E anche questa terza stagione se ne è andata, portandosi però dietro un’ottima notizia per la serie e i suoi fan. Dopo nemmeno due giorni che è andato in onda il finale di stagione, And the Wrath of Chaos, è arrivata la notizia che ci sarà una quarta stagione (giubilo in tutto il regno!). Non sapete che peso sul cuore mi sono tolta sapendo che non dovrò dire addio per sempre ai Librarians, se potessi riempirei la recensione di gif festeggianti. Ma prima di addentrarci nell’incespicante groviglio delle congetture su come verrà sviluppata la serie e se ne vale ancora la pena, vediamo cosa è successo nel finale di stagione.
Molto probabilmente ciò che avrà spiazzato i neofiti della serie sarà stata la velocità con cui si sono svolti i fatti, e anche se io ormai ci ho fatto l’abitudine, posso capire benissimo quanto possa dare fastidio. A fine episodio ti senti sollevato per il lieto fine, ma hai una confusione tale in testa che quasi non ti ricordi quand’è che la situazione nella trama ha iniziato a precipitare. Tranquilli, è normale. Questa è una delle caratteristiche peculiari della serie, film prequel compresi. Nell’ultima puntata o verso la fine, nel caso dei film, le cose accelerano in modo negativo finché il protagonista sconfigge il cattivo di turno e trionfa il bene. Banale e precipitoso? Certamente, ma in una prospettiva più ampia da anche sicurezza. Per farla breve, tra un Red Wedding e la morte di Mary Watson ogni tanto è rinfrescante poter gioire anziché soffrire ad ogni battito di ciglia. Quindi, come ho detto già precedentemente, ben vengano serie leggere come The Librarians.
Nell’ultima recensione avevo detto come, più delle altre, in questa stagione il villain principale fosse stato alquanto assente, e dopo averlo visto spiccicare più delle quattro parole che ha pronunciato nel corso delle puntate, devo dire meno male. Amin El Gamal (Apep) sarebbe stato davvero deludente come cattivo sia per quel poco che abbiamo visto, sia perché ormai la categoria dei villain è diventata un’istituzione nelle serie tv e presentarne uno poco delineato e decisamente non credibile può fare davvero male alla stagione, se non al telefilm in generale. Anche se The Librarians non fa parte di quella rosa di telefilm che fanno dell’antagonista un punto fondamentale dello show, deve comunque mantenere una prospettiva ampia e adeguarsi in qualche modo. Se capisce che il cattivo di questa stagione non mi ha entusiasmato?!
Quello che invece mi è piaciuto moltissimo è il fatto che a salvare la giornata non è stato Flynn come al solito, ma Cassandra, Ezekiel e Jake sfruttando saggiamente le esperienze fatte e i doni ricevuti nel corso delle puntate. Ho apprezzato molto questa conclusione perché in qualche modo corona lo sviluppo che i personaggi hanno intrapreso durante la terza stagione. Sono maturati talmente tanto, sia come librarians che come persone, da non aver più bisogno di essere salvati da Flynn, ma anzi sono loro a salvarlo. E Flynn finalmente ha capito che non c’è bisogno di portarsi tutto il peso del mondo sulle spalle ed essere sempre l’unico a sacrificarsi, non più, ora può delegare e godersi un po’ di più la vita insieme ad Eve (sento profumo di fiori d’arancio).
Eve probabilmente è stata la vera protagonista dell’episodio, diretto dal grandissimo Marc Roskin che è stato anche il produttore esecutivo della saga cinematografica. Durante la stagione abbiamo visto, anche grazie al ritorno di Charlene, quanto fosse importante la figura del Guardian, ma ne abbiamo davvero capito l’importanza solo nel finale insieme ad Eve. Un Guardian non è mai egoista ma pensa sempre al bene della Library, non ci pensa due volte a sacrificarsi, è pronto anche al tradimento se questo lo aiuta a raggiungere il suo scopo. Ed Eve, anche per la morte di Charlene, è diventata un vero Guardian, ha mosso le fila della trama ed ha manipolato egregiamente tutti quanti compresi noi, non dandoci mai, nemmeno per un secondo, la possibilità di dubitare del suo voltafaccia. Il piano ha la firma di Flynn a caratteri cubitali, ma senza Eve sarebbe stato totalmente impossibile portarlo a compimento.
La terza stagione ha insegnato ai Librarians che il lavoro di squadra può portare a compimento qualsiasi missione per quanto difficile possa sembrare all’inizio, compreso sconfiggere il Dio egizio del Caos, perpetrando così la tradizione del franchising di dare una morale alla storia, in modo che sia i protagonisti che il pubblico possano imparare un’importante lezione che aiuti a maturare. Ma ci ha anche dato la possibilità di rivedere due graditi personaggi, Charlene ma soprattutto Judson (Bob Newhart) che ho sempre adorato, e di indagare un po’ il lato umano di Jenkins, che per fortuna sta diventando sempre più un personaggio fondamentale per la serie.
E’ giusto che facciano una quarta stagione? Devo ammettere che il modo in cui si è concluso il finale di stagione secondo me poteva essere una perfetta chiusura della serie, ma il cuore prende il sopravvento, quindi sono molto felice di sapere che le avventure dei nostri Librarians non sono concluse. Che cosa vedremo nella quarta stagione? E’ decisamente troppo presto per saperlo, ed è impossibile anche solo immaginare chi sarà il nuovo antagonista, anche perché difficilmente il telefilm lascia aperta una parte della trama alla fine della stagione, perciò non ci resta che aspettare che qualcuno (Dean Devlin) spifferi qualcosa. C’è da dire, comunque, che in tre stagioni abbiamo assistito a una climax crescente sia per quanto riguarda la trama che lo sviluppo dei personaggi, perciò la nostra fiducia per una quarta stagione all’altezza se la sono ampiamente meritata.
Prima di chiudere e darvi appuntamento presumibilmente al prossimo anno (circa), non posso non menzionare Flynn che si aggira nella Library sottraendo, dove possibile, i reperti ad ignari agenti della DOSA, utilizzando le sue doti di scippatore, l’elmo dell’invisibilità e il nascondersi sulla parte superiore di una libreria, o quando si è ritrovato tête-à-tête con un dipinto che lo ritraeva da giovane, chiaro omaggio alla saga cinematografica, provocandogli sia nostalgia che un senso di pace. Come se ce ne fosse bisogno, queste scene hanno aumentato la stima che provo per questo attore, non so voi ma io pretendo più Noah Wyle nella quarta stagione.
Vi saluto e vi do gioiosamente appuntamento per la quarta stagione, voi fatemi sapere se il finale e la stagione in generale vi ha soddisfatto e non dimenticatevi di passare alla pagina The Librarians Italia.
Stay tuned