Quella di martedì è stata una grande giornata per i fan della serie di Showtime, The L Word, in quanto è stata data la notizia che il network sta lavorando ad un sequel della serie originaria che vedrà il coinvolgimento di Ilene Chaiken, Jennifer Beals, Katherine Moennig e Leisha Hailey.
In maggio, Entertainment Weekly aveva riunito parte del cast della serie e tutte le ragazze avevano espresso interesse per il ritorno della tanto amata serie incentrata su un gruppo di amiche lesbiche di Los Angeles. Adesso il sequel è vicino alla sua realizzazione.
EW ha parlato in esclusiva con la Beals sul perché questo sia il momento giusto per il ritorno di The L Word in TV.
Allora, com’è venuta fuori l’idea di un sequel?
Jennifer Beals: Qualche anno fa, Kate, Leisha ed io abbiamo contattato Ilene perché eravamo scioccate dal fatto che niente aveva preso il posto di The L Word. In un certo senso, adesso c’era una sorta di rinascita grazie al fatto che i matrimoni egualitari fossero in prima linea. Era un terreno diverso e pensavamo di poter iniziare a raccontare la storia in modo diverso, visto che c’è un’intera nuova generazione che vede la sessualità in un altro modo rispetto a prima. Ilene era impegnata con Empire; era molto entusiasta dell’idea, purtroppo però un giorno è composto solo da 24 ore.
Poi ci sono state le elezioni. Ricordo che ero in South Dakota e, mentre guardavo i risultati, ho mandato un messaggio ad Ilene dicendo “Dobbiamo fare qualcosa”. Lei mi ha risposto “Riuniamoci e parliamone”. Quindi abbiamo buttato giù qualche idea su cosa fare ed io ho detto che la nostra specialità è raccontare storie, quindi dobbiamo fare questo e sicuramente, in un’atmosfera di odio crescente verso la comunità LGBT e in generale su tutti coloro categorizzati come “altri”, storie che esplorano la complessità dell’amicizia e dell’amore sono le uniche cose che contano. Bisogna rappresentare tutto, non si può tornare indietro. Mi piacerebbe tantissimo vedere la serie continuare a scavare a fondo i suoi temi originali di amicizia, amore e comunità, e in più vorrei che andasse un po’ più avanti e sfidasse l’eteronormalità.
La reunion è stata d’aiuto?
La Showtime aveva dato l’ok per lo sviluppo del prequel prima del servizio fotografico, ma probabilmente questo ha solidificato la loro decisione, e credo che inoltre abbia fatto entusiasmare ancora di più i fan. Leisha, Kate ed io ricevevamo sempre messaggi su Twitter che dicevano “Riportatela! Riportatela! Riportatela!”, ma credo che quell’articolo abbia dato una spinta in più e dato la possibilità al pubblico di insistere ancora un altro po’.
Cosa ha spinto te, Kate e Leisha ad essere produttrici, questa volta?
Beh, credo che Ilene l’abbia gentilmente proposto perché sapeva che sarebbe stata impegnata anche con altri progetti, per non parlare del fatto che non potrà guidare questa serie molto da vicino. Ilene ha sempre creato un ambiente in cui puoi andare da lei a proporre idee. Quindi, in un certo senso, in questo caso si tratta di codificare quello che abbiamo più o meno sempre fatto. Naturalmente ci saranno più responsabilità, ma nello stesso tempo è più emozionante averle.
State scegliendo gli showrunner al momento?
Sì. Lo adoro, adoro lo sviluppo. Mi diverte proprio quel processo. Adoro ascoltare le diverse proposte che la gente ci porta, persino adesso che siamo ancora agli inizi.
E si spera che tornerà il cast originario di The L Word?
Sì. Mi piacerebbe molto. Sarebbe fantastico.
Durante la reunion, Kate era irremovibile sul fatto che la sesta stagione dovesse essere dimenticata – e a quel punto Jenny sarebbe viva. È qualcosa di cui avete discusso?
Bisogna assolutamente sentire le idee di quello che vogliono fare. Quelle persone andranno ad assumersi un carico enorme. Hanno davanti la storia della serie, il suo lascito, eppure deve migliorarla e farla loro. Quindi, a questo punto credo sarebbe problematico imporre troppo. Voglio sentire quello che hanno da dire, quello che li entusiasma e quali storie vogliono raccontare, perché la cosa diventa interessante nel momento in cui permetti a qualcuno di esprimersi appieno.
Dove speri sia Bette adesso? A me piacerebbe vederla in una posizione politica.
Non voglio neanche dire cosa mi piacerebbe vedere, a questo punto, perché credo che per me sia più importante essere aperta ed ascoltare le idee della gente e non rimanere bloccata nei miei desideri. Se qualcuno dovesse dire “Credo che dovrebbe essere una cheerleader dei Dallas Cowboys”, dirò “Beh, non credo sia una grande idea”. Ti immagini? Sarebbe divertente [ride].
Sai qual è la tabella di marcia per la serie?
No, affatto. Credo che una volta trovata la persona giusta, sarà tutto veloce.
Tu hai fatto tantissime cose nella tua carriera, ma The L Word sembra essere quella più significativa. Come la qualifichi?
Ci sono altre serie che ho sentito molto personali. Ilene ed io parlavamo e la pensavamo allo stesso modo sul fatto di quanto The L Word ci abbia viziati, in quanto ha cambiato ciò a cui volevamo essere legati. Qualsiasi tipo di narrazione il cui scopo non è quello di cambiare il mondo non è energizzante. Noi siamo stati molto, molto fortunati di far parte di qualcosa che è stato sia piacevole che significativo e vogliamo mandarlo avanti ancora un po’. Per quanto riguarda me, era la prima volta che venivo a contatto con una straordinaria comunità di attivisti. Ho imparato cos’è l’attivismo attraverso The L Word ed ha rappresentato una svolta nella mia vita.
Beh, la serie ha avuto un grande impatto per tutti e sono felice che stia per tornare. Sembra giusto che voi tutte torniate.
Devo trovare una parola diversa rispetto a “reboot”. Per altre serie, diciamo che la capisco questa parola, ma in questo caso è come dire “Dobbiamo tornare perché c’è bisogno di noi”. Ce n’è bisogno, il che è una richiesta diversa.