Il tema della fine dei giorni ha ispirato numerosissime produzioni in ogni campo artistico, da quello letterario a quello visivo. Fra i telefilm a tema apocalittico più recenti, quelli che spiccano di più sono sicuramente The Walking Dead (AMC) e Wayward Pines (FOX), il primo basato sui fumetti di Robert Kirkman ed il secondo sui libri di Blake Crouch: tuttavia, nonostante lo scenario sia sempre quello dell’umanità ormai ridotta sull’orlo dell’estinzione, queste due Apocalissi presentano tratti distintivi estremamente differenti e una delle due, in particolare, spicca per il senso di angoscia ed il terrore che riesce a trasmettere.
The Walking Dead
La minaccia rappresentata in questo show, che ad ottobre vedrà il debutto della sua settima stagione, è quella degli zombie, qui denominati walkers, nei quali si viene tramutati ogniqualvolta si viene morsi, ma anche quando si muore per cause naturali, perché ormai l’aria, l’acqua, il cibo sono infetti – per cause ancora non spiegateci. La narrazione si concentra allora su Rick Grimes e sul suo sparuto gruppo di sopravvissuti, ma alla minaccia precedentemente enunciata se ne affianca ben presto un’altra: l’umanità rimasta. Ebbene sì, perché gli esseri umani anche in queste terribili circostanze perpetrano lotte per la sopravvivenza e il potere, che nelle circostanze difficili rappresentate vengono condotte con ancora più efferatezza e crudeltà di quello che la storia ci ha insegnato, senza nemmeno considerare che gli zombie non sono intelligenti, né veloci, né astuti e trovano la loro “forza” solo nel numero. Difatti, ogniqualvolta le cose nello show precipitano, è proprio a causa delle guerriglie fra superstiti che mandano in malora i rifugi, lasciando solo macerie. Se non ci fossero stati il Governatore, i pazzoidi di Terminus, i Wolves ed infine Negan, i sopravvissuti – che tanto pochi non sono a conti fatti – avrebbero potuto cercare di ricominciare una vita quanto più possibile normale, ma, la storia ce lo insegna, l’uomo non sempre brilla per solidarietà e capacità di far fronte comune.
Wayward Pines
Ben altro scenario quello presentatoci da quest’altro show. Ci troviamo nel futuro (precisamente la storia si svolge fra il 4014 e il 4032) e l’umanità si è completamente estinta, sostituita da creature sub-umane denominate Abbie (aberrazioni), feroci e letali. Gli unici rimasti sono appunto gli abitanti di Wayward Pines, che vivono fortificati nella loro cittadina, ma che, quando si addiviene allo scontro con le predette creature, soccombono inesorabilmente. In questo caso, stando a quanto finora rivelatoci dallo show, il mondo è davvero finito e nessuno è rimasto al di fuori della recinzione elettrificata che protegge la città; non solo, gli Abbie, al contrario degli zombie, sono veloci, forti e, alla luce degli ultimi episodi, mostrano anche capacità intellettive, di pianificazione e problem solving che li rendono dei temibilissimi avversari. Quali speranze hanno i nostri protagonisti, quando sono inferiori a livello numerico ed addirittura di QI?
The Walking Dead era nato, per me, come lo show del lunedì, quello cioè da guardare nella giornata di regola più infausta della settimana per farmi realizzare che effettivamente le cose potrebbero andar peggio di così… sì, sotto forma di epidemia zombie! Nonostante ciò, l’angoscia provocatami dallo scenario apocalittico rappresentato in Wayward Pines non ha eguali: non si può parlare propriamente di paura, in quanto non nasce per essere uno show horror, ma sicuramente mi suscita una notevole ansia. La prospettiva di un’umanità condannata, di queste aberrazioni che imperversano nel globo e lo dominano, l’impossibilità di uscire al di fuori delle mura cittadine senza essere sbranati, rendono la fine del mondo così come prospettata in questa serie ben più impressionante di quella AMC. Mentre Rick Grimes e i suoi hanno delle chance di sopravvivenza e la possibilità di incontrare persone buone come loro lungo il cammino verso una minima stabilità, i residenti di Wayward Pines sono condannati in quell’appezzamento di terreno, in cui sono stati relegati dalla volontà cieca di uno scienziato che non aveva capito la gravità del futuro. La trappola è bella che servita: come topi in gabbia, combattono contro l’estinzione con le chance di sopravvivenza che si approcciano pericolosamente allo 0.
Insomma, di sicuro nessuno dei due show mi ispira tranquillità o leggerezza e ovviamente preferirei non trovarmi mai in situazioni così estreme, ma senz’ombra di dubbio è l’Apocalisse di Wayward Pines a spaventarmi di più. E a voi quale fa più paura?
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