La CW ha ormai un nuovo cavallo vincente su cui puntare: i supereroi. Cavalcando l’onda del fenomeno divenuto negli ultimi anni virale, la nota rete nella stagione 2015-2016 ha ottenuto i suoi maggiori ascolti proprio da tre show che traggono il loro materiale base dal vasto universo fumettistico targato DC, ossia Arrow, The Flash e Legends of Tomorrow.
Fra questi, però, è proprio il velocista scarlatto ad aver appassionato di più. Nato come il primo spinoff dello show dedicato a Freccia Verde, in questa seconda stagione Barry Allen ha affrontato una crescita esponenziale da molti punti di vista, convincendo quanto e più della serie madre – se inizialmente potevamo essere restii a passare con facilità dal buio di Starling (e del suo eroe) alla luce di Central City (e del Team Flash), visti i toni più leggeri e giocosi che caratterizzano questo secondo prodotto, adesso la metamorfosi è completa e qui ci sentiamo a casa, grazie soprattutto al sapiente lavoro di sceneggiatura.
Difatti, è nella seconda stagione che Barry ha dovuto affrontare il primo vero e proprio villain, Zoom: vero che l’anno scorso, oltre ai vari metaumani, la grande minaccia era stata Reverse Flash a.k.a. Eobard Thawne, ma questi non era un completo maniaco psicotico. Il suo obiettivo primario era tornare a casa, servendosi di Flash e della sua squadra per i suoi scopi ed incurante di chi avrebbe subito le conseguenze delle sue malefatte, certo, ma di sicuro il controllo del mondo non rientrava fra le sue priorità. Insomma, un uomo affatto innocente (ha pur sempre ucciso la madre di Barry), ma la minaccia da egli rappresentata era rivolta prevalentemente al giovane Allen e ad i suoi accoliti. In questi ventitrè episodi, invece, ci è stato presentato un antagonista assolutamente temibile, il quale non solo ha sottomesso già una Terra e punta adesso a conquistarne altre, ma è addirittura riuscito ad ingannare l’intero team sulla sua identità e a sottrarre la velocità del nostro supereroe: Zoom vuole anch’egli salvarsi, un po’ come Thawne prima di lui, ma, vista la deviazione della psiche che lo contraddistingue da prima di diventare un metaumano, è morte e distruzione che vuole portare su tutti i globi cui riesca a pervenire. Il salto è quindi esponenziale: da proteggere solo se stesso e i suoi cari, Barry ora gioca con le vite di tutta Central City e del mondo, anzi, dei mondi interi – addirittura di più di quanto abbia fatto finora Oliver, che fa questo “mestiere” da ben prima di lui!
Al contempo, ha preso atto più che mai del peso che porta e ha messo da parte rancori e turbamenti per poter adempiere al meglio al suo compito. In primis, ha accolto nel team il dottor Harrison Wells, un uomo che ha le stesse sembianze di colui che, nella passata stagione, lo aveva ingannato – Barry lo fa controvoglia, impiega del tempo a fidarsi, ma infine riesce addirittura a superare un secondo tradimento, quando questi inserisce nella sua tuta un congegno per rubargli la velocità e darla a Zoom in cambio della salvezza della propria figlia. Il superamento di un torto così grande e la consapevolezza delle motivazioni umanissime che avevano portato Wells ad un gesto così disperato sono segnali di una grande evoluzione e maturità per il personaggio di Barry, che davvero comincia ad agire per il bene comune. Poi, al contrario di Oliver, Barry è davvero un tutt’uno con il suo team, tanto che non appare esagerato affermare che il vero protagonista dello show sia proprio il Team Flash nella sua interezza; Barry, Cisco, Caitlin, Wells e persino West padre e West figlia si muovono assieme e lottano in simbiosi, ciascuno dando il proprio apporto, al punto che probabilmente Flash non arriverebbe agli stessi risultati senza loro. Non è un eroe solitario e, se questo ad alcuni può sembrare una debolezza, da un altro punto di vista è invece la sua forza: ci vuole coraggio ad ammettere di non potercela fare da soli, coraggio ad accettare aiuto e a non chiudersi ed ammantarsi del ruolo di eroe senza macchia e senza paura, ma, invece, restare con umanità unito agli altri, ponendosi sul loro stesso piano.
La sua evoluzione viene fra l’altro rappresentata alla perfezione nell’episodio 2×21, quando, grazie al confronto con la forza della velocità, riesce finalmente a superare i suoi conflitti interiori ed accettare la morte della madre – fantasma, perdonatemi il gioco di parole, che era rimasto ben presente nello show fin dal pilot (sebbene qualche passo indietro è forse stato fatto con il season finale, ma solo la prossima stagione smentirà o confermerà questo mio timore).
The Flash, in questa stagione, ha appassionato più di Arrow e sicuramente più di Legends of Tomorrow. Sicuramente le potenzialità a livello di storyline crescono infinitamente, visto che la super velocità di Barry gli permette salti temporali e spaziali e, al contempo, la fantasia degli autori può correre liberamente grazie all’espediente dei metaumani. Chi può dirti cosa si fa e cosa no in circostanze del genere? Tuttavia, bisogna ammettere che il tutto è stato sfruttato in maniera più che sapiente, combinando la giusta quantità di umorismo e leggerezza con picchi di puro terrore dark dinanzi ad un villain come Zoom, preoccupandosi anche, alla fine, di riabilitare il nome di Jay Garrick così da poter preservare anche i fumetti. Lo stesso romanticismo, del quale ho già lamentato la stucchevolezza in Arrow, è qui invece presente nelle giuste dosi per rendere il drama godibile: la sottile evoluzione del rapporto fra Barry ed Iris viene appena accennata, così che lo spettatore possa accorgersene, senza però calcare troppo la mano e distogliere l’attenzione dall’azione.
Insomma, questo Barry Allen cresciuto, in continua evoluzione ci piace e vogliamo continuare a seguire le sue avventure, quindi…RUN, BARRY, RUN!
Mentre attendiamo la terza stagione di The Flash, che debutterà come al solito in ottobre, vi invito a passare da Barry Allen/Grant Gustin Italia.