The Handmaid’s Tale – Recensione 1×07/1×08 – Jezebels/The Bridge


The Handmaid’s Tale ci rilascia due episodi che vanno molto a braccetto tra di loro (ma che mi trovo ad accorpare in una doppia recensione per necessità universitarie).

In Jezebels ci allontaniamo dai luoghi che abbiamo imparato a conoscere per recarci in un luogo di perdizione, in cui il Comandante decide di portare Offred “per trascorrere del tempo insieme”. Questo bordello racchiude in se tutto il controsenso di Gilead, sbattendoci in faccia come gli uomini continuano ad avere la carne deole e come, alla fin fine, a loro tutto è concesso purché stiano attenti. Dalle puntate precedenti avevamo avuto una visione molto drammatica della vita coniugale a Gilead, dove essenzialmente marito e moglie non potevano avere nessun tipo di vita sessuale insieme dal momento in cui non potevano procreare, ma adesso ne vediamo anche l’altro lato della medaglia, quello che vede l’uomo trasgredire.
In Jezebels il focus si allontana da June per concentrarsi su un’alra figura maschile, quella di Nick. Per riuscire a capire che cosa è successo e come si è formata la nuova repubblica, è indispensabile conoscere gli uomini che vi sono dietro. Il ruolo di Nick, in quanto Occhio, fino ad ora non era mai stato molto chiaro: possiamo fidarci di lui? Non posssiamo? Ma dopo questo episodio è chiaro che, pur stando dalla parte di Gilead, è anche lui una vittima, manipolato nelle idee quando era debole e vulnerabile.
In Jezebels emerge di Nick il lato più umano, quello che lo porta ad esternare la gelosia nel vedere June in determinati atteggiamenti, truccata e abbellita per il Comandante. A seguito di ciò tronca repentinamente il rapporto con la ragazza, come se June avesse effettivamente giocato un ruolo attivo nella vicenda. Non ha potere decisionale e questo Nick lo sa, eppure ciò non lo ferma dal sottoporre June all’ennesima ingiustizia, rendendola di nuovo vittima impotente.

Ma June non vuole più essere impotente, non vuole più essere una vittima. Andare a Jezebels le ha permesso di rincontrare Moira, che aveva creduto morta fino a quel momento. Apre maggiormente gli occhi su un’altra realtà e un’altra sfaccettatura di Gilead, dell’estensione della crudeltà di quel mondo.
E infatti the Bridge risulta un episodio dal tenore decisamente diverso e vediamo la June che abbiamo visto anche in passato, quella che non vuole assolutamente arrendersi alla condizione che le viene imposta. La privazione del rapporto con Nick sembra fungerle da scossone e la fa risvegliare. Diventa parte attiva dell’organizzazione Mayday e così torna a Jazebels, stavolta non come una gattina impaurita di qualunque cosa possa succederle lì, ma come soggiogatrice. Ormai ha capito il punto debole del suo Comandante (recidivo, oltretutto, perché si intuisce che con la precedente Ancella ha compiuto azioni molto simili se non identiche), e lo sfrutta per mettere in atto la silenziosa ribellione che sembra essere alle porte.

Ciò che più colpisce di The Bridge, però, è Janine. Madeline Brewer ha svolto un lavoro meraviglioso nel dare vita a questo personaggio dolce e ingenuo, tanto distaccato dalla realtà da far apparire la sua presenza in quell’universo ancora più dolorosa da sopportare rispetto a tutto il resto. Decide di porre fine alla sua vita con un gesto che era percepito come inevitabile, in una presa di coscienza dolorosa e che ha portato a delle conseguenze anche al suo precedente Comandante. La mancanza di flashback ha reso il presente ancora più importante.

Si sono messi in moto innumerevoli meccanismi e questo sicuramente ci condurrà ad un episodio conclusivo di stagione decisamente avvincente.

About Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey. Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

Check Also

Casual

Casual – Recensione 3×05 – Look at Me

Anvedi la cara Valerie! Ed io che pensavo che volesse qualcosa di serio, invece è …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *