Timeless – Recensione 1×15 – Public Enemy N°1

Nelle petizioni relative ai rinnovi delle serie TV in bilico sono abbastanza sfigato. Avevo spinto in tutti i modi Forever, la serie ABC di cui ancora piango la dipartita, e sto spingendo in tutti i modi per il rinnovo di Timeless. So che gli ascolti non sono da major, so che esiste, come per Forever, una sorta di contenzioso circa l’originalità del prodotto portata avanti dagli spagnoli, ma Timeless è una serie da rinnovare e lo scrivente farà di tutto nel suo piccolo per far sì che questo show abbia almeno una piccola possibilità da 13 episodi.

Flynn si crede Dio?

L’episodio 15 al di là dei balzi di tempo, dal ’62 al ’31, l’appassionante fuga e ribellione del nostro Time Team, ha portato alla luce una trama finalmente appassionante, coinvolgente che mi ha trascinato in un vortice di azione e riflessione come non mi accadeva da tempo. Come ho detto qualche tempo fa, chi etichetta Timeless come una serie sui viaggi nel tempo, si perde il meglio. Il tema è molto più ampio e coinvolge tutta una serie di dubbi etici e morali.

Dagli anni 60 agli anni 30 ma senza cambi d’abito stavolta.

Il dialogo fra Flynn e il sacerdote è emblematico di come ci sia tanta profondità inesplorata, tante tematiche che si potrebbero sviluppare più ampiamente se la serie avesse un futuro. Flynn è come Dio? Insomma, se tornando indietro non si permettesse alla storia di sbagliare, di creare i mostri che l’hanno segnata, chi non lo farebbe d’istinto? Tutti io credo. Ma un conto è uccidere il mostro, altro è sopprimere chi l’ha generato.

Al capone ha avuto una parte importante nella vicenda.

La mostruosa richiesta di Rittenhouse di uccidere la madre di Flynn è qualcosa che va oltre la moralità o la modifica temporale, è qualcosa di abominevole che Lucy, Rufus e Jiya si rifiutano di fare pur sapendo quanto possa essere pericoloso Flynn a spasso nel tempo inseguendo la sua personale vendetta nei confronti della pericolosa società occulta.

Misha Collins apparso per minuti 3 prima di essere crivellato.

Nella puntata le cose vengono fuori, sembra che tutti si spoglino del loro abito e si presentino a noi per ciò che per tutta la serie si è saputo ma mai palesemente detto. L’egoismo di Wyatt che cercava la salvezza di Rebecca si trasforma in altruismo e generosità che sono caratteri più vicini al vero Logan. Sembra che il tentativo fallito lo abbia in qualche modo rasserenato, l’accettazione che per quanto lui si sforzi, il destino è quello di portare fiori alla tomba della moglie, una sorta di liberazione.

Dura convincere qualcuno che si è dalla parte del giusto vestiti in quel modo negli anni 30.

Rufus è stato per questi episodi, il personaggio più bistrattato dai viaggi nel tempo. Il colore della sua pelle in epoche in cui la schiavitù si era appena conclusa o nell’America dei primi anni ’30 in cui un nero non poteva frequentare gli stessi locali dei bianchi, sono cose che incidono l’animo di un uomo sensibile come Rufus. A tutto questo va aggiunto l’ignobile ricatto con cui Rittenhouse lo ha tenuto sotto scacco. Anche lui però si è spogliato da tutte le paure e sta affrontando questa lotta con la certezza di essere nel giusto. Aiutare Lucy a riavere la propria sorella è la cosa giusta da fare, forse l’unica cosa corretta che si può fare.

Flynn rischia di fare una carneficina a spasso nella storia pur di fermare Rittenhouse.

Lucy, dopo l’incontro con il padre è sempre più risoluta nella sua decisione di avversare Rittenhose ma soprattutto desidera riabbracciare Amy. La intimorisce l’idea che lei abbia nelle vene lo stesso sangue di un uomo che lucidamente ammette che la morte di una donna innocente sia qualcosa di giustificabile. Eppure Lucy è la stessa che ha sparato alle spalle Jesse James e che non ha impedito a Flynn di uccidere Lincoln. Ragioni diverse, legate alla storia che deve conservarsi più o meno immutata, ma che sono indizi del carattere forte e determinato di Lucy.

Aspettiamoci un finale di stagione che ci colpirà duramente.

Cosa ci attende? Un finale di stagione al cardiopalma a giudicare dal finale di puntata, una lotta a 3 fra Flynn, Rittenhouse e Time Team che rischia di lasciare noi con tanta delusione se la serie non sarà rinnovata. Proviamo a prepararci all’evenienza con amarezza e la convinzione che, come per altre serie prematuramente sacrificate sull’altare dei ratings, Timeless avesse tantissimo da dire, tanta storia da difendere e ottimi personaggi.

Un saluto alla pagina amica Timeless Italia.

Passo e chiudo.

About Linox23

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa. Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak. Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita. Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time. Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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2 comments

  1. Sono perfettamente d’accordo con te.
    Però “Timeless” ha iniziato a giocare tardi le sue carte migliori, troppo tardi… I primi episodi non sono stati assolutamente all’altezza degli ultimi due, e anche io avevo l’impressione, all’inizio, che la serie trattasse di viaggi nel tempo a cui veniva abbinata una quasi forzata trama orizzontale; ora, finalmente, si è capito che non è così.
    Mi spiace molto che il rating faccia temere davvero la cancellazione, ma forse dovevano giocare meglio la carta della morale e dei dubbi etici, dando profondità e taglio diverso ai vari personaggi, che solo ora sembrano mostrarsi veramente, a una puntata dalla fine!

    • Concordo sul fatto che ci sono stati episodi che hanno girato a vuoto, ma nel complesso l’architettura globale della serie era chiaro che avrebbe avuto degli sviluppi che andavano al di là della semplice macchina del tempo. Kripke lo aveva anche anticipato che sarebbero stati affrontati temi sociali, etici. Forse sarebbe stato meglio una stagione da 13 con un rinnovo per altri 13 che aggiungerne 3 che per forza di cose hanno solo allungato il brodo e tolto magari mordente alla serie.

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