E anche questa stagione dello speedster scarlatto è andata. In Finish Line, episodio diretto da David McWhirter (The Closer e Quantico), viene portata a conclusione tutta la storia riguardante gli effetti di Flashpoint, tallone di Achille dolorosissimo di Barry Allen. Il suo errore più grande, Flash lo paga con tanto di interessi, lui stesso è la ragione dell’esistenza di Savitar, ad oggi, il suo nemico più spietato. Fino agli ultimi minuti, Barry si è sempre trovato almeno dieci step dietro di lui. E la Speed Force, non paga delle sofferenze provate dal nostro eroe per tutta la terza stagione, decide di prendersi Barry Allen, pena la distruzione di Central City. In fondo, era quello che inconsciamente voleva anche Barry, una possibilità di redenzione. Da vero supereroe sacrifica la sua sudata e ritrovata la felicità per i suoi concittadini. Flash ora è un eroe maturo, conscio delle sue responsabilità dettate dal possedere un potere che, volente o nolente, fa parte di lui. È indiscutibile la mole di lavoro e i risultati ottenuti da Grant Gustin in questa stagione, dove si è ritrovato a dover interpretare ben tre versioni di Barry Allen, ognuna a suo modo complicata, ma è quando si è addentrato nei meandri dell’oscurità propri del carattere di un villain che ha dato il meglio di sé, dando vita a uno dei più inquietanti e disturbanti della serie.
Ma il primo posto per il personaggio che è maturato di più nella terza stagione va ad H.R. (Tom Cavanagh), partito come truffatore fannullone è arrivato ad essere la più autentica e pura parte saggia del Team Flash. Senza di lui Iris sarebbe morta e Savitar avrebbe vinto, senza di lui Tracy non avrebbe costruito per tempo il cannone senza il quale Savitar avrebbe vinto, senza di lui Kid Flash non sarebbe stato così veloce, senza di lui chissà quante volte Cisco si sarebbe perso, senza di lui non ci saremmo fatti tante risate. Questa versione di Harrison Wells è, a mio parere, la migliore che abbiano mai creato. Una commistione perfetta ed armonica di immaginazione creativa ed elevate doti attoriali. Non ho mai visto un personaggio che unisce l’ingenuità adolescenziale e la serietà adulta interpretati in modo migliore, Tom ha davvero superato se stesso in questa stagione, speriamo che non arresti la sua crescita.
Il secondo posto va da sé, Caitlin/Kille Frost. Ritrovatasi all’improvviso a far parte del Team Metahumans, Caitlin dà fondo a tutta la sua volontà e disperazione perché il suo cuore non diventi di ghiaccio, chiede addirittura aiuto alla madre, esperta di criogenesi. Proprio la Drs. Carla Tannhauser (Susan Walters) segnerà il momento di svolta nella creazione della cura per Caitlin, che comunque sceglierà di non assumerla. La maturazione di Caitlin passa attraverso i ghiaccioli di Killer Frost e lei lo ha capito nei rari momenti di lucidità da quando i suoi capelli sono diventati biondo platino. La sua presa di coscienza l’ha trasformata, dando vita ad una nuova identità ancora in cerca di se stessa. Parallelamente alla crescita di Caitlin c’è quella dell’attrice che ne veste i panni, Danielle Panabaker. A nessuno è sfuggita la maturata capacità di Danielle di interpretare il cambiamento di emozioni repentino, a volte tra di loro anche contrastanti, che subisce il suo personaggio. Una prova superata a pieni voti, a mio avviso.
Ora passiamo al mio preferito, lo sciocco e adorabile Cisco (sento davvero castrante la mancanza della possibilità di inserire dei cuori). Cisco, vero muro portante della terza stagione, passa dall’aver perso improvvisamente il fratello (Dante) all’essere l’unica variante cazzuta che Savitar non aveva calcolato. Anche se preferisce un ruolo secondario come supereroe, quando si trova nel momento di dover tirare fuori i cocomeri, beh, lasciatevelo dire, non c’è Baby che tenga. Il modo in cui fronteggia Savitar, senza il minimo filo di paura, ma soprattutto il modo in cui lo raggira, lo fanno entrare a mani basse nell’Olimpo dei supereroi. Senza di lui Savitar sarebbe collegato alla Speed Force, diventando ispo facto un Dio, la sua genialità gli ha permesso di sfruttare l’occasione per liberare Jay Garrick, il Gold Flash. Carlos Valdes dimostra di anno in anno di essere in grado di far crescere il suo personaggio senza però perdere quella leggerezza che lo caratterizza.
Il premio personaggi rivelazione ovviamente va a pari merito a Julian Albert e a Tracy Brand. L’inserimento dell’ex attore di Harry Potter è stata davvero una piacevole sorpresa. Tom Felton ha portato una ventata di freschezza nella serie e, anche se ritengo che non sia stato adeguatamente messo in risalto, è riuscito a staccarsi dal peso del nome Draco Malfoy e a dimostrare di essere un attore molto malleabile, interpretando insieme il buono e il cattivo. Per quanto riguarda Tracy Brand, basta il fatto di essere una scienziata geniale e strampalata, che a tratti mi ricorda Felicity agli inizi, per essere inserita a pieno titolo nella categoria. Anne Dudek ha portato nella serie una buona dose di gioia e stranezza, con un personaggio che è praticamente simile ad H.R.. Sono proprio le scene tra i due, che mettevano un po’ in pausa la pesantezza delle ultime puntate, a convincere. La svampita scienziata ha fatto breccia nel fandom, incrociamo le dita perché possa ritornare l’anno prossimo.
Il finale, che lascia un po’ l’amaro in bocca, chiude una stagione che ha creato molte polemiche sulla qualità della storia raccontata, ma che soprattutto ha visto scendere di molto il rating. Purtroppo l’abbassamento di livello rispetto alle stagioni passate è evidente, molti episodi erano davvero statici, carenti di quella vivacità che lo aveva caratterizzato fino ad ora. Un consenso probabilmente da dimenticare, ma che spero dia la spinta necessaria agli autori ad osare di più nella prossima stagione, replicando la crescita della quinta stagione della sua serie cugina, Arrow.
Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo autunno. Commentate con noi e passate alla pagina Justice Of S.H.I.E.L.D. Italia.
Stay tuned