The Walking Dead – Recensione 7×03 – The Cell

Abbandonata la tranquillità del Kingdom con le sue amenità, ci catapultiamo nel Sanctuary degli orrori di Negan. Le differenze tra le due comunità sono da subito evidenti e profonde. Ezekiel ottiene rispetto perché onesto e saggio, mentre Negan ha instaurato un vero regime del terrore, con gente che si inchina ai suoi piedi ogni volta che appare. Entrambi sono dei “re”, e la storia ha ormai ampiamente dimostrato come i reami vengono distrutti e creati, come i governanti più duraturi sono coloro che basano il proprio potere sulla stima, e non sulla paura. Con questa puntata diventa chiaro che esiste una gerarchia tra i Saviors, la cui struttura si basa sulla fiducia che Negan ripone in una persona. Senza entrare in discorsi troppo politici, è una dato di fatto che a lungo andare gli uomini si ribellano ai soprusi, soprattutto quando, come ha evidenziato Daryl, arrivano ad un punto in cui non hanno più nulla da perdere. The Walking Dead racconta un mondo orribile con un’umanità che per sopravvivere vi si adatta ad ogni costo. Ma è questo il punto, rimane pur sempre umanità, e come tale è in grado di ribaltare la situazione in un baleno. So che può sembrare in anticipo sui tempi questo discorso, ma secondo me è una considerazione che dovremo tenere ben a mente per tutta la stagione, perché questa sarà la chiave di lettura degli eventi che seguiranno.

Cell

Lo schema dell’episodio The Cell, diretto da Alrick Riley (Wayward Pines Castle), gira essenzialmente intorno a tre personaggi, Daryl (Norman Reedus), Negan (Jeffrey Dean Morgan) e Dwight (Austin Amelio), le cui storie sono interconnesse. Visto che l’ho già menzionato, partiamo da Negan. A parte che quando entra lui in scena riesce ad oscurare tutti, anche un personaggio tanto amato come Daryl, grazie alle straordinarie capacità recitative di Jeffrey e non solo per come gli autori hanno delineato Negan. Ho l’impressione che Jeffrey si diverta un casino ad interpretare Negan, l’attenzione ai dettagli, gli sguardi significativi, la cadenza nel parlare, tutto mi fa pensare che dietro ci sia certamente tanto lavoro, ma anche una sorta di vocazione. Ci vengono svelati nuovi aspetti di questo personaggio così misterioso e affascinante. Prima di tutto sembra possedere un certo rispetto per le donne, almeno per quelle che sono sotto la sua protezione. I suoi uomini possono andare con chi gli pare, basta che loro siano d’accordo. Che ci fa capire questo? Che non usa la violenza gratuitamente, ma solo con la finalità di sottomettere le persone, e una volta ottenuto quello che vuole, la violenza non è più contemplata, almeno finché ti comporti bene. Senza dubbio è affetto dal complesso di Dio, gli piace essere adorato e temuto, e nessuno, letteralmente, può contravvenire alle sue regole. Negan non si sfida, mai. Per quelli che scappano o non fanno come dice lui non c’è nessuna pietà. Sarà la mia anima di antropologa, ma sono davvero curiosa di conoscere altre dinamiche e regole all’interno della comunità dei Saviors.

Seconda cosa che apprendiamo di Negan è che ha un’innata e grande capacità di leggere la psicologia della persona che si trova davanti. Ha una profonda conoscenza dell’animo umano e lo ha ampiamente dimostrato nella scelta di chi uccidere, sia la prima che la seconda volta, nel modo in cui ha gestito Rick, ma soprattutto nel suo capolavoro, almeno tra le cose che finora sappiamo, con Dwight. Non è una coincidenza se rimane sorpreso dal rifiuto di Dwight a partecipare, e cito, “all’happy hour del bar della passera” (questa frase non la dimenticherò difficilmente). Nessun uomo rinuncerebbe a un tale invito, a meno che non ci sia qualcosa che non va, che non per forza deve essere una cosa fisica. E Negan lo sa bene, per questo sta attento a qualsiasi cambiamento o esitazione. È intelligente e furbo allo stesso tempo, e le persone sono come creta tra le sue mani a cui dà forma a piacimento. È per questo che si è tanto intestardito nel voler spezzare Daryl, ha capito il suo valore, ammira la sua assenza di paura, e, se Daryl volesse, sicuramente lo farebbe diventare il suo braccio destro.

Ma Daryl potrà anche essere piegato, ma mai spezzato. Lo sappiamo noi, e probabilmente l’ha intuito anche Negan. Sono sette stagioni che assistiamo alla grandezza della sua forza d’animo e del suo senso della giustizia, e in questa puntata ha dato il meglio di sé. E infatti non è un caso che a farlo vacillare non è stato l’essere chiuso in una cella, mangiare cibo per cani, la minaccia di essere colpito da Lucille o l’incapacità di dormire per via della musica a tutto volume (che è riuscita, non so come, ad alleggerire e ad appesantire nello stesso tempo la scena), ma la foto post-mortem di Glenn. Il senso di colpa l’ha scalfito eccome, l’ha stretto nella sua morsa e l’ha spremuto finché non ha versato l’ultima lacrima. Ma la forza è potente nel giovane Skywalker, soprattutto il suo orgoglio. E all’ennesima richiesta di sottomissione da parte di Negan, lui risponde con sguardo fermo, fiero e intenso, in grado di gelare anche l’inferno, e scandendo bene il suo nome. Lui è Daryl. Le botte, le torture e le intimidazioni sono cose effimere. La morte non gli ha mai fatto paura e di certo non inizierà ora a temerla, soprattutto se questo significa diventare il cagnolino dell’uomo che ha massacrato, senza alcun rimorso, i suoi amici, la sua famiglia. Ma il tempo, si sa, è un grande bastardo, e se finora Negan ha delegato la cosa a Dwight, potrebbe decidere di prendere in mano la situazione, e chissà cosa ha in serbo. Quindi la domanda rimane, Negan riuscirà a spezzare Daryl?

Cell

E infine Dwight. Da quando lo abbiamo visto l’ultima volta con la pelle del viso integra che mollava Daryl in mezzo al bosco, molte cose sono cambiate. Sembra proprio che insieme alla moglie, Sherry (Christine Evangelista), abbia deciso di tornare indietro e implorare il perdono di Negan. A quanto pare Negan doveva sposare la sorella di lei, Tina (Liz E. Morgan), ma la sua morte manda in aria tutti i piani. Sherry, allora, si fa avanti e gli propone di sposare lei al posto della sorella, con la condizione, però, di risparmiare Dwight. Negan accetta, ma questo non gli impedisce di dare comunque una lezione all’uomo che è scappato, da qui la bruciatura sul volto con un ferro da stiro. Finora abbiamo schierato Dwight nella cerchia dei cattivi, ma in questa puntata ci siamo resi conto di quanto eravamo in torto. Il peso che porta sulle spalle è enorme e l’unica cosa che vuole è che lui e Sherry continuino ad essere vivi, ed è disposto a tutto per questo, anche ad uccidere un suo amico (Gordon, interpretato da Michael Scialabba). Vediamo come nel tempo ha scalato la catena di comando attraverso gli ingredienti che mette nel panino (trovata geniale a mio avviso). Ha la fiducia di Negan, più o meno. Diciamo che più che altro, dopo tutto quello che gli ha fatto, Negan è convinto di averlo in pugno. Ma è davvero così? Durante l’episodio, il rapporto che ha con Daryl cambia. Se all’inizio in qualche modo prova soddisfazione a torturarlo, come a vendicarsi di tutto quello che ha subito, verso la fine si possono notare alcuni sguardi di ammirazione per come riesce a tener testa a Negan. È molto probabile che riveda in Daryl la persona che voleva essere, quella che è stata spazzata via da Negan, ma come afferma anche lui, aveva troppo da perdere. E ci prova veramente a far capire a Daryl che il suo atteggiamento lo porterà a morte sicura, ma credo che in fondo sia contento della mancanza di cedimento di Daryl, è come se gli desse un po’ di speranza.

L’episodio è stato cupo, come del resto ci avevano già anticipato sarebbe stata tutta la stagione (qui l’intervista a Norman Reedus a riguardo), e io di certo non ho alleggerito la cosa scrivendo una recensione che potrebbe far concorrenza all’Antico Testamento, ma anche se siamo solo alla terza puntata mi sento di affermare che questa stagione è davvero fica. Lo so che manca ancora tanto, ma se queste sono le premesse, non vedo l’ora di vedere quello che succederà.

Vi saluto e vi invito a commentare con noi l’episodio, e per ulteriori notizie su The Walking Dead passate alla pagina Norman Reedus Italia.

Vi lascio il promo della prossima puntata, ricordatevi che durerà ben 85 minuti, compresa la pubblicità ovvio.

Non dimenticatevi di votarci ai Macchianera Italian Awards qui.

Stay tuned

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About Serendipity

Per descrivermi basterebbe dire che sono un'accozzaglia di immaginazione, sogni e passioni. Archeologa con mille interessi come la lettura, il cinema, il basket, la danza e la fotografia. Sono cresciuta a pane e serie tv. In tempi non sospetti ero già un'addicted di telefilm come Stargate SG1, Streghe, Buffy-l'ammazzavampiri, Xena:la principessa guerriera, Hercules, Sex and the city... fino ad arrivare ad oggi dove riconosco i giorni della settimana solo in base alla puntate che devo vedere.

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