The Handmaid’s Tale – Recensione 1×05 – Faithful

Better never means better for everyone. It always means worse, for some.

Proprio quando avevamo iniziato a credere che il Comandante fosse diverso dagli altri, eccolo che distrugge ogni nostra aspettativa e si dimostra essere esattamente come il resto della classe dirigente di questa società distopica e misogina.
Faithful si apre lasciandoci intravedere uno spiraglio di positività, con Offred ed il Comandante impegnati in questo rapporto quasi fedifrago nei confronti di Serena. Giocano, flirtano, lui addirittura le fa dono di una rivista che, come in ogni oppressione, è categoricamente vietata. È una piccola boccata di aria fresca, che però non è destinata a durare. Non appena ne ha l’occasione, Fred ricorda subito ad Offred chi è e quale è il suo ruolo all’interno di quella società distopica. Lui non è assolutamente diverso, nella sostanza, rispetto a tutti gli altri, questo non ce lo dobbiamo dimenticare.
Il problema di “funzionamento” dello scorso episodio viene superato e ora Fred si sente così tanto coinvolto da lasciarsi andare ad un gesto di passione, che mette Offred in grande difficoltà: se Serena lo scoprisse, se scoprisse dei loro incontri segreti, per lei sarebbe la fine.

Molto interessante, in questo contesto, è la nuova reazione di Serena. Nello scorso episodio abbiamo scoperto che con molta probabilità Fred è sterile e, se inizialmente Serena si è scagliata contro di Offred di fronte alla notizia di non essere ancora incinta, stavolta affronta il problema con un nuovo pragmatismo: questo problema può essere gestito in altro modo, lo stesso modo proposto dal dottore. Serena si sta rivelando un personaggio molto più interessante e colmo di sfaccettature del previsto, la cosa che si evince, alla fine, è una: il suo desiderio di essere madre supera qualsiasi cosa.

L’uomo di fiducia con il quale avere questo concepimento è Nick, che infine scopriamo essere un Occhio come Offred aveva sempre sospettato. In The Handmaid’s Tale la linea di confine che separa il mondo che conosciamo dal nuovo mondo è molto netta, eppure in alcuni casi sembra sbiadirsi. La cerimonia potrà avere un nome diverso, ma è pur sempre uno stupro; eppure abbiamo visto come lo stupro vero e proprio in questo mondo sia condannato con grande asprezza e, qualora avvenga, rappresenta una delle poche (forse la sola) valvola di sfogo che hanno le Ancelle nel vendicarsi. Gilead è una Repubblica di contraddizioni e di ingiustizie, ma ogni volta riusciamo anche a scorgere delle piccole prese di potere da parte delle Ancelle.
Con Offred assistiamo ad una vera e propria ri-presa in possesso del proprio corpo e della propria sessualità. Stavolta non si tratta di una cerimonia, ma di sesso fatto come piace a lei, stando sopra. A rendere questa puntata particolarmente più struggente ci sono i flashback, sempre molto azzeccati in contrapposizione con ciò che accade nel presente. Vediamo June insieme a Luke, la nascita del loro amore, mentre lui era già sposato e lei si barcamenava tra le conoscenze su Tinder.

Emily, invece, ha deciso di diventare finalmente libera. Dopo che l’avevano privata di tutto – quasi di tutto, non le hanno tolto il coraggio – si è ripresa la sua libertà. Ha preso una delle macchine nere e ha guidato, non tanto per scappare (è rimasta sempre lì intorno), ma per sentirsi libera. Cosa ne sarà, adesso, di lei è difficile da capire – si tratta pur sempre di una donna fertile quindi non è sicuro che la uccidano – ma sarà un vero peccato non vedere più la Bledel in questo ruolo, nel caso la uccidano.
Piccola nota a margine, la Moglie presso sui prestava servizio Emily, che da un grande spunto di riflessione nel suo gesto compassionevole: nonostante anche loro siano delle complici in questo meccanismo distorto e malato, non è detto che debba necessariamente piacergli e che non possano mostrarsi compassionevoli.

Nel darvi appuntamento alla prossima puntata vi invito a passare da Yvonne Strahovski Italy e da The Handmaid’s Tale Italia – Il racconto dell’ancella.

About Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey. Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

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