L’arrivo di The Last Tycoon è stato propizio per Jennifer Beals.
L’attrice cinquantatreenne, conosciuta principalmente per Flashdance e The L Word, interpreta la forte e richiesta star di Hollywood Margo Taft, che fa la sua prima apparizione durante il terzo episodio della nuova serie di Amazon e prova che con una donna forte non bisogna giocare.
Nei panni di Margo, la Beals mostra una donna – che tiene segreta la sua identità di razza mista – che non ha paura di rivendicare ciò che vale ed obbliga persino i registi a mostrare le loro parti intime prima che lei inizi a girare i loro film.
Recentemente la Beals ha avuto una conversazione telefonica con ET in cui ha parlato del suo nuovo emozionante ruolo in The Last Tycoon, serie ambientata negli anni ’30, in cui sono presenti anche Matt Bomer, Kelsey Grammer e Lily Collins, ed ha dato un aggiornamento riguardante il tanto atteso revival di The L Word.
Come sei arrivata a questo ruolo?
Jennifer Beals: Mi è caduto dal cielo. Ho ricevuto una chiamata dal mio agente che mi ha detto che [lo sceneggiatore] Billy Ray voleva parlarmi di un personaggio che aveva concepito per The Last Tycoon – non è un personaggio presente nel libro – e voleva presentarmelo. È successo poco prima di Natale, l’anno scorso, credo. E mi disse quello che aveva in serbo per Margo Taft ed io praticamente incominciai a tremare perché ero terrorizzata.
Hai detto che hai iniziato a tremare. È stato un segno che ti ha fatto capire che dovevi unirti al cast?
Quella è tutta un’altra storia. Questa cosa qui mi accade in modo involontario, come quando ho partorito (ride). Quindi è stato proprio un buon segno che mi ha detto che dovevo tuffarmi.
Cosa ti ha detto Billy Ray sul tuo personaggio per farti avere una reazione così viscerale?
Mettere quella storia in quel contesto storico con tutte quelle cose che succedevano ad una singola persona era semplicemente straordinario. Sapevo che avrei dovuto esplorare ogni sorta di tema diverso e che non è una cosa che si fa con superficialità. Bisogna scavare a fondo. È stato davvero molto divertente. Ci sono strati di performance che Margo Taft regala ad ogni momento – c’è la scoperta di chi sia a livello più elementare, c’è il creare la donna che vuole presentare al mondo, c’è l’attrice che vuole presentare al mondo. Tutte queste maschere vengono paradossalmente indossate per raggiungere una certa parvenza di libertà per poi arrivare ad essere chi è veramente come artista, che è incredibilmente appassionata e potente. La vedete portare avanti questo paradosso e dovete continuare a staccare ogni strato e vedere come tutti sono connessi tra di loro. È un’abile stratega.
Margo è stata originariamente descritta come una “manipolatrice”. È una descrizione esatta?
Sono convinta che il termine manipolatrice sia riservato a quelle donne che sono delle strateghe e che dobbiamo ripensare a questa cosa. Dato che è una donna, anche oggi, la gente l’ha descritta come una manipolatrice e la cosa non ha alcun senso. Lei è un’abile stratega e usa qualsiasi cosa abbia per ottenere quello che vuole, proprio come fanno Pat Brady [il personaggio di Kelsey Grammer] o Monroe Stahr [il personaggio di Matt Bomer]. Lei non ha una vita amorosa. C’è solamente la sua carriera ed il suo percorso come artista. Tutto qui. Tutte le strade portano a Roma. Ogni strada che lei percorre riguarda quello, cioè essere in grado di realizzarsi e, in un certo senso, riscrivere i libri di storia col modo in cui si esibisce. Anche se tutta la società le ha detto che non è niente di che in ogni categoria, internamente la sua risposta è “Andate al diavolo, otterrò quello che merito e quello che merito è straordinario”.
C’è stata libertà nell’interpretare qualcuno che non era presente nella storia originaria di The Last Tycoon?
Oh, assolutamente. Sono una grandissima fan di F. Scott Fitzgerald, del tipo che mi definirei una groupie. Quindi è fantastico non avere la sua voce in testa – in quanto ho tanto rispetto per lo stile, l’epoca e tutto il resto. Credo che sarebbe stato difficile. Lui è talmente amato; io lo adoro.
C’è qualcosa del tuo personaggio che rispetti più di ogni altra cosa o che hai imparato ad apprezzare man mano e che non ti aspettavi?
Il profondo amore nei confronti della madre, per la quale avrebbe fatto di tutto. Di fatti, la maggior parte delle cose che fa, le fa per poter garantire ad entrambe una libertà finanziaria e un’ascesa. Questo non vuol dire che non è una relazione complicata, ovviamente, ma la madre è colei che la conosce meglio, non c’è nessun altro che sa davvero chi sia, ed è il centro della sua vita. A parte questo, amo il suo modo di usare le parole. Amo il fatto che possa facilmente inserirsi in una situazione e brandire le parole come se fossero una spada da samurai (ride).
In che ambiti pensi che Margo potrebbe migliorare?
Nell’umiltà. Non si rende conto del suo ego. L’ego è molto importante per alcune cose, ma bisogna essere consapevoli che potrebbe rappresentare la propria disfatta.
Com’è stato lavorare con Matt Bomer e Kelsey Grammer?
Loro due sono stati prevalentemente i miei partner di scena e lavorare con loro è un dono incredibile in ogni singolo momento di ogni giorno. È fantastico iniziare la giornata lavorando con Kelsey e poi proseguire durante il pomeriggio a lavorare con Matt. Sono molto abili e generosi.
Qual è stata la scena più complicata da girare?
Quando ho scoperto la morte della madre, è stato bruttissimo, come se avessi potuto iniziare a piangere da un momento all’altro solamente al pensiero. Una volta finito, ho fatto un piccolo balletto. Ero molto contenta che avevamo finito perché sentivo una sorta di peso addosso. È stato straziante perderla.
Che cosa hai portato con te da questa esperienza in The Last Tycoon?
Per prima cosa, è il personaggio che preferisco tra tutti quelli che ho interpretato in vita mia, in assoluto, al punto che mi mancava tantissimo quando ero lontano da lei, anche mentre guidavo, mi mancava come quando ti manca un’amica che è appena morta. Quindi una volta ho accostato ed ho chiamato Billy Ray dicendogli “So che questa è una domanda molto strana, ma per caso hai qualche monologo per Margo che non hai mai usato e che potresti mandarmi?”. E lui mi ha risposto “Non ne ho, ma te ne scrivo uno”, quindi ho avuto l’opportunità di incontrarla lavorando su quel pezzo.
Questa è una rara occasione in cui ti sei sentita profondamente connessa ad un personaggio da voler rimanere con lei?
Non essere in grado di lasciare andare a tal punto è stato molto insolito e tendente alla malattia (ride). Sì, è stato insolito. Normalmente non mi capita.
Sei anche in Taken della NBC. C’è qualcosa per cui sei emozionata di far ritorno alla serie per la seconda stagione?
Ogni giorno in cui riesco a recitare è un giorno emozionante. Non so a cosa andrò incontro. Abbiamo un nuovo showrunner ed un nuovo cast. Abbiamo tantissimi nuovi elementi. Devi semplicemente essere aperto a ciò che l’universo ti sta mandando e vedere come va.
Dobbiamo parlare del revival di The L Word alla Showtime. C’è voluto un po’ di tempo affinché si palesasse ed arrivasse ad un punto in cui era vicino all’ok, soprattutto con il cast originario?
Beh, non mi è permesso parlarne ufficialmente, ma la Showtime è molto impegnata a riportare la serie in TV. Non ci sono “se, e, ma” – tutti sono molto impegnati. È colossale; è epico nel vero senso della parola. Sono molto felice. Stanno succedendo così tante cose, davvero, il mio bicchiere trabocca.