The Walking Dead – Recensione 8×05 – The Big Scary U

Finalmente, dopo tanta attesa, The Walking Dead torna a focalizzarsi sul bad guy più amato della serie – Negan, ovviamente – e ci lascia scoprire di più dell’incontro fra quest’ultimo e il buon (ma mica tanto, in fondo…) padre Gabriel. Ma non è solo questo il pregio di “The Big Scary U”, episodio che lascia il segno poichè ci fa scoprire qualcosina del passato di Negan che, in un certo senso, viene dipinto con una luce più umana: il temibile avversario che ha tenuto Rick & Co. sotto scacco è sì un individuo sanguinario, ma sembra avere una backstory particolare – e a tratti inaspettata – dietro di sè. Negan è un crudele e affascinante bastardo, ma a tratti è possibile cogliere sprazzi di umanità in lui.
E se questo episodio, tra flashback volti a spiegare accadimenti passati e ritorni al presente, ci permette come al solito di seguire le vicissitudini di più personaggi (The Walking Dead è sempre stato un racconto corale, ricordiamolo), è unicamente quanto accade tra Gabriel e Negan nella rulotte a costituirne il cardine: tra scambi di battute, dialoghi più o meno profondi e confessioni, la claustrofobica e un po’ tarantiniana parte che li vede protagonisti è il vero fulcro dell’episodio, nonchè il momento più riuscito di questo traballantissimo inizio di stagione. Unico punto a sfavore, le modalità con cui i nostri due “eroi” riescono a salvarsi: troppo comodo lasciare il tutto all’immaginazione dello spettatore e saltare direttamente alla parte in cui i due uomini raggiungono il regno di Negan sani e salvi. Ma poi, lo saranno entrambi? Padre Gabriel non sembra affatto stare bene, che sia stato morso durante la fuga? Sarebbe l’ennesima grossa perdita per il suo gruppo, staremo a vedere. Certo, il fatto che il prete abbia avuto tutto questo spazio e che di rimando abbia funto da mezzo per far venir fuori il passato del suo avversario, non fa ben sperare, dato che di solito gli autori si concentrano così tanto su un personaggio solo quando hanno deciso di farlo fuori (vedi Denise, Sasha e innumerevoli altri esempi).
Per il resto, “The Big Scary U” non presenta nulla di particolarmente encomiabile e brillante: tra strategie interne alle due fazioni rivali e uno scontro puerile tra Rick e Daryl che si risolve – prevedibilmente – in un battito di ciglia, The Walking Dead questa volta porta a casa la sufficienza grazie al solo confronto tra due personaggi. Ormai questa serie vive (o meglio, sopravvive) grazie al carisma e alla bravura di Jeffrey Dean Morgan, ma non si può andare avanti così: lo schema ormai abusato accampamento-cattivone-guerra deve essere superato. C’è bisogno di una ventata d’aria fresca e il calo degli ascolti che di recente questo serial sta avendo è la spia che qualcosa non va e che anche gli spettatori più affezionati se ne stanno accorgendo.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio:

Clizia Germinario

Grande appassionata di cinema, serie tv e cucina, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dei telefilm a fine anni ’90, ma ne sono diventata addicted solo diversi anni dopo. Non ho un genere preferito, pur avendo una spiccata predilezione per gli show (come i film, del resto!) che parlano di vampiri e licantropi o, più in generale, di soprannaturale: non per niente il mio serial preferito è l’ineguagliato “Buffy the Vampire Slayer”.

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