Con Vikings di History Channel ancora in onda, The Last Kingdom – un telefilm con una trama molto simile – poteva sembrare un surplus nel panorama televisivo moderno, eppure in qualche modo si rivela complementare allo show di Michael Hirst, con un protagonista nuovo sulle scene, ma un cast di supporto stellare e molto convincente. Prodotto dagli stessi autori di Downton Abbey, The Last Kingdom è l’adattamento televisivo della saga di Bernard Cromwell, intitolata The Saxon Stories (Le Storie dei Re Sassoni, libri tradotti ed editi in italiano da Longanesi), una storia spartana che non si perde in inutili sentimentalismi ma racconta senza peli sulla lingua la spietatezza di quel tempo.
La storia inizia in Northumbria nell’anno del signore 866, quando un giovane ragazzo sassone di nome Uthred perde il padre in seguito ad una razzia vichinga prima di essere rapito lui stesso. The Last Kingdom ci racconta la storia di questo ragazzo che si conquista l’amore e la fiducia del suo rapitore, tanto da essere considerato da questo come un figlio, finché il destino non si mette ancora in mezzo e lo riporta a confrontarsi con il mondo sassone in cui è nato. In effetti questa è la storia di un uomo che si trova in mezzo a due fuochi: diviso tra la lealtà verso il fratello adottivo e la sete di vendetta per la morte del padre contro il riconquistarsi quello che è legittimamente suo e che era di suo padre, guadagnandosi la fiducia del re sassone, Alfred il Grande.
“Tutto quello che rimane dell’Inghilterra è il Wessex,” dice Alfred il Grande a Uthred. “La nascita dell’Inghilterra, l’idea di un singolo regno chiamato Inghilterra deve partire da qui. Non c’è nessun altro posto.” Ed è con queste parole che ci vengono svelati i piani dell’ultimo re indipendente dell’Inghilterra rimasto dopo l’invasione vichinga. Ed è probabilmente con queste parole che Alfred si conquista se non il rispetto quanto meno l’interesse di Uthred. Tutti gli episodi sono caratterizzati da piani tattici e da alleanze in continuo mutamento in un mondo politicamente instabile, in un modo che all’inizio è un po’ confusionario, ma si dimostra sempre più avvincente con il passare degli episodi.
Per certi versi The Last Kingdom è quello che The Bastard Executioner della FX avrebbe dovuto essere con più sangue, sesso e violenza. Ha una storia più convincente (ma soprattutto avvincente) e dei personaggi più riusciti a cominciare dal protagonista (interpretato da Alexander Dreymon), senza dimenticare re Alfred (David Dawson), grandissimo stratega con piani di conquista e unione dell’intera Inghilterra oltre che di cristianizzazione della popolazione vichinga. C’è anche una sorta di umorismo blasfemo come quando Uthred cerca di spiegare la differenza tra il paradiso cristiano e il valhalla dei vichinghi.
Grazie ad un buon mix di storia e finzione, The Last Kingdom si può definire come il ritratto della collisione di due culture in un periodo difficile caratterizzato principalmente dalla violenza. In un certo senso questa serie televisiva rappresenta una similitudine del mondo moderno: della sua instabilità politica e dell’ondata migratoria di cui l’Occidente è protagonista al momento. L’integrazione è sempre stata difficile fin dall’inizio dei tempi e non si è mai conquistata con facilità e la storia raccontata in The Last Kingdom ne è un esempio lampante di questa verità storica.
Purtroppo ancora non si hanno notizie su una possibile seconda stagione e quindi ancora non sappiamo se questa oltre ad essere la prima stagione di The Last Kingdom sarà anche l’ultima, ma noi di Serial Crush speriamo di no.