Definire l’episodio di Expanse in una sola parola non sarebbe possibile. Esiste una tale varietà di personaggi e situazioni che rendono difficile una collocazione anche solo a distanza con un singolo termine. Miller non appare ne pentito ne tanto meno remissivo dopo l’uccisione di Dresden e considerando il personaggio mi sarei meravigliato del contrario. Un uomo che si fida del cuore e del suo intuito non poteva avere cedimenti come poliziotto e nella prima stagione sappiamo bene che qualche rospo l’ha dovuto ingoiare. Ora resta solo Miller con il suo carico di umanità, di rabbia repressa e il grilletto della sua pistola si è quasi mosso automaticamente, mosso da un senso profondo di giustizia che va oltre quella dell’interesse di avere vivo lo scienziato Dresden.
Non scordiamoci che aveva di fronte colui che ha lucidamente utilizzato come cave di laboratorio migliaia di persone. Insomma mi chiedo chi fra noi con una pistola in mano davanti a Hitler, Stalin che ti confessano di aver trucidato ebrei e cosacchi per purificare la razza o per eliminare un pericoloso nemico non avrebbe premuto il grilletto?
Su questo tema si scontrano anche le opinioni dell’equipaggio della “Ronzinante”. Naomi prende le difese di Miller sostenendo che aveva davanti un’assassino in camice bianco la cui morte ha tolto di mezzo un folle che da vivo non avrebbe mai tradito il suo credo perché pensava di fare il bene dell’umanità non il suo male. Naomi lo sappiamo bene è una donna dal carattere forte, un leader forse quanto e più di quanto lo possa essere davvero James Holden. Se hanno fatto sesso, se in qualche modo il loro legame è mutato, la sensazione è che sarà sempre lei a menare le danze.
Persino Johnson sbollita la rabbia dovuta più alla disobbedienza di Miller che al fatto concreto in se, vede nella morte di Dresden una sorta di liberazione, un fardello troppo pesante da trascinare per lui, uomo della terra divenuto Cinturiano. Fred Johnson è una sorta di Re, un uomo che una volta ha ucciso, trucidato, massacrato donne e bambini e che adesso governa un mondo nel quale non basta obbedire a degli ordini per quanto brutali siano, ma deve comandare, amministrare e gestire quasi da solo un universo di reietti che si confrontano quotidianamente con le due altre parti, i terrestri e i marziani cercando di non affondare.
Passano i secoli, passano i millenni ma il razzismo cambia pelle, ma rimane. Così se prima ti discriminavano per la religione, poi per il colore della pelle, nel futuro ti discriminano se sei terrestre, cinturiano o marziano. Il giovane soldato della truppa scelta di soldati marziani al comando di Draper è un terrestre del Texas e questo è come dire, peggio che definirlo negro. Come fidarsi di un terrestre che fa il soldato fra i Marziani e sa che deve colpire duramente il luogo dove è nato?
La terra ha cancellato Deimos una delle lune di Marte, 17 morti. Un atto che i marziani non faranno passare sottogamba. La manipolatrice per eccellenza, Avarasala sa che ci si sta avviando verso una guerra con una razza (i marziani) che ha sviluppato tecnologie di guerra talmente sofisticate che i terrestri nemmeno immaginano, una pericolosa escalation che potrebbe essere deleteria per il pianeta. Da esperta e navigata donna di potere, ella non si preoccupa di sapere in che modo ottenere ciò che gli serve. il videomessaggio che manda al tanto odiato e bistrattato Johnson è un esempio di quanto affermo.
Avarasala non respira solo aria. respira politica e respira cospirazione. Senza essere immersa in questi elementi forse ne morirebbe. Sulle prima ti viene da odiarla per come manovra persone e manipola fatti, poi però alla fine la trovi quasi simpatica, forse per quella capacità di stare un po’ in bilico fra le parti, l’unica in grado di avere rapporti con entrambe le fazioni senza timore di essere uccisa. Così, malgrado abbia sempre attaccato duramente Johnson, ha la sfrontatezza di chiedergli aiuto non per un mero interesse personale ma per impedire un massacro, una guerra fra Terra e Marte che avrebbe gravissime ripercussioni anche per i Cinturiani.
Un’ultima analisi va fatta su Amos e Cortazar, uno degli scienziati superstiti a cui è stata praticamente tolta la parte morale dal suo cervello. Lui non sa i piani di Dresden ma sa cosa sta succedendo su Eros. L’entità sta evolvendo, si sta cibando e trasformando la materia con cui viene a contatto. Amos è un po’ sciroccato ma la sua quasi assenza di emozioni lo rendono perfetto per un dialogo aperto con lo scienziato, il quale non ha altro pesniero che sapere se gli sviluppi su Eros stanno andando nella giusta direzione. Follia o semplice entusiasmo scientifico per qualcosa che potrebbe essere il primo contatto extrasolare con una nuova forma di vita?
Miller e Johnson dopo le diatribe si trovano concordi sul fatto che Eros va distrutta. La paura dell’ignoto o forse soltanto il ricordo di tante vite sacrificate che meritano giustizia, li convince della soluzione finale. Peccato che Miller cominci ad avere delle allucinazioni nelle quali vede Julie Mao, la ragazza morta su Eros e che lui era stato incaricato di ritrovare. Fantasmi di un passato recente che affollano la mente di un uomo del futuro.
Passo e chiudo.