The Rookie è dunque partita. La serie TV che vede Nathan Fillion nei panni della recluta più vecchia della polizia di Los Angeles, John Nolan, ha buone frecce al suo arco e un cast all’altezza.
Sinossi.
John Nolan, dopo il divorzio e il fallimento della sua attività edilizia, decide di cambiare vita e diventare un poliziotto. Inizia così un nuovo percorso di vita a 40 anni che lo porterà a confrontarsi con superiori sospettosi e la nuova generazione dinamica e vitale.
Fin da questi primi due episodi, è chiaro che il personaggio di Nolan è stato tagliato su misura per Nathan Fillion, che gigioneggia da par suo in tutte le scene o quasi degli episodi visti finora. Il ruolo del quarantenne arrivato al capolinea che decide di dare una botta al passato e alla famiglia per intraprendere la carriera di poliziotto.
Il cast.
John Nolan (Nathan Fillion) è ovviamente circondato sia da giovani reclute come lui che da poliziotti già esperti ad un passo dalla promozione a detective. Fra le reclute, la serie si concentra 5 personaggi, oltre al protagonista abbiamo le reclute Jackson West (Titus Makin Jr), Lucy Chen (Melissa O’Neil) e 3 sergenti istruttori, Tim Bradford (Eric Winter), Alyssa Lopez (Angela Diaz), Talia Bishop (Afton Williams).
Nel corso dei 2 episodi è subito apparso chiaro che gli showrunner stanno puntando decisamente sulla creazione di micro-trame che riguardano la vita su strada delle 3 pattuglie in giro per le vie di Los Angeles. L’aspetto più interessante è che l’interazione fra i vari personaggi a livello di dialoghi è davvero ben fatta e The Rookie ti fa subito entrare in sintonia con le loro aspettative, speranze e storie.
In sostanza, la serie non punta a strabiliare con effetti speciali, ma basa tutto sulle storie dei personaggi e sulla grande abilità di Nathan Fillion supportato da un cast che sembra davvero ben selezionato. Faccio una menzione particolare per Melissa O’Neil già vista in Dark Matters che ho trovato molto ben affiatata con il vulcanico Nathan.
La dura vita della recluta.
Lo ammetto, mi aspettavo il classico e stereotipato sergente alla Full Metal Jacket e non ci sono andato troppo lontano. La filosofia che le reclute sono per antonomasia, creta da modellare e i vecchi come Nolan sono pietre, rendono il Sergente Wade Grey (Richard T. Jones) il perfetto alter ego di John Nolan con l’unico scopo nella vita di rendergli impossibile il suo percorso fra le reclute.
The Rookie ci mostra in una chiave forse meno drammatica e cruda di serie come Adam 12, come vive una pattuglia di polizia nell’affollata Los Angeles e quando la tensione sale, si preferisce alleggerire con una battuta o un episodio assurdo, come quello dell’inseguimento del fuoristrada guidato da una sposa in scarpe da Tennis stile Julia Roberts.
Potremmo semplificare the Rookie come una serie che divide la parte personale e privata dei protagonisti con le storie che invece si svolgono per strada, cercando di creare intrecci non troppo complessi per evitare di cadere nel troppo complesso e quindi perdere una parte di pubblico, specie quello fedele a Nathan Fillion, abituato a trame abbastanza lineari.
Valutazione dei primi due episodi.
In attesa di vedere gli altri episodi di The Rookie, i primi due non hanno deluso le mie attese, nel senso che non mi aspettavo chissà quale capolavoro.
The Rookie è una serie onesta che si lascia guardare e con la quale simpatizzi subito con i protagonisti. John Nolan sembra proprio il perfetto personaggio con il quale Fillion può dare libero sfogo alle sue buonissime doti di attore sia drammatico che brillante.
Non sappiamo ancora perché il capitano dell’unità di polizia lo abbia preso come Rookie, ma appare abbastanza chiaro che la storyline orizzontale verterà su questa situazione unita alla relazione di Nolan con una delle giovani reclute.
Gli episodi non fanno annoiare e questo è già un punto a favore e la storia, seppur tratta da una vicenda realmente accaduta, è comunque originale e ABC si dimostra, in un epoca di revival e repliche, coraggiosa nel proporre comunque qualcosa di nuovo.
Se vogliamo trovare dei difetti in The Rookie, allora possiamo dire che la troppa linearità potrebbe alla lunga rendere ripetitivi gli episodi se al contempo non si costruisce una trama orizzontale solida. Le storie verticali possono anche avere diverse varianti ed essere anche divertenti e appassionare, ma serve quel pizzico di polverina magica seriale che aveva per esempio Castle e che la nuova serie fino a questo momento non sembra aver ereditato.
Solo il tempo ci potrà dire se The Rookie sarà un successo. Stando però agli ascolti, l’accoglienza non è stata proprio entusiastica e la concorrenza, specie fra i network generalisti si è fatta molto crudele per spartirsi fette di pubblico fra i 18 e i 49.
Passo e chiudo.