti nella Ice Nation e quello che hanno visto ha portato al loro credo estremo che non ci possa essere pace tra grounders e sky people. E il gruppo lo dimostra numerose volte, semplicemente parlando, già quando incontra Bellamy, Kane e Monty che ritrova sua madre mentre suo padre è morto (classico, anzi gli è andata bene). E non ho dubbi che le parole presto si trasformeranno in fatti e che questo odio viscerale del gruppo di Agricola degeneri totalmente.

Tutto il resto è cuore della puntata, gli attimi più belli, con Clarke che inizia a conoscere Roan, dopo aver tentato innumerevoli volte di scappare, scoprendo i loro punti comuni e le scelte differenti che hanno preso. Roan è stato cacciato dal suo popolo mentre per Clarke è stato frutto di una sua decisione che Roan stesso non comprende. L’unico che comprende bene questa cosa è Bellamy e ci viene mostrato quanto il loro legame, levando tutte le ipotesi amorose che si possano fare, sia saldo. Parlo di amicizia e fedeltà, del sacrificarsi in tutto per salvare l’altro. Clarke dall’essere irremovibile con Roan, lo prega con tutte le parole possibile di non uccidere Bellamy, promettendogli di fare qualunque cosa le chieda. Bellamy, nonostante sia ferito gravemente, non vuole demordere per salvare Clarke, dato che ci era andato così vicino. Sono rapporti deleteri, con tanta sofferenza e poche gioie tra protagonisti, ma così ben fatti e naturali che non si trovano in tutti gli show, ed è questo uno dei punti forti della serie.

Ma alla fine ci viene mostrata anche l’altra parte della medaglia, con l’infedeltà, quella di Lexa nei confronti di Clarke. A parte scoprire che Roan è un principe della Ice Nation (probabilmente il figlio della Ice Queen), sta usando Clarke non come merce di scambio per ritornare nelle grazie della sua terra natia, ma per farsi aiutare da Lexa in questo. Non immaginavo il loro incontro così presto, la reazione di Clarke invece era prevedibile, era l’unico scambio di saliva che potevamo aspettarci. Il ritorno di Lexa apre un sacco di prospettive interessanti e per chiudere la puntata è stato perfetto. Una vera chicca finale che allunga l’elenco delle cose che potranno accadere nelle prossime puntate. Se le premesse sono queste, mi sa che ci aspetta un’altra grande stagione di The 100.

Vi lascio con il promo della prossima puntata che aumenta la curiosità e vi invito a passare dalla pagina di The 100 Italia per ogni aggiornamento su questo fantastico show.