Anche questa stagione di Victoria sta per giungere alla fine. Ancora due episodi e poi le porte di Buckingham Palace si chiuderanno di nuovo, ma sarà solo un arrivederci.
A fare da collante a tutte le vicende è la terribile carestia in Irlanda. La situazione è grave e i decessi sembrano inarrestabili. Mentre tanti irlandesi muoiono di fame o per l’impossibilità di essere curati, interi sacchi di grano sono spediti in Inghilterra per la vendita.
Victoria è tenuta all’oscuro della situazione ma, come era prevedibile, appena scopre in che condizioni versa una parte della sua popolazione, sente di dover fare qualcosa nonostante né Peel né Albert sembrano voler prendere una posizione seria sulla faccenda, ognuno per le sue ragioni. Ad informare la Regina della terribile situazione in Irlanda è il parroco protestante Dottor Traill che le scrive una lettera implorando il suo aiuto. Victoria ne resta talmente colpita da invitarlo a Palazzo.
Victoria resta colpita dalle sue parole e come madre sente che farebbe di tutto per salvare i suoi figli. Si mostra quindi decisa più che mai, tirando fuori una fierezza degna di una Regina. Sa che l’invio di cibo in Irlanda creerebbe una spaccatura nei vari partiti di governo, ma non può e non vuole restare a guardare mentre la gente muore. Le sue doti persuasive alla fine riescono a convincere Peel nonostante tema che questo finirebbe per ritorcersi contro il suo partito.
Mentre la situazione in Irlanda evolve, ci sono altre vicende che ci vengono presentate. La giovane domestica Miss Cleary, un’irlandese cattolica, è preoccupata per la sua famiglia che rischia di perdere la casa, quindi la ragazza chiede a Mr Penge di anticiparle la paga ma lui rifiuta. Mi ha fatto una tenerezza e una pena infinita quella ragazza e ho seriamente detestato Mr Penge per il modo viscido con cui ha affrontato la situazione. Chi invece mi ha piacevolmente colpito è stato il cuoco Mr Francatelli, che colpito dalla storia di Miss Cleary le regala il suo orologio d’oro affinché lo invii alla sua famiglia. Un gesto di grande bontà che ci fa capire quanto il personaggio sia maturato rispetto alla prima stagione.
Questo è stato sicuramente uno degli episodi più tristi della serie. Tutto era circondato da un atmosfera cupa. Ad aggiungersi alla carrellata di brutte notizie c’è anche la salute di Ernest. Il Principe è tornato in Inghilterra dopo un periodo in Francia che gli ha lasciato lo spiacevole dono della sifilide. Sapere Ernest malato mi ha turbato parecchio, la sifilide è una malattia seria, ma ancora più destabilizzanti sono le sedute di vapore di mercurio che lasciano Ernest molto provato, tanto che anche un po’ di allenamento con il fratello è motivo di fatica.
Come se già la malattia non fosse abbastanza, il medico gli rivela che è contagiosa e se dovesse sposarsi metterebbe a rischio non solo la vita della moglie ma anche quella di eventuali figli. Quasi come se la vita si stesse prendendo gioco di lui, viene a sapere che non solo il marito di Harriett è morto ma Victoria ha chiesto alla donna di tornare a palazzo. Se fino a quel momento ho sperato che per loro due ci fosse un lieto fine, ora temo purtroppo che non sia così. Ernest ama troppo Harriett per pensare anche solo di mettere a rischio la sua vita, piuttosto rinuncerebbe a lei.
Come poteva concludersi un episodio iniziato con una carestia se non con un funerale? Assistiamo quindi alla messa funebre di Traill, morto di tifo mentre aiutava la povera gente del suo paese. La triste ma allo stesso tempo degna conclusione di un episodio tra i più forti a cui abbiamo assistito, che per una volta mette da parte lo sfarzo della nobiltà, i ricchi banchetti e lascia prevalere il lato più povero e cupo dell’epoca vittoriana.