Dopo quasi un anno di estenuante attesa, torna finalmente sui nostri schermi il coinvolgente drama targato BBC, che narra le avventure dei Moschettieri più famosi del mondo.
Liberamente ispirata all’opera di Dumas (padre), la serie apre questa sua seconda stagione regalandoci un veloce focus sul funerale del Cardinale Richelieu.
Vorrei poter dire che sia stata una mossa inaspettata, uno shock devastante, ma tutti noi fan di Peter Capaldi (il brillante interprete di Richelieu) sapevamo che avrebbe abbandonato la serie per dedicarsi completamente al nuovo ruolo in “Doctor Who”.
Ovviamente ci dispiace per il suo prematuro abbandono, ma i Moschettieri non rimangono a lungo a corto di cattivi da battere. Pochi minuti ed il volto del nuovo villain viene svelato ai nostri eroi: si tratta del Conte de Rochefort, tirapiedi fidato del defunto Richelieu. Il conte si mostra da subito in tutta la sua ambiguità, suscitando una spontanea antipatia da parte dello spettatore.
Salvato dall’impiccagione e catturato, successivamente, dai Moschettieri, Rochefort vuole a tutti i costi conquistare la fiducia del Re, che noi sappiamo essere un allocco conclamato, incapace di prendere decisioni autonome. Più volte nel corso della passata stagione abbiamo visto come il caro Louis si sia fortemente appoggiato al Cardinale, e ora che la sua spalla è venuta tristemente a mancare, il capriccioso sovrano si rivolge a Treville, offrendogli una posizione di tutto prestigio al proprio fianco.
Ahimè Treville è un uomo troppo ligio al dovere e di sani principi per lasciarsi corrompere dalla politica, dettagli che portano al suo rifiuto il quale, involontariamente, spiana la strada a Rochefort.
Forte del suo recente ritorno in patria dopo anni di prigionia spagnola, al Conte basta poco per attirare le simpatie del sovrano e mettere in atto il proprio piano, che lo vede giurare fedeltà alla Spagna in cambio della libertà. E l’intrigo prende forma con la comparsa dell’ambasciatore spagnolo, Don Fernando Perales (mi raccomando, segnatevi questo nome), complice e alleato di Rochefort.
Il primo obiettivo che si pone il Conte – continuando sulla scia tramandatagli dal suo mentore – è la distruzione dei Moschettieri. Come possiamo notare cambiano i cattivi, ma la solfa è sempre la stessa. In particolare, le mire distruttive di Rochefort si concentrato sul quartetto delle meraviglie composto dai già noti Athos, Porthos, Aramis ed il novello moschettiere D’Artagnan.
Non mi ero resa conto di quanto mi fossero mancati finché non li ho rivisti in azione! Quelle quattro meravigliose creature sono – come è giusto che sia – il punto forte dell’episodio e non disattendono le aspettative. Tra azione, chiacchiere e battute sempre in grado di smorzare la tensione in una determinata situazione, anche di crisi, e al contempo alleggerire la pesantezza che potrebbe derivare dalla prolungata durata della puntata, i moschettieri tirano le fila di tutte le storyline le quali convergono, inevitabilmente, su di loro, intrecciandosi alle vicende personali di ognuno, ma di queste parleremo più avanti.
L’operazione di questo primo e fantastico episodio è salvare il Generale De Foix, amico fraterno del Capitano Treville, nonché ex compagno di prigionia di Rochefort.
Sebbene le intenzioni del Conte possano sembrare nobili in un primo momento, si scopre presto che la sua è tutta una tattica per far fuori i moschettieri, indebolendo quindi la guardia a protezione del Re, e uccidere anche De Foix, una voce scomoda che potrebbe intralciare i suoi piani.
Peccato che Rochefort abbia fatto male i propri conti. Nonostante provi in tutti i modi a mettere in difficoltà i nostri eroi, loro si dimostrano sempre più scaltri e con parecchi assi nelle maniche che gli consentono di portare a buon fine l’operazione di recupero, sebbene De Foix torni in patria gravemente ferito e Rochefort ottenga comunque il comando delle Guardie Rosse, prendendosi un merito che non gli appartiene.
Assieme al Generale, i Moschettieri portano in salvo anche la di lui sorella, Lucie, la buongustaia della puntata che si lancia addosso al bel D’Artagnan alla prima occasione. E come darle torto?
Peccato che io shippi troppo lui e Constance, la mia seconda OTP dopo Aramis ed Anna.
Alla fine della prima stagione ci hanno lasciato con l’amaro in bocca, separando una delle coppie con un forte potenziale romantico. Sappiamo benissimo che Aramis ed Anna non potranno mai stare insieme, sia per ragioni di stato che di buonsenso, perciò tutte le mie speranze adesso le ripongo in Constance e D’Artagnan che una possibilità concreta potrebbero avercela.
Io per farla facile, ucciderei Bonacieux e buonanotte, ma lì sarebbe troppo facile e poco nobile, perciò mi tocca fangirlare in silenzio anche sui loro litigi, sperando che prima o poi la loro storia trovi uno sbocco per fiorire decentemente.
Per quanto Constance finga di non amare più D’Artagnan, la troviamo a fantasticare su di lui e ad incassare lo sfogo del ragazzo col cuore spezzato che, nonostante tutto, intercede presso la Regina affinché la donna diventi la nuova dama di compagnia della sovrana, cosa che la porta a vivere a palazzo e quindi a stretto contatto con il bel protagonista.
Il “Tu hai bisogno d’amore e d’avventura. Ed io posso darteli entrambi.” detto da D’Artagnan alla sua amata, è secondo me la descrizione perfetta del loro amore nato, appunto, tra un colpo di spada ed una missione adrenalinica.
Dall’altro canto ritroviamo, invece, Aramis ed Anna, la ship impossibile. L’amore platonico che diventa carnale e crea la vita. A mio parere è il più bello ed emozionante proprio per la sua impossibilità. Sappiamo tutti che il Delfino di Francia altri non è che il figlio di Aramis e, come lo sappiamo noi, lo sanno anche loro due. L’unico che ancora non si è accorto di niente è appunto il Re, ma questo segreto rimarrà tale a lungo oppure no.
Sul finire dell’episodio, assistiamo a due scottanti rivelazioni, una delle quali riguarda appunto Aramis: Richelieu non smette di creare scompiglio nemmeno dalla tomba ed il nome di Adele Besette torna alla ribalta dopo la sua prematura comparsa nell’episodio pilota. Aramis scopre che la donna da lui amata è stata fatta uccidere dallo stesso Cardinale in quanto colpevole di amare ed aver scelto l’uomo sbagliato. Questa nuova prospettiva getta in confusione il moschettiere e insinua la paura che qualcosa di così orribile possa accadere anche ad Anna e al loro bambino. Per quanto ci piacerebbe vedere Aramis nelle vesti di padre (sarebbe di una tenerezza devastante!), dobbiamo prepararci all’eventualità che i rapporti tra i due amanti saranno più freddi oltre che tesi nei prossimi episodi. Che peccato!
L’altra rivelazione di cui vi accennavo, riguarda Porthos ed il suo passato sempre più misterioso ed intricato. Il Generale De Foix porta con sé un dettaglio illuminante assieme al nome, e triste al destino, del padre di Porthos, un certo Belgard compagno d’armi di De Foix e Treville, morto chissà quando e chissà dove, ma soprattutto chissà perché. Sul letto di morte al Generale viene un rigurgito di sincerità che potrebbe gettare nello scompiglio la vita del moschettiere. Treville insiste per tacere, ma i nodi stanno per venire al pettine. Non ci resta che continuare a seguire le avventure dei Moschettieri e promuovere a pieni voti la premiere della seconda stagione.
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