The Expanse esplora sempre sia lo spazio intorno a noi, che l’animo dei personaggi. In questo episodio vediamo come questo doppio percorso sia molto evidente. Protagonista assoluta è quindi ancora una volta non la tecnologia, ma l’umanità, l’uomo con i suoi molteplici aspetti, le sue forze e le debolezze, i desideri e le paure.
Possiamo quindi analizzare quanto sta avvenendo su Ganimede da questa prospettiva. L’equipaggio della Ronzinante appare sempre più sfilacciato e disunito. Solo la volontà comune di arrivare a eliminare anche il più piccolo atomo della protomolecola li tiene uniti. Perfino Naomi comincia a pensare che Holden sia completamente accecato da questa volontà di ricerca morbosa della bambina che però nasconde la volontà non di fare un atto di generosità nei confronti del superstite di Ganimede, ma piuttosto un atto volto a trovare ed eliminare la protomolecola e se quest’ultima fosse all’interno della bambina, io credo che non esiterebbe a ucciderla.
Naomi però ha qualcosa da nascondere e noi lo sappiamo bene. Quindi credo che il sentimento della paura sia dominante rispetto a quello dell’amore perché vede sia in Amos che in Holden la fredda determinazione di chi non vede altro che la distruzione totale per avere quiete. Amos lo sappiamo tutto di testa non c’è ma sa anche fermarsi, un miglioramento rispetto ad Amos della prima stagione. Quello della prima stagione avrebbe finito Roma a colpi di lattina di pollo anche se gli avessero tenuto le braccia. Lo finiva con i calci. Adesso sembra meno furioso, più freddo ma sicuramente molto pericoloso comunque. Non basta a Naomi la rassicurazione di Holden che l’avrebbe fermato, anzi non fa altro che aumentare i suoi timori per quanto sta nascondendo ai suoi compagni.
Altro aspetto interessante da osservare nella puntata, prima di arrivare al tema centrale, è l’ammissione di colpa di Errinwright. Mi aspettavo presto o tardi che avrebbe aperto il libro dei peccati prima di affondare con la barca di Jules Mao, ma non mi aspettavo che lo facesse con Avasalara sinceramente. Lo vedevo più davanti al segretario generale della UN che non con lei. Una sorpresa che è stata evidenziata anche nel personaggio di Avasalara che adesso possiamo dire che tiene per le cosine sia Errinwright che tutta la questione Marte/Terra a proposito di Ganimede.
Il tema portante però è legato al personaggio di Bobbie Draper. Come ben sapete ho una particolare predilezione per questa donna soldato devota alla causa marziana. non una macchia, non un disonore, un richiamo. La perfetta macchina da guerra senza nessuna ombra. Eppure eccola lì costretta a venir meno ai suoi doveri morali, venir meno alla verità per obbedienza alla causa marziana. Questo è troppo per lei. Troppo ingiusto vedere spargere fango su Travis, il capro espiatorio di Marte per tenere la Terra lontana dai propri affari, troppo pesante il fardello di una bugia che la costringe ad ammettere colpe non sue.
Qualcuno allora si chiederà che senso ha avuto la fuga. Cosa ha rappresentato la ricerca spasmodica del mare e la sua esperienza nei bassifondi della terra fra umanità in declino e differenze sociali ormai cementate? Il mio punto di vista è che Bobbie Draper ha capito che ora ha bisogno di libertà, vuol togliersi la corazza, l’uniforme e se potesse girerebbe nuda (magari). Draper ha per anni servito la causa di Marte contro la Terra, eppure eccola lì impegnata a trovare il modo di fuggire, impegnata a respirare un aria non sua e a vedere la luce del sole come forse mai ha avuto modo di vedere in modo così diretto.
Bobbie è delusa. Incapace di comprendere il motivo per cui la sua verità, la sua certezza venga ridotta a vaneggiamento di una folle. Eppure lei sa in cuor suo che quanto ha visto era reale per quanto assurdo e la sua convinzione diventa certezza quando una terrestre che niente gli deve, che anzi in teoria dovrebbe disprezzare, le crede, crede fortemente che l’essere luminoso senza tuta a cui i terrestri sparavano e che poi si è inginocchiato su di lei sia reale.
Inizia così il suo mini viaggio fra la gente della terra, fra la miseria del popolo minuto, ma lei così fuori dal suo ruolo, quello a cui finora ci ha abituato, così impettita, marziale e mascolina, la scopriamo invece decisamente più femminile, con i capelli sciolti e un sorriso non esagerato ma vero e sincero. Un personaggio che prima ci piaceva e ora molto di più.
Gli episodi finali convergeranno sicuramente verso i fatti di Venere e Ganimede. Questo episodio ci ha fatto conoscere meglio un personaggio importante, ha evidenziato il pentimento di un altro e malgrado ci si muova fra tute spaziali e missili, quello da cui parte tutto è l’umanità con i suoi contrastanti sentimenti e The Expanse sa come metterli in luce.
Passo e chiudo.