A una puntata dal finale di stagione e, purtroppo, anche della serie, And the Fatal Separation mette un bel po’ di carne sul fuoco, tanto che a fine puntata devo ammettere ero alquanto confusa. Già tirare in ballo Shangri-La e il Re delle Scimmie è di per sé un fatto enorme, se poi ci aggiungi anche il doppio gioco di Eve (almeno pare), il sacrificio di Charlene (Jane Curtin), l’amore segreto ed eterno di Jenkins e indizi sparsi qua e là su chi morirà nella prossima puntata, è difficile a livello emotivo somatizzare gli argomenti trattati. Un minestrone di informazioni che alza il livello dell’hype e anticipa il “caos” che si scatenerà nell’ultima puntata.
Ma andiamo con ordine. L’episodio, diretto da Jonathan Frakes (il famosissimo comandante William T. Riker di Star Trek), si apre con la cosa più bella che ho visto in questa stagione, almeno finora, cioè Stone che impara le arti marziali direttamente dal mitico Re delle Scimmie nientepopodemenoche a Shangri-La, l’utopica città che secondo la tradizione protegge il segreto della vita eterna. Sarò banale, ma nominami Shangri-La e il Re delle Scimmie e la mia mente non può fare a meno di perdersi in fantasie centenarie di una valle rigogliosa protetta dai monti dell’Himalaya. Ma non è solo per questo che ho apprezzato questa puntata. Shangri-La ci viene presentata come una fonte eterna e pura di magia bianca gestita dal Re delle Scimmie e che se dovesse cadere nelle mani sbagliate, potrebbe seriamente sbilanciare l’equilibrio tra bene e male a favore di quest’ultimo.
Il male, che è rappresentato da Apep (vi ricordate Apep?), è decisamente il grande assente della puntata, se non della stagione in generale. Rispetto ai suoi colleghi villain, Dulaque e Prospero, Apep finora è stata una figura aleatoria, poco presente e oserei dire anche poco incisiva nello sviluppo della trama. Non so se questa è una scelta dettata da problemi di budget o altro, ma è indubbio che è un problema reale della terza stagione. Tanto che risulta quasi ridicolo vedere una Charlene, primo guardiano della Library, davvero spaventata da un’entità che noi finora non abbiamo percepito così pericolosa, causa le poche apparizioni. Di lui sappiamo che può prendere il possesso delle persone e creare il caos, ma solo questo non basta a giustificare il polverone che si è alzato intorno a questa figura, almeno dal mio punto di vista. Per farla breve, ritengo che il personaggio di Apep sia stato delineato in modo talmente approssimativo che mi risulta difficilmente credibile che due personaggi come Charlene e Flynn, che ne hanno viste di cose che noi umani non possiamo neanche immaginare, sono talmente impauriti da lui da arrivare a sacrificarsi.
Ma a parte questo, non ci sono altre critiche che si possono fare all’episodio. Ogni personaggio, egualmente, ha avuto il suo momento di approfondimento e di sviluppo, in primis Jenkins, che nelle passate stagioni è stato fin troppo sottovalutato a mio parere. In questa puntata in particolare scopriamo il lato umano, che in parte ci avevano già anticipato, dell’immortale cavaliere Galahad. E’ innamorato da una vita, che nel suo caso è bella lunga, di Charlene, che però non ricambia e a quanto pare sono secoli che prova a farglielo capire. Questa è davvero una rivelazione che non mi aspettavo. Quando parlò con Cassandra della donna che amava, ho immaginato che si trattasse di un amore pre-immortalità, mai che si trattasse di Charlene (e comunque io non ho perso le speranze per Jensandra!). La dolcezza di Jenkins nel dire addio all’amore della sua vita mi rimarrà stampata nel cuore a vita.
Finalmente abbiamo un episodio Stone-centrico come non ne avevamo dalla seconda stagione. Stone, per motivi a noi ancora sconosciuti ma che possiamo immaginare abbiano a che fare con la battaglia finale, è stato spedito dalla Library ad imparare le arti marziali dal Re delle Scimmie (Ernie Reyes Jr.), con cui instaura anche un rapporto di fiducia e stima reciproca. Dopo aver salvato il Re dall’incantesimo di Lam (Robert Wu), il magico bastone, o meglio la staffa, gli dona dei poteri, ancora non noti, attraverso dei tatuaggi che si imprimono sulla sua pelle, e né lui né il Re possono opporsi. Mi gioco 50 euro sul fatto che questi poteri o incantesimo o quello che è, farà la differenza nella battaglia finale.
E infine l’evento che più di tutti ci ha lasciato a bocca aperta, il possibile doppio gioco di Eve. Ad attaccare Shangri-La non è stato Apep ma il DOSA, più specificatamente il generale Cynthia Rockwell (Vanessa Williams), che voleva avere un tête-à-tête con Eve, di cui scopriamo essere il famoso mentore. Cynthia rivela ad Eve che è stata lei ad organizzare il primo incontro con Flynn così da poter avere una spia all’interno della Library, perché spera di poter mettere le mani sul suo tesoro un giorno, anche se maschera il tutto dicendo di voler solo difendere gli innocenti abitanti dell’America. La debole difesa che Eve fa del suo gruppo non convince nemmeno noi, figurati il capo del DOSA. Credo che le parole che Charlene le sussurra abbiano a che fare con il suo tentennamento e non è un caso che dopo la sua dipartita troviamo Eve meditabonda nella stanza delle candele. Da che parte deciderà di stare alla fine Eve?
Questa ed altre domande troveranno risposta solo nella prossima puntata, come per esempio se Cynthia per tutto questo tempo è stata posseduta da Apep o no, o perché le candele di Charlene ed Eve sono così simili, mi rifiuto di credere che sia solo perché sono entrambe della Guardiane. Comunque mi rimane triste pensare che è rimasta solo un’ultima grande avventura da vivere con i nostri librarians preferiti.
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