Che Netflix crei dipendenza ormai è una questione sulla quale abbiamo speso fiumi di parole, ma talvolta ci dimentichiamo che gran parte del successo della piattaforma sia dovuto soprattutto agli show prodotti proprio da Reed Hastings e compagnia!
Inutile citarli tutti, ma basti pensare a show come Daredevil e House of Cards per rendersi conto che la qualità sia molto alta, per non parlare degli ascolti.
Alcune delle serie prodotte dell’ormai colosso americano, passano però in sordina nel nostro bel paese. Un vero peccato, considerato che, fatte dovute eccezioni, Netflix offre esclusivamente prodotti di qualità eccelsa.
Un perfetto esempio è quello di Unbreakable Kimmy Schmidt, una comedy con protagonista Ellie Kemper, arrivata fino a ora alla seconda stagione e già confermata per una terza.
Perché Unbreakable Kimmy Schmidt in Italia non trova l’incredibile riscontro che ha trovato nel resto del mondo? Ho provato a darmi una risposta più o meno semplice, ma non ci sono riuscito. Certo, in giro c’è chi apprezza la serie almeno la metà di quanto ho fatto io, ma perché almeno il 90% delle persone con cui parlo mi guarda perplesso quando ne parlo?
Una delle risposte più immediate che mi sono dato è che in Italia Netlfix non ha ancora conquistato un numero adeguato di utenti, cosa piuttosto strana visto che in giro se ne parla parecchio. Sky e Mediaset Premium purtroppo la fanno da padrone, gestendo una sorta di monopolio televisivo da far invidia all’industria del tabacco. Ma non può essere questa la sola ragione dell’anonimato di Unbreakable Kimmy Schmidt in Italia, anche perché solo a gennaio il numero di abbonati si aggirava intorno ai 280mila, non proprio quattro gatti!
Sarà che frequento le persone sbagliate, ma tantissime altre serie di successo non hanno mai ricevuto il favore del pubblico italiano, soprattutto per quanto riguarda le comedy. Che la comicità di Unbreakable Kimmy Schmidt sia troppo demenziale per il pubblico nostrano? Il pubblico che riempie le sale dei cinepanettoni anno dopo anno? Davvero? Non può assolutamente essere questo.
Ok, forse è arrivato il momento di smetterla di prendermela con il telespettatore medio della penisola a forma di stivale e spiegare perché Unbreakable Kimmy Schmidt è un piccolo capolavoro.
Forse uno dei punti di forza dell’intera serie è la sua incredibile originalità, non tanto per quanto riguarda la comicità, ma soprattutto per la trama di fondo e per l’evento scatenante dell’intera vicenda. Una ragazza esce da un bunker dopo che un fanatico religioso l’aveva tenuta rinchiusa, insieme ad altre tre donne, per quindici anni. Non sembra affatto la premessa di una comedy, eppure la serie riesce a spremere fino all’osso questo piccolo preambolo, creando una miriade di situazioni, imbarazzanti e al limite dell’assurdo, con una comicità talvolta semplice, ma mai scontata. Già questo dovrebbe spingervi a chiudere questa scheda, aprirne un’altra e fare un account Netflix per poter gustarvi, più e più volte, questa esilarante capolavoro, ma procediamo.
I protagonisti sono interpretati magistralmente e grazie a una scrittura sopraffina riescono a far affezionare immediatamente lo spettatore. Ellie Kemper è semplicemente incredibile. Le sue espressioni facciali e la sua solarità rendono il personaggio di Kimmy insolitamente vero, nonostante una premessa assurda (inoltre vi conquisterà, diventando vostra musa ispiratrice e animale spirituale). Andromedon, interpretato da Tituss Burgess, è squisitamente esagerato sotto ogni punto di vista, tra le altre cose potrebbe mantenere in piedi la serie tranquillamente da solo. Jacqueline (Jane Krakowski) e Lillian (Carol Kane) offrono ulteriori spunti non solo sotto l’aspetto comico della vicenda, ma anche sotto quello della caratterizzazione dei due veri e propri protagonisti. Un affresco perfetto di personaggi assurdi e allo stesso tempo così reali e attuali.
Fotografia, sceneggiatura, luci, musiche e chi più ne ha più ne metta sono all’altezza di tutto il resto, ma parliamoci chiaro, si tratta di una comedy, vi sareste voluti veramente lamentare degli aspetti meramente tecnici?
Il tutto condito dalla presenza della sempre verde di Tina Fey, co-creatrice della serie. Cosa state aspettando allora? Andate e recuperate, miei prodi bingewatchiatori!