Lo speedster scarlatto più amato del tubo catodico è tornato, ed è più incasinato che mai! La premiere della terza stagione, andata in onda il 4 Ottobre e diretta da Jesse Warn (Arrow e Criminal Minds), ci catapulta direttamente nella nuova linea temporale creata da Barry nel finale della seconda stagione. La nuova realtà è praticamente il suo personale paese dei balocchi, i suoi genitori sono vivi e si amano più che mai, i suoi amici stanno bene, riesce anche ad avere un appuntamento con Iris e, forse la cosa più importante, non ha più il peso della responsabilità che comporta essere The Flash. Vive tre mesi fantastici in cui lui è semplicemente Barry Allen (Grant Gustin), che vive ancora con i suoi genitori (diciamo preoccupati del fatto che vive ancora insieme a loro) e che lavora con la polizia. Niente meta-umani, niente lotte, niente sofferenze.
Ma proprio come Pinocchio, presto Barry si rende conto che non è tutto oro quello che luccica e che la felicità non dura se per averla hai usato una scorciatoia. Eobard Thawne (Matt Letscher) profeticamente aveva detto a Barry che c’era un prezzo da pagare per questa sua scelta (nelle mie orecchie rimbombano ancora le imprecazioni che ho lanciato nel finale di stagione). Qual è il prezzo? No, nessun mostro simil Dissenatore incacchiato nero perché Barry ha fatto casini con il Tempo, come quello che abbiamo visto prendersi Zoom, nessuna punizione esemplare da parte della Speed Force, ma “solo”, coerente con il fumetto, una progressiva perdita definitiva delle memorie della linea temporale originale che potrebbe portarlo a dimenticare anche di essere Flash, per la gioia di Reverse Flash.
A causa della grave ferita riportata da Wally West (Keiynan Lonsdale) aka Kid Flash (in questa realtà almeno) contro Edward Clariss (Todd Lasance) aka The Rival, e del suo indebolimento fisico, Barry, aiutato da Thawne, torna indietro nel tempo e lascia che Reverse Flash uccida la madre. Finalmente abbiamo l’occasione di conoscere un po’ meglio colui che si nasconde realmente dentro la tuta gialla, Eobard Thawne. Il Thawne/Wells che abbiamo conosciuto nella prima stagione è molto diverso da quello che vediamo in questa puntata. L’unico scopo di Thawne/Wells era quello di tornare nel futuro e non aveva interesse nell’uccidere Barry, mentre il Thawne odierno prova nei suoi confronti un misto di odio e rispetto, lo vede come un pari che deve sconfiggere.
So che può sembrare ridondante e so che la The CW non avrebbe mai potuto permettersi di sviluppare la storia di Flashpoint come nei fumetti, e che mi dovrei accontentare che ci abbiano promesso almeno due crossover tra le quattro serie di supereroi, ma l’episodio mi ha comunque un po’ deluso. Appena ho saputo che la premiere si intitolava Flashpoint nella mia mente si sono accavallate immagini di Batman, Aquaman, Wonder Woman e Superman finalmente presentati non come supereroi, ma quasi come villain. Non si può avere tutto, è vero, ma almeno qualcosina speravo facessero vedere, o che almeno la storia di Flashpoint durasse per un po’ di puntate.
Ma, lamentele da geek a parte, la puntata non mi è dispiaciuta, già solo la presenza di Cisco la rende bella. Sono stati introdotti molti nuovi elementi, primo fra tutti l’indebolimento di Barry, che date le parole di Thawne non fa sperare bene, poi, ovviamente, il fatto che Iris e il padre non si parlano (cosa che sinceramente non capisco come possa essere stata affetta dal cambiamento della linea temporale), l’introduzione di un nuovo personaggio (che purtroppo ancora non è Tom Felton), Edward Clariss aka The Rival in Flashpoint, e l’introduzione di un nuovo cattivo che pare sia invisibile.
Insomma, come inizio ci siamo, non ci resta che aspettare che la bomba del mutamento temporale esploda in tutta la sua interezza.
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