Si può fare un episodio quasi perfetto, un mix di dramma, terrore e sentimento, inserite in una puntata completamente realizzata sul tema della fuga? Beh quei geni degli showrunner di Van Helsing ci sono riusciti.
La ricerca della redenzione.
Fin dall’episodio scorso, ho intuito che una delle tematiche portanti di questa prima parte di Van Helsing 2 sarebbe stato, per molti protagonisti, fare i conti con quanto accaduto nella scorsa stagione. Le scelte giuste o sbagliate portano a conseguenze.
Vanessa si porta dietro Dylan, che per il suo cuore e il suo animo è ancora la stessa bambina adorata. Ma deve fare i conti con una realtà ben diversa alla quale non vuole sottostare. Il suo crudele destino è quello di poter salvare tutti o quasi dal morbo del vampirismo, ma di non poter fare altrettanto per la figlia a causa delle parole di Solomenko.
Non è pronta a tutto questo Vanessa Van Helsing. Ma sa che deve fuggire, come se scappare fisicamente l’allontanasse dai problemi e curasse la figlia. Dylan d’altro canto, come tutti i vampirizzati di livello alto, alterna momenti di lucidità e intelligenza ad altri di pura bestialità. Che sia speciale lo dimostra il fatto che non teme il sole e questo convince ancor di più Vanessa che le parole di Solomenko siano drammaticamente vere.
Ecco dunque che inizia in Van Helsing questa folle fuga in cerca di qualcosa che non è solo sporcarsi di fango, ma è proprio una corsa interiore per la salvezza non per se stessi ma per chi si ama.
Il peso dei sensi di colpa
Posso dire di aver odiato profondamente la vigliaccheria della Doc? Eppure mi sono ritrovato alla fine dell’episodio con la netta sensazione di aver capito cosa differenzia gli umani dai vampiri. Gli umani sono malvagi, sono vigliacchi, sono ambiziosi, ma a volte provano dentro un qualcosa che li porta a chiedere perdono per gli sbagli fatti, un rimorso lacerante che, se non adeguatamente bilanciato da atti di altruismo, ti divora dentro.
Doc ha tonnellate di sensi di colpa fin da quando ha schiacciato il maledetto bottone che ha intrappolato Axel nel bunker militare alla fine di Van Helsing 1. Ha pensato di tornare a essere una di loro, un mostro possibilmente senza ragione, capace soltanto di mordere per sopravvivere, ma, non potendolo essere, ha scelto di darsi anima e corpo agli altri.
Ma quasi in modo ironico o beffardo, il suo cammino di pentimento non deve passare da lì, ma direttamente dalla causa prima della sua condizione: Axel.
Sete di sangue e di vendetta.
Sono felice di poter rivedere Axel. Lo so, è vampirizzato e non è in sè. Il suo istinto bestiale di procurarsi sangue è predominante rispetto al suo ragionare umano. Il confronto però con la Doc è uno dei punti cardine dell’episodio, la chiave di volta del titolo stesso della puntata.
Redenzione diventa per Doc non convivere con il rimorso, ma provare a salvarsi rimediando al suo errore. Un occasione che sulle prime la terrorizza, perché sa che Axel ha tutte le ragioni per strappargli il cuore, poi comprende che adesso può e deve fare qualcosa per lui fin quasi al sacrificio estremo. L’unica salvezza possibile per lei è trovare Van Helsing e sperare che Axel possa essere curato dal suo morso.
Antanasia o Anastasia? Beh poco importa.
Volevo aprire un dotto dibattito sul nome della sorellina di Dmitri. Nell’audio originale dei promo e degli Sneak Peek dove viene nominata sembra “Antanasia”, ma se andate nel sito ufficiale di Van Helsing curato da SYFY, è Anastasia.
Beh una lama ben piantata nella sua testa, ci ha tolto dall’imbarazzo. Mohamad, anche lui in cerca di riscatto e redenzione fa ogni cosa in suo potere per aiutare Vanessa Van Helsing. Ed eccolo quindi pronto a dare la vita per impedire che Dylan possa tornare fra i mostri che hanno mutato così tanto la sorellina adorata.
In questo scacchiere di gente in fuga ci si perde e ci si ritrova, un gioco complicato ma semplice allo stesso tempo. Tutti più o meno sono lì a pochi chilometri di distanza gli uni dagli altri, ma quanto sono lontani i loro animi e i loro cuori? Forse migliaia di chilometri.
La salvezza di Julius, la condanna di Vanessa
Così, in questa corsa ad intreccio fra la redenzione e il castigo, fra rimorso e sensi di colpa, sete di sangue e sacrificio, ecco che alla fine dell’episodio ci ritroviamo con un faccia a faccia con un vampiro molto potente: Julius. Lui aveva catturato Vanessa per primo e si era dimostrato un essere ambizioso e sfrontato che voleva minare l’autorità di Dmitri e Rebecca.
Van Helsing in questa lotta molto cruda e fisica con Julius, si rende conto che Dylan è una di loro e per crudeltà del destino è l’unica al mondo che vorrebbe salvare con un morso e invece si ritrova a salvare dalla dannazione vampiresca chi l’ha fatta soffrire. Il sentirsi dire grazie da parte di Julius dopo averlo “redento”, suona nella testa di Vanessa come beffardo.
Conclusioni sulla puntata 2 di Van Helsing.
Se il buongiorno si vede dal mattino, questa nuova stagione di Van Helsing si prospetta come ottima. Si sono limati i difetti narrativi della prima stagione, i personaggi hanno subito i loro drammi personali e si presentano a noi con la loro disarmante semplicità di sentimenti.
Questo non significa che Van Helsing sia superficiale come serie, tutt’altro. Proprio perché tratta sentimenti basilari è capace di andare in profondità per restituire a ognuno di questi sentimenti, come l’amore, l’odio, il pentimento, la redenzione la potenza narrativa che meritano.
Doc con Axel, Vanessa con Dylan, Flesh con Lucky e Mohamad non sono solo alla ricerca gli uni degli altri, ma sono anche in fuga da loro stessi, in cerca forse di qualcuno capace di allontanarli dai loro destini crudeli. Vanessa un supereroe incapace di salvare la figlia che eroe è? Potrebbe tornare indietro, massacrare Dmitri, sterminare la razza dei vampiri per sempre, ma nulla le restituirà Dylan. Alla fine lei, per ironia della sorte, è l’unica che finora non potrà avere il suo lieto fine.
Passo e chiudo.