The Leftovers – Recensione 1×03 – Two Boat And An Helicopter

Le altissime aspettative di The leftovers, nuova serie della HBO, purtroppo non vengono confermate dai numeri; infatti dopo, un buon risultato della premiere, gli ascolti sono scesi ad 1 milione e 700 mila spettatori, e sebbene il risultato possa ritenersi discreto, ormai anche i canali via cavo, in particolare i grandi nomi (AMC, HBO, FX,) sono abituati a ben altri numeri.
Non sempre, però, gli ascolti sono indicativi della qualità del prodotto. La serie si era presentata, con il primo episodio, piuttosto bene, cosa che non si è potuta dire per la seconda puntata, che aveva presentato quasi solamente gli aspetti negativi ed un avanzamento nella storia quasi pari a zero.
Le storyline, per ora, risultano le principali debolezze di questo show, però in Two boats and an helicopter ci si prende una netta pausa e la musica cambia già nel giro di pochi minuti.

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Le storie che conosciamo, i personaggi, tutto è fermo per lasciare entrare in scena una figura appena intravista, il prete Matt Jamison interpretato da Christopher Eccleston.
La prima cosa che notiamo è come Eccleston risulti molto più sciolto, e generalmente decisamente migliore di Justin Theroux, fin troppo spento nelle scene e, pur non tenendo sulle spalle un intero episodio come Eccleston, risulta noioso e non affascina affatto.
L’ introduzione di questo personaggio dà vita all’episodio migliore di questo terzetto e la serie compie un netto salto di qualità sia per scrittura, ma soprattutto perché in generale la puntata risulta fatta elegantemente e confezionata alla perfezione.
Eccleston riesce a dare profondità da subito e lo spettatore da subito riesce ad immedesimarsi in lui, o meglio in Matt: un prete che conserva la speranza che, nonostante tutto quello che è successo, che la gente in futuro torni a credere; un uomo giusto, fin troppo, tanto da diventare terribilmente cinico anche di fronte alla scomparsa di numerose persone; non ha neanche lui una vita facile, ma diversamente dei personaggi che abbiamo visto finora, la maggior parte dei suoi mali vengono da se stesso.

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Su The leftovers solitamente c’è sempre molto da dire grazie alle molte storie, oggi forse non troppo perché in fondo tutto quello che vediamo è la vita di Matt Jamison.

L’unico personaggio rilevante che vediamo è Nora che scopriamo essere la sorella del prete e così riusciamo a conoscere meglio anche lei, sebbene in minima parte, e la sua attrice per quei pochi minuti in cui la vediamo riesce a dare un’ottima prova recitativa.
Matt è una persona cinica e su questa caratteristica vertono infatti anche tutti i suoi problemi: c’è l’odio verso le persone che criticano i defunti e l’ira come causa del mancato desiderio di mantenere la chiesa nel finale di episodio. Essa, infatti, viene comprata dai C.S. proprio perché aveva soccorso due di loro che erano stati aggrediti beccandosi così lui stesso una sassata in testa.

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Ad aggiungere un’ulteriore nota tragica troviamo sua moglie paralizzata su un lettino, della quale si prende cura insieme alla badante.
Dopo il finale di puntata sarà da vedere quale piega prenderà questo personaggio, da aggiungere inoltre che questo è un personaggio totalmente creato da Lindelof e mai citato nel libro, se non mi sbaglio. Può sembrare strano ma senza copie cartacee Lindelof dà vita alla figura più affascinante e ben realizzata di tutta la serie.
In particolare da sottolineare la fotografia delicata ed elegante che accompagna i gesti di questo personaggio sempre insieme ad una colonna sonora già notevolmente lodata.

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Sebbene l’episodio risulti meraviglioso però non si puo’ certamente stare tranquilli, perchè non rappresenta affatto la certezza che la serie abbia intrapreso la strada giusta, ma più che altro una conferma delle immense potenzialità e di quello che potrebbe essere.
Perché essere negativi dopo una puntata come questa? Semplice, rappresenta un’interruzione di tutta la narrazione generale vista nei primi due episodi e dal prossimo non si parlerà più soltanto del prete, ma torneranno tutte le varie storyline. Se soltanto la serie mantenesse sempre il tono e soprattutto la sceneggiatura come in questo episodio già potremmo essere soddisfatti anche perché è un episodio solo su un personaggio di 56 minuti, ma fila liscio come l’ olio e soprattutto perché è The leftovers si arriva ai titoli di coda senza accorgersene minimamente.

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