The Marvelous Mrs. Maisel – Fra femminismo e comicità, Amy Sherman-Palladino colpisce ancora

Se siete ancora furiosi per lo sviluppo degli eventi in Gilmore Girls: A Year in The Life, ma, al contempo, provate una profonda nostalgia per Stars Hollow, quest’ultima perla frutto dell’ingegno dei coniugi Palladino riuscirà dove il revival Netflix ha fallito.
The Marvelous Mrs. Maisel è una dramedy ambientata nella New York degli anni Cinquanta, la cui protagonista, Miriam (Rachel Brosnahan) detta Midge, vive la vita perfetta: un marito in carriera, una posizione economica agiata, due figli ed una relazione coniugale apparentemente idilliaca. Tuttavia, l’incanto si spezza presto e la vita di Miriam viene sconvolta quando scopre che il suo rapporto di coppia è tutto fuorché saldo ed imperituro come aveva programmato; da casalinga e moglie appagata si ritroverà a tentare di avviare una carriera come comica, professione per la quale scopre di avere un inaspettato talento.
L’intera serie porta su di sé l’inconfondibile marchio di fabbrica di Amy Sherman-Palladino ai suoi tempi migliori: in una fedelissima riproduzione delle battaglie verbali fra Lorelai e Rory, i dialoghi in The Marvelous Mrs. Maisel sembrano alimentati da caffeina pura, con velocissimi scambi di battute ed un umorismo pungente. Sebbene per ovvie ragioni storiche manchino i riferimenti alla pop culture cui i suoi precedenti lavori ci avevano abituati, la showrunner sopperisce a ciò con abbondanti citazioni politiche, comiche e non ultimo culturali – la scelta di focalizzarsi sulle dinamiche di due famiglie di origini ebraiche, infatti, dà vita ad alcune delle battute migliori dell’intera serie, esperimento che la Palladino aveva già tentato, in nuce, con i coreani Kim di Stars Hollow.
A degli ottimi script, tuttavia, devono corrispondere anche degli interpreti altrettanto degni di nota. Rachel Brosnahan è assolutamente perfetta nel ruolo di Midge, catturando in toto l’attenzione dello spettatore e comunicando un coacervo di emozioni anche nelle (pochissime) scene che la vedono in assoluto silenzio. Le fanno da contraltare Alex Borstein, eccellente nei panni della manager e amica Susie, Michael Zegen, perfetto come marito fedifrago Joel, e molti altri, primo fra tutti Tony Shalhoub, padre di Midge ed assolutamente caustico nel suo umorismo da matematico, alimentato da quel pizzico di disapprovazione e disillusione tipica del capofamiglia di un nucleo familiare a maggioranza femminile. Come in Stars Hollow, il contorno è importante tanto quanto il centro: Midge è la protagonista, ma non regge lo show da sola, anzi – se non ci fosse una caratterizzazione adeguata dei personaggi attorno a lei, tutti dotati di quel tocco di stravaganza che i Palladino tanto amano, la serie non sarebbe altrettanto godibile.
Le indiscusse protagoniste dello show sono proprio le donne e la questione femminile. Se prima della fine del suo matrimonio Midge incarnava appieno lo stereotipo di donna degli anni Cinquanta, madre e moglie perfetta, quando le sue certezze crollano si trova ad essere promotrice di una vera e propria controcultura: si scontra con i genitori che vorrebbero incolparla di quanto accaduto con Joel o spingerla a tornarci assieme nonostante il tradimento, lotta con chi ritiene che le donne non possano essere divertenti né usare parole scurrili, solleva con eleganza la questione della maternità come passo obbligato e dimostra di essere molto, molto di più di un bel viso (come dice Joel, lei è tanta roba – “a lot”).

“Perché le donne devono fingere di essere qualcosa che non sono? Perché dobbiamo fingere di essere stupide quando non lo siamo? Perché dobbiamo fingere di essere indifese quando non lo siamo? Perché dobbiamo fingere di essere dispiaciute quando non c’è nulla di cui dobbiamo essere dispiaciute? Perché dobbiamo fingere di non avere fame quando abbiamo fame?”

Con un ritorno ad un tema caro alla Palladino, The Marvelous Mrs. Maisel è un manifesto di empowerment femminile come fu Gilmore Girls prima di lui: con il sarcasmo di cui solo le persone estremamente intelligenti sanno fare uso, vengono toccati temi scottanti per l’epoca, alcuni irrisolti addirittura nel nostro 2018, che è cominciato proprio all’insegna di discorsi analoghi. La stessa creatrice dello show ha dichiarato di aver avuto difficoltà nel trovare un canale interessato allo show, perché “i network si focalizzano sulle donne solo in un certo modo. Se sei una tipa dura in tv, è perché ti hanno messo una pistola in mano. Ma te ne vai ancora in giro correndo in leggins e stivaletti col tacco e – c’era questo show in cui il mondo era praticamente esploso e questa donna dell’FBI va in giro come se fosse appena uscita da Marc Jacobs e io reagisco tipo ‘ecco, questo è il problema con i network’. Perché questa donna non lo farebbe, semplicemente non lo farebbe. Mi spiace se è questo che voi pensate sia attraente“.
In sostanza, restano alcuni capisaldi stilistici a porre la firma indiscussa di Amy Sherman-Palladino, ma The Marvelous Mrs. Maisel rappresenta comunque una boccata d’aria fresca nel mondo televisivo.
Se sopportate una parlantina inarrestabile e non vi spaventano scambi di battute veloci ed ai limiti del politically correct, dedicate un weekend alla prima stagione di questo show Amazon: otto episodi che scorrono come acqua fresca ed è già confermata la seconda (con l’arrivo di un volto molto, molto caro ai fan di Gilmore Girls…). Solo, munitevi di caffè prima.

Allegra Germinario

Un mix letale fra Buffy Summers e Lorelai Gilmore, trovo da sempre conforto in un mondo fatto di libri e serie tv. Fra i miei preferiti vanno annoverati Buffy l'Ammazzavampiri, Dexter, Justified, Banshee, Sherlock, Gilmore Girls e Jessica Jones (stagione 1).

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