The Americans – Recensione 2×03 – The Walk In
Do you feel better?
Queste le parole che Elizabeth rivolge al marito, Philip, una volta saputa la notizia di una missione che dovranno svolgere fuori città e che il Centro terrà d’occhio i figli in loro assenza. No, non c’è assolutamente da stare tranquilli e The Americans è maestro nel trasmettere queste sensazioni di tensione e ansia, come se il pericolo fosse dietro l’angolo pronto ad esplodere in faccia alle nostre care spie russe. E probabilmente, anzi senza probabilmente, sarà così, prima o poi.
Paige, continua più determinata che mai le sue indagini sulla sua famiglia e sulle losche azioni dei genitori, e nessuno può levarle dalla testa che nascondano qualcosa. D’altronde non è scema, e la reazione che ha è semplicemente naturale e intelligente, e in fondo se interpretasse la figura della figlia finta tonta in una spy story non sarebbe credibile. Quindi diciamolo: Paige non è Dana!! (per quanto io la trovi odiosa, è più forte di me!). Stranita dal fatto che nella sua famiglia ci sia solo un parente, la Zia Helen, che non ha mai conosciuto, decide di recarsi da lei e vedere di persona di cosa di tratta. Si sa che, Madre Russia pensa a tutto nei minimi dettagli, e Paige trova una donna che la scambia per un’altra ragazza fingendo di avere l’Alzheimer. I dettagli sono tutto, e la foto di Elizabeth con la figlia non poteva mancare. La ragazza torna a casa sconsolata e a bocca asciutta e in più si becca anche una bella ramanzina da Philip, questa volta in versione padre – poliziotto cattivo, che le ricorda quanto le bugie non siano ammesse questa famiglia, e di quanto sia fortunata ad averne una. Un momento, ma la famiglia Jennings non è basata su un’enorme bugia a sua volta? Philip è evidentemente spinto dalla voglia di proteggere la figlia.
Sul fronte Elizabeth si svolge la parte più bella dell’episodio, volta a inscenare quello che succederebbe ai loro figli se da spie super letali divenissero vittime. Il suo intreccio si snoda tra passato e presente, con l’utilizzo di flashback direttamente dal 1966. In essi, è possibile osservare Elizabeth e la moglie di Emmett, Sandra, compiere una missione, al termine della quale lei le chiede un favore, ossia di consegnare una lettera ai figli nel caso le succedesse qualcosa. La donna è mossa dalla volontà di far sapere ai figli la verità, e quindi le loro origini, le reali attività dei genitori e via dicendo. A Elizabeth spetta quindi tale compito, ma più che altro la decisione riguardo se consegnarla o meno. Si reca dal ragazzo sotto le mentite spoglie di un’assistente sociale e tocca con mano il risultato di quello che teme possa accadere ai propri figli. Il ragazzo, come è facile immaginare, è semplicemente distrutto e, nel dolore, si colpevolizza di ciò che è accaduto. Da ciò la scelta che deve fare Elizabeth: conoscere la verità lo aiuterebbe o meno? Lei stessa afferma che ferite del genere hanno bisogno di tempo per guarire, se mai lo faranno, soprattutto quando non si conoscono i perché ma nonostante ciò decide di non dirgli nulla e allo stesso tempo fa ciò che è meglio per la Causa, e distrugge la lettera. Tutto ciò sottolinea ed evidenzia quanta strada abbia fatto Elizabeth, e la sua grande evoluzione, da spia del KGB dedita alla Causa e a Madre Russia a madre ansiosa preoccupata di fare un passo falso e mettere in pericolo i propri cari. E questa cosa la si nota anche tramite i flashback che mostrano come Elizabeth decise di avere figli, ossia solo per volere del Centro. Non c’è dubbio che il suo personaggio sia una spanna superiore a quello di Philip, che per quanto si possa amare, non brilla della stessa luce.
È sempre di più evidente come tali personaggi non siano delle macchine da guerra, letali e spietate, ma al contrario vulnerabili e con enormi punti deboli, ed è chiaro come in questa stagione si voglia puntare proprio sulle loro vulnerabilità. Se nel lontano 1966 era routine lavarsi via dalle mani il sangue altrui e avere delle morti sulla coscienza, adesso non lo è più. Testimone la decisione di risparmiare l’uomo, che mostra le foto dei suoi figli durante la missione ma, volendo tornare indietro di un paio di puntate, la difficoltà con cui Philip fa fuori un giovane ragazzo nel pilot. Non c’è dubbio, gli americans si sono rammolliti, e pagheranno per queste disattenzioni sul lavoro.
Passando al lato opposto e al fronte russo abbiamo le azioni della Rezidentura che vengono perpetrate tramite Nina e dall’altra parte l’FBI. Sia Madre Russia che l’FBI hanno messo gli occhi su un disertore, e se i primi lottano per farlo collaborare, i secondi lavorano per catturarlo. E Beeman ci riesce, tramite le “pseudo – informazioni” di Nina, che lo ha semplicemente informato dell’esistenza del disertore. Un colpo basso che la Rezidentura dovrà attutire.
Le azioni di Nina sono un po’ ambigue, perché per quanto sia vero che si sta rigirando Beeman come un calzino facendogli credere di avere la situazione in mano e di avere “potere” sulla loro storia e su di lei, quel mezzo sorriso che le si disegna sulla bocca mentre stila il rapporto per Arkady è ambiguo: sarà perché Beeman le ha detto che la ama o sarà un sorriso beffardo dato dal fatto che Beeman è completamente ai suoi piedi e può fare di lui ciò che vuole per vendicarsi?
L’episodio si muove sulla stessa linea del precedente e posiziona nei loro ruoli i personaggi, stabilendone la funzione, e il posto nella grande scacchiera che ha come sfondo la Guerra Fredda, insieme a intrecci familiari e sentimentali. Perché se è vero che The Americans è una spy story, l’elemento spionaggio fa solo da sfondo, a una storia che in realtà parla di un matrimonio, di figli e di sentimenti. Una puntata più introspettiva, che altro e a giudicare dal promo della prossima puntata, l’azione tornerà a fare da padrona la prossima settimana.
About Sabrina
Sabrina. 24 anni. Segni particolari: Musica e telefilm dipendente. Cresce a rock e serie tv e i suoi grandi amori del passato sono: Dawson's Creek, Beverly Hills 90210, The O.C e Veronica Mars ma anche Queen, Beatles, Rolling Stones e U2 con cui la mamma l'ha cresciuta. Perennemente alla ricerca di nuove serie da vedere, la sua è proprio una malattia. Le sue attuali fisse telefilmiche sono: Doctor Who e Mad Men. Tra le serie tv preferite invece ci sono: Game of Thrones, Sons of Anarchy, The Walking Dead, Mad Men, Fringe...ma la lista potrebbe continuare ancora e ancora. Le sue passioni, musica e serie tv, spesso si intrecciano e tra le sue best soundtracks ever ci sono: The OC, Game of Thrones, Veronica Mars, Sons of Anarchy. Se invece parliamo di attuali influenze musicali la lista è ancora più lunga ma per citarne alcune: Coldplay, Muse, Arctic Monkeys, Bon Iver, Mumford and Sons, Band of Horses, Florence and The Machine...è un caso irrecuperabile, qualcuno la aiuti! Come Amy Pond, attende disperatamente che nel suo giardino atterri il Dottore insieme al suo TARDIS!
Ma si, inizialmente anche io mi sono detta, ma dai in fondo Paige non ha motivi fondanti per indagare, ma credo che il fatto di svegliarsi nel cuore della notte e non trovare i propri genitori in casa, o avere solo un parente e non averlo mai conosciuto siano abbastanza per dubitare. Sono sicura che qualcosa scoprirà alla fine della stagione, con la faccia tosta che si ritrova.
Vorrei che lavorassero meglio su Philip, come fanno su Elizabeth! Ecco tutto, anche perché del suo passato sappiamo poco, a dispetto di quello che sappiamo su Elizabeth!
Recensione davvero bellissima, curata nel minimo dettaglio. Concordo praticamente su tutto, specialmente su quanto detto su Paige. Io quella ragazzina la odio, ma è normale che si faccia delle domande sulla propria famiglia… forse la cosa che mi convince poco sono le modalità che a spingono a porsi delle domande. Insomma, vedi tua madre fare il bucato di notte poi vedi i tuoi genitori darci giù alla grande e quindi inizi a sospettare qualcosa?? Non so, non mi convince pienamente. Penso che avrebbero potuto escogitare un modo migliore per arrivare a questo.