Torniamo a parlare di una delle ultime stagioni più deludenti sfornate dalla BBC, questa volta, tanto per cambiare, The Musketeers non sembra tanto campato per aria, ma ha una struttura, e soprattutto una trama, abbastanza decente. Al centro di tutto l’episodio c’è un complotto per uccidere i nostri amatissimi Moschettieri, il primo a cui viene teso un agguato è proprio il bel capitano, Athos.
Prima di parlare di Athos, però, parliamo della sua ultima fiamma: Sylvie. Allora, io non voglio essere razzista, né dire che l’attrice non sia brava o bella, ma quante possibilità ci sono che una ragazza di colore, una zingara, una donna del popolo avesse quel tipo di cultura, ma soprattutto fosse così tanto ascoltata e seguita come leader?!? Cioè, gli sceneggiatori esattamente cosa si sono fumati per poter credere una tale cosa possibile? In quale universo parallelo? A quel tempo le Regine (Elisabetta I in Inghilterra quasi un secolo prima era stata più volte sul punto di perdere il trono) faticavano a mantenere i loro regni e una gitana qualsiasi invece raccoglieva consensi per tutta Parigi in un mondo di uomini? Siamo proprio nel regno del soprannaturale, altro che nella Francia del XVII secolo! Va bene, ho sproloquiato abbastanza, torniamo ad Athos. Come dicevamo, lui è il primo ad essere messo sotto attacco da un Grimaud assetato di sangue, tuttavia indovinate un po’? La nostra Sylvie è una donna dai mille talenti e riesce ad ammazzarlo, beh quasi, quanto meno. Tutto questo trambusto porta però Athos alla realizzazione che anche i suoi tre più cari amici e compagni d’arme sono in grave pericolo.
E passiamo ora all’allegro terzetto. Non mi starò nemmeno a lamentare della vuota – e dedicata solo al fanservice – relazione tra D’Artagnan e l’ormai inutile figura di Constance che serve quasi più come collegamento tra i Moschettieri e la Regina Anna che non come personaggio vero e proprio. In una parola: un grandissimo spreco di uno dei personaggi migliori che Adrian Hodges avesse messo noi davanti. (Non li perdonerò mai per aver reso Constance inutile!) Ma torniamo a parlare di questo episodio di The Musketeers… Grimaud e Feron hanno congiurato per far cadere i restanti 3 membri dei moschettieri in una ben congegnata trappola, attirandoli, con l’inganno, in un’imboscata. Tuttavia Aramis viene in qualche modo salvato dal Re che gli chiede ordina di accompagnarlo in un pellegrinaggio. Così D’Artagnan e Porthos si ritrovano in una brutta – brutta situazione da soli. Il loro combattimento rappresenta, sotto alcuni punti di vista, il vero significato di The Musketeers: quando si parla di moschettieri infatti ci si immagina un pugno di uomini (4 per la precisione) che combattono, contro tutti i pronostici, uno scontro che sembra impossibile da vincere, riuscendo a trionfare contro tirannia e inganno grazie a bravura, spirito di sacrificio, onestà, fedeltà e – perché no? – anche un pizzico di fortuna. E questo è stato ampiamente rappresentato. La fortuna e la fedeltà arrivano sotto forma di un Treville e un Athos che vengono in soccorso dei nostri eroi.
Se D’Artagnan e Porthos hanno rappresentato l’epitomo perfetto di The Musketeers, il momento narrativamente più teso lo abbiamo sicuramente quando vediamo Aramis e lo scontro tra lui e Re Luigi. Prima di parlare di tutta la faccenda, fatemi soltanto dire questo: ma quanto dona la malattia – o la paternità – a Luigi XIII? Fino all’anno scorso era un brutto anatroccolo – goffo e ridicolo – e invece adesso è diventato quanto meno affascinante, sempre ridicolo, ma con qualche momento di figaggine. Torniamo a parlare di cose serie. Aramis e il Re, dopo un’intensa chiacchierata su Dio e sulla Morte hanno un’accesa discussione su quanto intimo sia stato il rapporto tra il bel Moschettiere e la Regina di Francia. E Re Luigi è molto chiaro su un punto in particolare: Aramis non è e non sarà mai un padre per il Delfino di Francia e lui farà suo compito l’assicurarsi che il suo desiderio sia rispettato. Sicuramente dopo tutte queste rivelazioni finalmente capiamo il motivo del risentimento che il Re prova per la Regina e soprattutto capiamo che, nonostante l’apparenza, Luigi non è proprio il tonto che lo avevamo creduto essere. Problemi personali a parte, il Re si trova, inconsapevolmente, anche molto vicino all’eventualità di essere ammazzato a sangue freddo dal fratellastro. Per fortuna (?) Feron si ferma, ma perde la vita quando Grimaud si accorge del suo pentimento e del fatto che il Governatore di Parigi non vuole più avere una parte nel mettere Gaston il lamentoso sul trono. Il pentimento di Feron, quindi, ne segna anche la disfatta totale e la morte per mano del suo ex alleato che scappa insieme a Gaston dalla capitale francese nell’attesa del momento giusto per attaccare e impadronirsi del trono.
Ed arriviamo alla scena che ha fatto battere il cuore di tutte le Annamis lì fuori:
Che posso dire? Sono anche io una Annamis convinta e shippo questi due come se non ci fosse un domani, mi dispiace molto per Luigi XIII, ma seriamente, avete visto Santiago Cabrera?!?! Lo amavo già nella sua particina in Merlin, figuriamoci qui!
Tutto sommato questo episodio è stato il migliore della stagione, finora. Colpi di scena, situazioni dove abbiamo davvero avuto l’impressione che i nostri Moschettieri potessero avere la peggio (anche se sappiamo tutti che di certo non possono morire a 4 episodi dal gran finale), importanti sviluppi nella trama orizzontale. Talmente importanti che questo episodio di The Musketeers aveva quasi il sapore di un finale. Possiamo immaginare infatti che Grimaud non tornerà a Parigi finché Luigi XIII non sarà morto, quindi mi chiedo esattamente di cosa tratteranno le prossime 4 puntate, ma dopo Death of a Hero, sono davvero curiosa di scoprirlo!
Sono rimasta un po’ delusa solo dalla mancanza di Milady, la sua assenza è ampiamente sentita – non solo perché come interesse amoroso di Athos è sempre stata più interessante di quanto Sylvie potrà mai essere, ma anche perché nel bene o nel male fa parte della storia di The Musketeers e sembra che proprio sul finale ne manchi un pezzo importante. Capisco che l’attrice fosse incinta e abbia tutto il diritto di andare in maternità, tuttavia mi chiedo se non sarebbe stato possibile farle comunque girare qualche scena, per amore di continuità, in fondo Kerry Washington di Scandal ha girato un’intera stagione con lampade posizionate ad hoc per nascondere il crescente pancione della gravidanza, cosa che uno di quei bei mantelli che Milady De Winter indossa continuamente avrebbe potuto fare con tranquillità. Anche un’apparizione breve, giusto per dare un senso di chiusura al suo personaggio e sapere cosa ne è stato di lei. Ad ogni modo ho ancora 4 episodi per sperare in una sua – anche fugace – apparizione.
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