Dopo una corsa lunga sei stagioni, The Americans chiude con classe e eleganza una storia che ci ha fatto appassionare come pochi sul periodo della guerra fredda, quando il mondo era diviso in due uniche fazioni, USA e Russia.
Nel finale di The Americans, Philip e Elizabeth sono costretti a fuggire definitivamente dal paese dove hanno vissuto più di 20 anni, dove hanno cresciuto due figli e si sono costruiti una vita (specialmente Philip). Presa Paige, vengono scoperti da Stan che finalmente ha capito la verità ma li lascia andare lo stesso. Decidono per strada di lasciare Henry lì in America, dato che è ancora ignaro della vera identità dei genitori. Ma poi arriva la scena più scioccante di tutte, quando sono tutti e tre sul treno diretti per il Canada e Paige poco prima di superare il confine, scende dal treno lasciando per sempre i suoi genitori che probabilmente non la rivedranno mai più.
È stato chiesto ai due protagonisti come è stato costruire questo finale e cosa hanno provato quando hanno scoperto il destino finale dei loro personaggi.
Da quanto tempo sapevate il destino dei vostri personaggi?
Keri Russell: Joe Weisberg e Joel Fields probabilmente lo sapevano da anni quale sarebbe stata la fine di questa storia e dei nostri personaggi. Ma noi non ne avevamo idea fino a quando non abbiamo letto lo script della puntata finale, quando già avevamo filmato metà di questa stagione.
Come avete reagito?
Keri Russell: Stavamo girando a nord della città e io avevo qualche ora libera prima di cena. Così ho deciso di andare a mangiare in un ristorante e portarmi lo script che ancora non avevo letto per portarmi avanti con il lavoro. Ordino un enorme bicchiere di vino rosso e inizio a leggere mentre aspetto che mi sia servita la cena. Ho avuto serie difficoltà a nascondere le lacrime quando ho letto come sarebbe finito tutto. È stato devastante perché è stata la punizione più dura in assoluto per i nostri personaggi. Ma naturalmente ho amato il finale e come si sono svolte le cose.
Matthew Rhys: Ero su un treno in viaggio verso Washington D.C. Ho pianto tantissimo pure io ma trovo che sia stato il finale più adatto possibile. Sapevo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare per la sopravvivenza dei nostri personaggi ma non avevo realizzato quanto sarebbe stato devastante.
Ormai è un trend provato quello di fare le cose in grande verso la fine di una serie, con esplosioni e un sacco di gente morta. Ma incredibilmente in The Americans nel suo finale non è stata versata una goccia di sangue, ma il destino dei loro protagonisti sembra quasi peggio della morte.
Keri Russell: Assolutamente vero. Nella prima stagione, la situazione era molto movimentata, tra sparatorie e uccisioni varie. Ma alla fine la serie ha preso anche un’altra direzione, quella di sviluppare il rapporto umano tra i protagonisti e tutte le persone che hanno incrociato la loro vita durante le stagioni. Il ritorno in patria ha esaudito più il pensierio di Elizabeth che di Philip in un certo senso. Ma il prezzo di questo ritorno è stato altissimo. Ci sono fatalità peggiori della morte e questo finale ne è l’esempio perfetto.
Ricapitolando, Philip ed Elizabeth non vedranno più i loro figli, Philip ha perso pure l’unico amico che aveva (Stan) e Elizabeth si è lasciata in malo modo con Paige dopo la discussione in cucina dell’episodio precedente. Il fatto che i due protagonisti dovranno per sempre convivere con queste cose sembra proprio lo spirito di The Americans.
Keri Russell: Questo è quello che amo. Pur se stiamo parlando di una serie sullo spionaggio e tutte le sue derivanti, in qualche modo si ritorna sempre sulla storia del matrimonio. Sono storie che hanno valore e rimangono impresse nella mente. Anche questo finale è sempre una storia che si basa su dinamiche familiari. E non è tutto questo tremendamente doloroso? Philip ha rovinato per sempre la vita a Stan con il suo tradimento, Elizabeth dovrà convivere per sempre con la orribile idea che Paige si è fatta di lei. Sono cose che fanno male e difficilmente spariranno.
Elizabeth ha mentito a Paige riguardo la natura del suo lavoro, come il sesso e uccidere persone. Lo ha fatto per proteggere Paige o perché lei stessa non aveva il coraggio di affrontare le orribili cose che ha fatto per il suo lavoro?
Keri Russell: La risposta è più semplice di quanto si possa immaginare. Quello che Philip e Elizabeth facevano, era un lavoro altamente specializzato, che ha richiesto decine di anni di allenamenti. Entrambi pensavano che Paige avrebbe fatto cose completamente opposte a loro. Si aspettavano che fosse allenata semplicemente per entrare a lavorare in qualche ufficio di un senatore e doveva solo passare notizie o qualche documento sottobanco. Avevano immaginato una vita completamente diversa per Paige, non pensavano che i loro lavori si sarebbero incrociati, facendo correre un enorme rischio alla loro figlia.
Ci sono stati un sacco di momenti forti nella puntata ma niente batte voi che vedete Paige fuori dal treno prima di lasciare gli Stati Uniti. Come è stato girare quella scena sul treno?
Keri Russell: È tutto quello che amo in una storia. Il nostro lavoro è un vero circo. Ci spostiamo in continuazione e trovo emozionante le scene girare su un veicolo in movimento, come una macchina, un treno o un aereo, aggiungono qualcosa in più. Quindi il treno che porta via Paige da loro è qualcosa di veramente straziante. Senza contare lo sguardo di Paige, dove non versa una lacrima. Ci guarda soltanto come per dire “io rimango qua”. Per Elizabeth è qualcosa di devastante, specialmente dopo aver perso anche Henry poco prima. Girare la scena è stato molto difficile. Eravamo su un treno vero, ci stava il doppio di persone della troupe, era tutto molto caotico.
Matthew Rhys: È stato molto stressante poter girare quella scena. E avevamo solo uno shot possibile per cogliere quel momento con Paige, dato che il treno era in movimento. Quando sai che puoi girare la scena più volte, sei molto rilassato perché sai che puoi provare in diverse maniere la scena. Qui è stato come un lampo ma è stato un momento meraviglioso e siamo riusciti a dare del nostro meglio.