The Bold Type ruota intorno alle vite di tre giovani donne agli inizi delle loro carriere, ma il personaggio che ha stupito più di tutti è stato quello di Jacqueline Carlyle, interpretato da una magnifica e raggiante Melora Hardin (The Office, Transparent). Il perché ve lo spiegherò presto, per ora andiamo con ordine.
Credo che The Bold Type si possa considerare la serie rivelazione dell’estate 2017, almeno dal mio punto di vista, dato che non avevo neanche intenzione di iniziarla. Vedendo il trailer, mesi fa, ho pensato che sarebbe stata un’altra cavolata piena di stereotipi post-adolescenziali e struggenti storie d’amore. Così non è stato, anzi! The Bold Type si è rivelata una serie a cui stanno a cuore i temi di attualità, soprattutto riguardanti le donne. Dopo il pilot, la cosa che a primo impatto mi ha fatto decidere di proseguire nella visione di questa serie è stata la nostalgia che nutro nei confronti di un’altra vecchia serie di ABC Family, Jane by Design. Non smetterò mai di ripetere quanto ci rimasi male ai tempi quando venne cancellata, e rivedere un personaggio giovane all’interno di un ambiente glamour quale la sede della rivista “Scarlet”, mi ha ricordato Jane che muove i suoi passi nel mondo della moda. Tra l’altro una delle protagoniste si chiama proprio Jane ed è interpretata da Katie Stevens (Faking It), ed incarna un po’ la ragazza che finalmente riesce a trovare il lavoro dei suoi sogni, dove il suo capo è una donna che ammira e rispetta, Jacqueline Carlyle, che rompe un po’ lo stereotipo del capo stronzo che vuole a tutti i costi mettere i bastoni tra le ruote ai suoi impiegati.
Altro fattore che mi ha spinto ad iniziare questa serie, nonostante i “pregiudizi” iniziali, è appunto la presenza di Katie Stevens. L’avevo adorata in Faking It, ma ammettiamolo, un po’ ci aveva deluso quella serie… (Karmy forever!), quindi ci voleva un nuovo ruolo per Katie, soprattutto perché è un ruolo più maturo rispetto a quello di Karma. [Ammetto che è stato un po’ uno shock vedere Katie con i capelli scuri… Ti prego, rifatti rossa!] Inoltre, come ha più volte detto l’attrice stessa, in The Bold Type interpreta una ragazza che ha più o meno la sua stessa età, quindi nella serie si trova ad affrontare situazioni che le potrebbero capitare anche nella sua vita personale. Siamo sempre stati abituati a vedere attori che interpretano parti di persone più giovani di loro, quindi in questo caso questo fatto dà un tocco in più di originalità alla serie.
Accanto a Jane Sloan troviamo le sue due più grandi amiche, Sutton Brady (Meghann Fahy) e Kat Edison (Aisha Dee), la prima assistente che sogna di lavorare nella sezione moda di “Scarlet”, e l’altra responsabile dei social media.
La cosa che ho notato sin dal primo episodio è che non mi ha colpito nessuno in particolare delle tre protagoniste, ma mi è piaciuto il trio in sé, la loro amicizia, il loro supportarsi a vicenda. Ognuna delle tre ha una caratteristica che la distingue dalle altre, e per questo ritengo siano complementari. Joan è la sognatrice, quella un po’ più insicura delle altre per quanto riguarda i rapporti amorosi; Sutton la ritengo la più riservata e forse più matura rispetto alle altre due, mentre Kat è la più pazzerella, quella che non si fa abbattere da niente e nessuno.
Nel corso degli episodi conosciamo meglio le ragazze grazie ai temi presi in esame e scopriamo che hanno molto a cuore la società in cui vivono e cercano di renderla migliore grazie al loro lavoro. Credo che sia proprio questo il punto forte di The Bold Type, il voler mostrare che nel mondo non siamo tutti dei passivi che guardano gli eventi che scorrono senza agire. Nella società in cui ci troviamo oggi, soprattutto in seguito alle ultime elezioni americane, affrontare temi quali immigrazione e deportazione è fondamentale anche per aprire la mente a chi segue serie come questa. Oppure parlare di tumore al seno e di gene BRCA, o ancora di violenza sulle donne. E su questo bisogna dare credito a Freeform, dato che non è la prima volta che affronta temi delicati, e chi guarda anche The Fosters lo sa benissimo. Grazie a questo espediente di affrontare un tema diverso in ogni episodio, la serie non solo fa aprire le menti a noi telespettatori, ma anche alle protagoniste, che aggiungono alle loro vite tasselli in più che li aiutano a crescere personalmente e professionalmente.
Come dico sempre, una grande serie non è fatta solo dagli attori protagonisti, ma è il cast interno che eleva il livello. E di fatti le nostre ragazze sono affiancate da attori che rendono la visione ancora più interessante. Parliamo di Alex (Matt Ward), collega delle nostre tre protagoniste, Richard Hunter (Sam Page), legale della rivista nonché fidanzato segreto di Sutton, Oliver Grayson (Stephen Conrad Moore), capo della sezione moda di “Scarlet”, Ryan Decker (Dan Jeannotte), giornalista di “Pinstripe”, e ultima ma non meno importante Adena El Amin (Nikohl Boosheri), una fotografa iraniana senza peli sulla lingua che avrà un ruolo importante nella vita di Kat.
Dulcis in fundo, abbiamo la grande Jacqueline Carlyle, direttrice di “Scarlet”. Per quanto, a primo impatto, possa sembrare fredda e distaccata, in realtà tiene molto alla sua rivista e ai suoi giornalisti. Pur essendo sempre molto impegnata, cerca di collaborare col suo staff più che può ed è sempre aperta al dialogo e al confronto. È una donna che è riuscita a portare la sua rivista ai grandi livelli e ci tiene moltissimo a mantenerla tale. Per creare questo personaggio, si è preso spunto da Joanna Coles, ex capo redattore di “Cosmopolitan”, che fa anche da produttore esecutivo della serie, e Melora ha lavorato a stretto contatto con lei per cogliere ogni sfumatura da sfruttare nella costruzione del personaggio di Jacqueline. La grande somiglianza tra Jacqueline e Joanna vuole far vedere quanto sia ormai superato lo stereotipo secondo cui non possono esistere capi donne che perlopiù siano magnanime e che collaborino al meglio con altre donne. In un’intervista, infatti, la Coles sottolineava proprio il fatto che si è sempre trovata bene a lavorare con altre donne e non ha mai riscontrato invidia né tanto meno voglia di metterle i bastoni tra le ruote da parte delle sue colleghe.
Come in ogni rivista che si rispetti, anche in “Scarlet”, purtroppo, Jacqueline è a volte costretta a bocciare alcune proposte fatte da Jane o altri collaboratori, perché comunque la rivista ha un certo target da cui non ci si può staccare più di tanto. Per questo motivo credo che, nonostante Jane sia felice della sua vita, per lei ci vorrebbe un lavoro un po’ più impegnativo. È interessante infatti l’evoluzione di questo personaggio, ma anche delle altre due ragazze, sia all’interno della rivista che nelle loro vite private. Stessa cosa vale per Jacqueline. Per quanto poteva essere scontata l’evoluzione delle ragazze, quella della direttrice di “Scarlet” non me l’aspettavo. Sapevo che la serie si basava, appunto, sulla vita della Coles, ma, vedendo che comunque il fulcro era l’amicizia delle tre ragazze, non mi aspettavo di vedere tanto di Jacqueline, soprattutto per come hanno deciso di affrontare l’ultimo episodio. È stato lì, infatti, che mi è partito un grande applauso per questo personaggio e soprattutto per Melora Hardin!
Non voglio fare spoiler, ma a mio parere è stato giusto il modo in cui è terminata la serie, ma speriamo con tutto il cuore che ci sarà una seconda stagione perché dobbiamo vedere come si evolveranno le cose! E, naturalmente, spero di vedere ancora tanto di Jacqueline! Le produttrici hanno promesso un episodio in cui la donna si ubriacherà, e credo che ci sarà da ridere a quel punto!
Se non avete visto ancora la serie, vi consiglio vivamente di farlo, se invece l’avete già vista, beh, commentate e ditemi cosa ne pensate!