John Grisham nella sua carriera ha scritto tantissimi libri, gialli giudiziari, ma degli oltre 30 libri scritti solo uno racconta una storia vera: The Innocent Man, tradotto in Italia con il titolo L’Innocente e pubblicato da Mondadori nel 2006.
Se avete letto il libro, sapete benissimo che fa male leggerlo. Il documentario segna altrettanto chiunque si avvicini ad esso.
È il 7 dicembre 1982 quando durante la notte Debbie Sue Carter, una cameriera ventunenne di Ada, nell’Oklahoma, viene barbaramente uccisa nella sua casa. Ad essere accusato dell’omicidio e delle sevizie subite furono Ronald Keith Williamson, un aspirante e promettente giocatore di baseball e il suo amico Dennis Fritz. I due vengono ritenuti colpevoli dalla giuria e condannati il primo alla pena di morte e il secondo all’ergastolo. Questo fin quando nel 1999, grazie a nuove prove e al coinvolgimento dell’Innocence Project i due vengono scagionati dal test del DNA.
Se avessi scritto L’Innocente come un romanzo, le persone non ci avrebbero creduto – John Grisham
Il documentario The Innocent Man espande i fatti accaduti ad Ada in riferimento anche ad un altro omicidio avvenuto nel 1984, quello di Denice Haraway. Quattro condanne ingiuste, quattro uomini imprigionati ingiustamente. I due casi non sono minimamente collegati, tranne dal fatto che sono avvenuti ad Ada e che in entrambi la polizia ha usato i sogni dei sospettati come prova a loro carico. Purtroppo questo aspetto, i sogni utilizzati come prova incriminante dalla polizia di Ada ripetutamente, non viene approfondito abbastanza e forse in questo si è perso un po’ lo scopo del documentario. Sarebbe stato interessante capire come mai lo stato dell’Oklahoma approvi l’utilizzo di una prova così dubbia.
La serie è stata creata da Ross M. Dinerstein e Clay Tweel, l’autore John Grisham, oltre a comparire nel documentario, è anche uno dei produttori esecutivi. Nel corso dei sei episodi sono presenti moltissime interviste, anche ai parenti delle vittime, che approfondiscono i dettagli del caso e i molti modi discutibili con cui il sistema giudiziario ha imprigionato ingiustamente quattro uomini innocenti. Per sottolineare meglio alcuni aspetti più controversi, ogni episodio include anche delle drammatiche ricostruzioni degli omicidi e termina con una sorta di cliffhanger che invoglia lo spettatore a guardare l’episodio successivo, approfittando appieno quindi della formula di binge-watching che ha reso famoso Netflix.
Sono inevitabili i paragoni con il documentario giudiziario più famoso di Netflix: Making a Murderer. Ma a differenza di questo al quale la famiglia Halbach non ha voluto partecipare, la voce delle vittime qui è ben rappresentata e si aggiunge al coro dei quattro uomini condannati ingiustamente e che combattono per la loro libertà. Tuttavia rispetto a Making a Murderer, il documentario non aggiunge nulla a quello che il grande successo letterario di Grisham aveva già fatto per i due casi di omicidio.
Se siete amanti dei documentari true crime non potete assolutamente perdervi The Innocent Man, la storia di come il fallimento della giustizia abbia tradito sia le famiglie delle vittime sia quelle delle persone ingiustamente accusate del crimine.