The Expanse – Recensione 2×11 – Here There Be Dragons

The Expanse ci offre, con un saggio e accorto lavoro di Flashback, la cronaca dei fatti relativi a Mei e a Strickland con la sua equipe avvenuti in quel di Ganimede che pare essere ora diventato il fulcro centrale delle storie di UN, Marte e dei nostri amici della “Roci”.

Siamo arrivati al confine del mondo, all’estremità conosciuta delle mappe. Da qui in avanti inziano i Draghi.

Strickland e Mei, Quale mostruoso esperimento prevede l’uso di bambini?

Anche qui come per la ricerca di Julie Mao da parte di Miller, i massimi sistemi si incrociano con la semplice ricerca di uomini che non hanno ormai più legami con le loro origini ma cercano di fare quella che ritengono la cosa più giusta. Il problema è capire cosa è davvero giusto e cosa non lo è. Il rischio è quello di avere dei problemi con la propria coscienza, convivere con i sensi di colpa e non servono palmari trasparenti e armi tecnologiche per risolvere certe situazioni.

Naomi ha bisogno di sentirsi di nuovo “buona”. Vuol salvare e non uccidere.

Allora iniziamo con Naomi che finora ha seguito Holden quasi tappandosi il naso di fronte alla atrocità e la crudeltà usate per raggiungere lo scopo e cioè fermare la protomolecola in qualsivoglia modo essa si sia evoluta. Naomi è stanca di vedere morte, devastazione, interi asteroidi distrutti, migliaia di innocenti sacrificati in nome della scienza. Sa che Ganimede sta per collassare, la stazione sta per cedere e centinaia di persone provate già dalla caduta degli specchi, ha bisogno di speranza, di una possibilità seppur minima di salvezza. Così Naomi si ferma. Vuol tornare alla Somnanbulist e provare a salvare quante più persone possibili. Ha bisogno di fare qualcosa di buono, di nobile per sentirsi meglio.

Holden non vorrebbe, ma sa che la scelta di Naomi è quella giusta. Per lui forse non c’è speranza.

Holden non può far altro che prendere atto. Naomi è una donna eccezionale e lui sa quanto sia fortunato ad averla con se, ad amarla. Sa che il limite è stato superato, che la spietata caccia lo sta cambiando e il distacco di Naomi, lo rassicura quasi. Sa che lei non è ancora diventata ciò che forse è già diventato lui: un mostro capace di pensare solo e soltanto a distruggere il nemico, senza riflettere, senza fermarsi davanti a un uomo che viene ucciso. Il fine ultimo è l’essenza della sua stessa vita. Ma Holden non vuole che Naomi diventi così. La ama troppo per consentirlo.

Chrisjen ha parecchie gatte da pelare, ma non è una di primo pelo e sa come destreggiarsi.

Cosa dire poi di Avasarala alle prese da un lato dalla ricattatoria proposta di Mao, dall’altro dalla questione Bobbie Draper, le notizie da Venere e per finire con il pentimento di Errinwright. Come sappiamo lei è una politicante, una abituata a lanciare problemi da risolvere come un acrobata lancia i suoi birilli, ma questa volta la posta in gioco non è alta ma altissima. Non può sbagliare, ma deve cercare di capire meglio la situazione per poter avere il coltello dalla parte del manico. Sa che stavolta, forse come mai gli era capitato, ha bisogno di aiuto ma anche di rischiare personalmente, di andare nella tana del lupo perché questo gli consentirà di avere strumenti validi per combattere una guerra diplomatica e politica avendo tutti gli elementi a sua disposizione.

La verità a volte fa schifo, ma fa ancora più schifo essere ridotte a pedine senza volontà.

Uno degli elementi fondanti per lottare ad armi pari e smantellare il piano di Marte, passano proprio per la nostra Bobbie Draper che proprio non ci sta a recitare la parte del soldatino obbediente. Lei è stanca di essere usata come un bambolotto in divisa a cui mettere in bocca le parole, da usare per prendere tempo mentre i suoi capi, infischiandosene, testano una mostruosità capace di muoversi e respirare senza tuta, che non teme le armi e uccide. Draper vuole solo sapere e quando l’autorità gli impone di stare al suo posto, di non intralciare l’attività delle alte sfere marziane, scatta qualcosa in lei. Una rabbia devastante, forse accentuata dal fatto che fino a quel momento, lei aveva creduto fortemente in Marte, nelle sue aspirazioni di indipendenza dalla terra, nel lavoro incessante di Terraformazione e aveva visto sempre come un impedimento a tutto questo la terra.

Su Venere sta accadendo qualcosa di grosso.

In Bobbie scatta l’ira dei giusti, quella che ti fa agire con violenza, la stessa che serve quando vuoi una verità scomoda da sentire ma che vuoi comunque conoscere. Allora lei se la prende con la forza quella verità e capisce che i suoi uomini, i terrestri della pattuglia, sono morti per testare un esperimento folle di supremazia. Qualcosa che potrebbe sfuggire al controllo molto più facilmente di quanto i capoccia di Marte possono pensare. Ecco dunque che l’unica via, l’unica scelta possibile di verità e correre da Avasarala e rivelare ogni particolare circa la protomolecola e gli esperimenti marziani.

Avasarala deve prendere decisioni molto importanti.

Venere intanto, schiude la sua verità, seppur per pochi secondi. La protomolecola non si è schiantata su Venere annullandosi. Ha portato anche lì la sua vita, il suo modo di riprodursi e solo degli stolti possono pensare di ingabbiare questa forza aliena e asservirla per i propri scopi. Sì esatto Stolti come la razza umana.

Passo e chiudo.

About Linox23

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa. Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak. Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita. Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time. Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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