Quando lo scorso anno i coniugi King avevano annunciato il progetto di voler creare uno spin-off di The Good Wife, chiamandolo The Good Fight, dove a questo giro sarebbe stata Diane una delle protagoniste assolute, per certo quasi tutti i fan della serie madre come me hanno iniziato a ballare sopra i tavoli.
L’attesa per questa seria era diventata seriamente spasmodica e allo stesso tempo ci si chiedeva se con una sola serie di 10 puntate (rinnovata già per una seconda stagione che andrà in onda il prossimo anno a febbraio), si sarebbe raggiunta l’eccellenza della serie madre.
Finita la prima stagione però possiamo ammettere che anche questa volta i King sono riusciti a tirare fuori un capolavoro che per certi aspetti si è rivelato ancora meglio di The Good Wife, riuscendo a mostrare molti aspetti che alla serie madre mancavano per ovvi motivi, visto che era tutto incentrato sulla storia di Alicia Florrick.
Diane Lockhart non è la protagonista assoluta
Christine Baransky è una delle migliori attrici in circolazione e su questo non ci piove, candidata quasi ogni anno come migliore attrice protagonista tra Golden Globe e Emmy ma senza mai vincere un premio, cosa alquanto vergognosa. Con The Good Fight è arrivato il suo momento ma a differenza di The Good Wife, ci siamo trovati davanti a una serie prettamente corale.
In 10 puntate abbiamo avuto modo di vedere non solo la rinascita di Diane, ma sono riusciti a introdurre nuovi personaggi e a far rivalutare altri che prima ricoprivano solo un ruolo di copertura. Rose Leslie nei panni della figlioccia di Diane è stata una completa rivelazione, conosciuta da tutti per essere stata la Bruta Ygritte in Game Of Thrones. Il personaggio di Maia ci è piaciuto sin da subito, specialmente nel vederla in un contesto completamente differente da quello a cui eravamo abituati. Ho trovato tremendamente carino lo sforzo da parte dell’attrice di cercare di americanizzare il suo accento inglese, ci vuole ancora qualche miglioramento ma di sicuro vedremo passi avanti con la prossima stagione.
Oltre a lei abbiamo modo anche di rivalutare il personaggio di Lucca Quinn, la quale non è più la semplice spalla femminile di Alicia come nelle ultime stagioni (in assenza di Kalinda), qui invece le è stato dato molto più spazio, rivelandosi un personaggio estremamente frizzante e interessante per come è stato gestito. Senza contare tutto il resto del cast che ha svolto un lavoro davvero sensazionale.
E’ molto più sfrontata del suo predecessore
The Good Fight ha dato ai King l’opportunità di fare una cosa che effettivamente in The Good Wife mancava. La prima stagione ci ha mostrato un approccio molto più schietto e in un certo senso scurrile ma sensuale, come non si era visto prima. Basta pensare alla tensione sessuale tra Colin Morello e Lucca Quinn, dove prima era solo una questione di puro sesso ma alla fine si sono messi i sentimenti e il lavoro in mezzo. È una bella coppia che spero continui a intrigarci a questi livelli pure nella prossima stagione.
Questo approccio meno “polite” intrapreso da The Good Fight invece che far scadere tutto in un clichè di cose già viste ha dato un nuovo volto alla serie che non si pone problemi di mostrare anche nella trama un atteggiamento più sfrontato sia sui casi giuridici che nelle trame degli altri personaggi (nella puntata dove Maia è molestata dal suo ex, vediamo che vengono mostrate le foto di lei nuda, fatte quando ancora era fidanzata con un uomo). E in sette stagioni di The Good Wife a conti fatti non si era mai visto un nudo a questi livelli.
Una pioggia di guest star (vecchie e nuove)
Per capire a pieno The Good Fight bisogna vedere The Good Wife prima proprio per questo motivo. In 10 puntate i King sono riusciti a inserire così tante vecchie glorie e qualche novità che una persona che non ha mai visto la serie madre, non riuscirebbe ad apprezzare appieno la bellezza di questa cosa. Abbiamo visto la Tascioni, Kresteva, Sweeney, Marissa etc.. e sono diventati parte integrante della trama, incastrandosi perfettamente nella storia, specialmente per il loro background sviluppato precedentemente.
Riguardo le nuove guest, segnalo la presenza di Jane Lynch nella 1×09 nella parte di un agente federale che deve incastrare Maia per i guai causati da suo padre, dove è stata meravigliosa e spero tanto di rivederla nella prossima stagione.
Stagioni di The Good Fight composte da solo 10 puntate
Si dice che le cose belle durano poco ma certe volte è anche meglio così. Rispetto alle 22 puntate a stagione, i King per lo spin-off hanno puntato a stagioni più contenute, composte da soli 10 episodi. Certo così la stagione sembra volata in un soffio ma abbiamo avuto modo di farci un giro veramente concentrato e soddisfacente. Ormai il trend delle produzione seriali segue questa logica, cioè di fare stagioni più ridotte sia per motivi di costi, sia perché non si rischia più di incappare in filler insensati che scocciano lo spettatore. Credo che il merito di questa rivoluzione sia dovuto anche ormai all’avvento di Netflix dove le stagioni non superano mai le 13 puntate (oltre ad essere subito disponibili in blocco) e il successo riscosso da questo nuovo approccio si sta espandendo anche al di fuori del servizio streaming.
Continui riferimenti a The Good Wife
Durante le 10 puntate i riferimenti al passato sono veramente tanti, dalle svariate volte in cui è nominata Alicia (che vi assicuro non vedremo mai in questa serie), ai vecchi eventi ricordati dalle guest star. Ma ci sta un evento particolare che viene ricordato nel pilot e nell’ultima puntata di questa stagione di The Good Fight. I King hanno voluto ricordarci il legame tra Will Gardner e Diane Lockhart, la loro amicizia che era già cementata sin dalla prima stagione di The Good Wife. Nel pilot vediamo una foto di loro due assieme, durante la festa di pensionamento di Diane. Nella puntata finale di questa stagione il loro ricordo di Will Gardner è un colpo al cuore, perché viene mostrato in ospedale, quando Diane vede i piedi di un corpo su una barella a cui mancava la scarpa, come ci venne mostrato Will. Abbiamo pensato tutti la stessa cosa, come Diane anche a noi è gelato il sangue.
Ero stato catturato già dal pilot ma l’intera stagione ha spazzato ogni dubbio. The Good Fight è tutto quello che ho sempre voluto e che la serie madre in parte non era riuscito a darmi. È sicuramente una delle novità migliori del 2017 al momento e degno successore del capolavoro da cui è arrivato. Non vedo l’ora di vedere cosa ci riserberà la seconda stagione e chi ritornerà. Di sicuro non vedremo più Alicia, il suo tempo è passato ed ora è il momento di Diane e dei restanti personaggi dell’universo creato dai King.