Dopo i primi due episodi di assestamento, con Commodities si inizia a fare sul serio. L’episodio si apre come tutti gli altri, con i quattro moschettieri intenti a consegnare Bonnair (James Callis, già visto nel piccolo schermo con Battlestar Galattica) al Re, ma basta una decina di minuti per capire che tale evento non è altro che lo sfondo di argomenti ben diversi. Quindi, se da una parte mantiene il carattere episodico della serie, dall’altra iniziamo a scavare un po’ nel passato di questi moschettieri che, se non fosse per conoscenze letterali pregresse, non conosceremmo affatto.
E’ proprio durante questo viaggio per arrivare al cospetto del Re che il tono della puntata cambia, abbandonando l’humor e la leggerezza per toccare tematiche ed eventi ben più intensi.
Bonnair – che personalmente ho trovato molto vicino come gusti e movenze al famosissimo Jack Sparrow di Jhonny Depp – si scopre essere un trafficante di schiavi, cosa che disgusta particolarmente i nostri quattro moschettieri, in particolar modo Porthos. Chi conosce l’opera di Dumas saprà sicuramente che tutto lo sdegno di Porthos nasce dalle sue origini di una schiava liberata in Francia.
Tuttavia, per quanto lo schiavismo sia deplorevole, non è illegale nella Francia del 17esimo secolo e, di conseguenza, Porthos sarà costretto ad ingoiare il rospo, almeno in un primo momento. Tutta la rabbia repressa, la lotta interiore tra ciò che sarebbe giusto fare (impedire a Bonnair di continuare la sua attività) e ciò che invece va fatto (scortarlo sano e salvo al cospetto del Re) vengono resi magistralmente da un Howard Charles completamente calato nei panni del personaggio.
Questo espediente, ben inserito all’interno della trama generale della puntata, serve appunto per dare uno spessore al personaggio ed iniziare a conoscerlo a prescindere dalle battute sagaci.
Fino ad ora abbiamo seguito la storia attraverso D’Artagnan, vivendo le vicende attraverso il suo punto di vista, ma con Commodities anche l’immedesimazione cambia. D’Artagnan viene messo da parte per dare spazio ad uno dei moschettieri che aveva più bisogno di emergere, Athos.
Viene fatta luce sul suo passato e sul suo rapporto con Milady de Winter, alternando flashback evocati ritrovandosi inaspettatamente nella sua vecchia dimora con azioni presenti che lo porteranno a ritrovarsi faccia a faccia con la sua amata. Ci sono delle forzature di copione – la stessa Milady de Winter che riesce a sapere dove si trova Athos in quello che, per altro, era un cambio di programma dettato da un incidente – ma tutto sommato passa inosservato perché inserito in una dinamica quasi onirica, in bilico tra la realtà e l’allucinazione.
Nonostante la magnifica tragicità degli eventi e l’amore puro e reale che unisce Athos e Milady, non c’è dubbio alcuno sullo stato d’animo del moschettiere: impiccare la sua amata è stata la scelta più giusta e l’onore di quest’ uomo e la sua correttezza sono di gran lunga più grandi dell’amore che l’unisce ad una donna. E questo non fa altro che conferire un’accezione più drammatica alla vicenda.
Morte chiama morte e Milady vuole riscuotere.
Se i primi due episodi mi avevano lasciata perplessa sotto alcuni punti di vista, Commodities mi ha soddisfatto in pieno. La cosa che funziona maggiormente è proprio la perfetta combinazione tra leggerezza e sostanza, ideale per un prodotto come questo, mirato comunque ad un target non troppo adolescenziale.
Aggiungo solo una cosa: Aramis :Q______________
Ma come cuce bene lui?? Fa scena anche quando non parla *ormai è andata*
Ajdscndsjvndsfvnbnvhngugnvuvndsjvn :*
Oddio se mi mettevo a parlare di lui, la recensione diventava un completo udfhvifbvòiwurfvòiwfbvòwefb con tanto di gif sclero xD
Ahahahahahaahahahah tipo come ho QUASI fatto io xD Non oso immaginare cosa combinerò alla prossima che mi tocca ahahahahahha