Vikings – Recensione 4×14 e 4×15

L’avevano detto fin dal principio di questa stagione di Vikings che le cose sarebbero cambiate per sempre con l’avanzare della storia. Ed è stato così infatti, perché con le due ultime puntate, Vikings chiude in tutti i sensi con il suo filone narrativo principale per dare spazio ad altri personaggi che ancora sono in vita ed altri che sono stati inseriti piano piano nella storia e che saranno il fulcro di tutto quello che verrà narrato da ora in poi.

Cominciando con “In The Uncertain Hour Before The Morning”, abbiamo Lagertha che ha di nuovo conquistato Kattegat e si confronta con Aslaug per un’ultima volta. Il discorso tra le due donne è affilato come un coltello, con Lagertha che accusa Aslaug di stregoneria, di averle rubato tutto grazie a qualche misteriosa magia che ha rapito Ragnar per sempre. Aslaug, spavalda, ricambia dicendo che non è stata nessuna stregoneria quella che ha spinto Ragnar tra le sue braccia ma il fatto che gli abbia donato tantissimi figli, cosa che Lagertha non poteva fare. Detto questo però la regina si arrende a Lagertha, chiedendole solo un passaggio libero per poter andare via dalla città, affidando agli dei il suo destino che si augura felice e glorioso. Peccato che questa sua convinzione duri esattamente una manciata di secondi perché non fa neanche in tempo ad andarsene che Lagertha la colpisce mortalmente di spalle con una freccia.

Naturalmente, più o meno abbiamo provato tutti un appagamento sensazionale nel vedere Aslaug stramazzare al suolo e che sia stata giustamente Lagertha a porre fine alla sua esistenza. In questo modo la nostra eroina ha coronato il sogno di riprendersi tutto quello che aveva perso e che le era stato tolto ingiustamente. La strega è morta, ma nello stesso tempo è inequivocabile il fatto che nella vita Aslaug abbia avuto le sue soddisfazioni a discapito della povera Lagertha.

Ma arriviamo alla parte più importante di questa puntata, quella in cui ci rendiamo veramente conto che ormai il tempo di Ragnar è giunto a conclusione. In più vediamo il piano di Ragnar iniziare a prendere forma grazie al suo incontro con Ecbert. Scopriamo anche, con grande stupore, che Magnus in verità non è il figlio di Ragnar e la regina Kwenthrith, tanto che, vista la sua inutilità, lo vediamo alla fine abbandonato al suo destino fuori dal castello, cacciato malamente come se fosse letteralmente spazzatura.

L’incontro tra Ragnar e Ecbert sembra una vera rimpatriata tra amici di vecchia data, momento in cui molti nodi vengono al pettine. Tra le motivazioni di Ecbert per aver distrutto l’accampamento di Ragnar e il bene comune che volevano ad Athelstan, i due sembrano legati da destini troppo pesanti per le loro spalle e quello di Ragnar è ormai giunto al termine. Vuole essere giustiziato da Ecbert, l’importante è che Ivar riesca a tornare sano e salvo a Kattegat. Ecbert accetta tristemente perché non vuole uccidere Ragnar, non può farlo dopo tutto quello che, in un certo senso, hanno passato insieme. Allora arrivano all’accordo di consegnare Ragnar ad Aelle, che ha sempre nutrito un odio profondo nei suoi confronti, di modo che Ecbert non abbia nulla a che fare direttamente con la morte del vichingo. In cambio però così è sicuro che la vendetta sia stata consumata.

È con “All His Angels”, però, che vediamo il vero piano di Ragnar manifestarsi completamente. È una puntata magistrale e stupenda, il canto finale del nostro eroe, colui che ci ha accompagnato per quasi 4 stagioni con le sue avventure, le sue gioie e i suoi dolori, e da qui le cose cambieranno per sempre.

Prima di essere consegnato ad Aelle, Ragnar ha modo di parlare un’ultima volta con Ivar, ordinandogli di scatenare tutta la sua vendetta su Ecbert e non su Aelle, come aveva detto prima. Da qui parte la lenta carovana seguita di nascosto da Ecbert che porta Ragnar al cospetto di Aelle, mentre durante il tragitto ogni tanto si perde nei ricordi che lo perseguitano fino alla fine. Vediamo quanto era felice all’inizio delle sue avventure, di quella sete di potere che tanto gli ha dato ma moltissimo gli ha tolto, come l’amore per Lagertha, i momenti felici con i figli, l’incredibile amicizia con Athelstan, l’unico che capiva la sua sete di curiosità e di conoscere il mondo che andava oltre dalle usanze dei nordici. È spettacolare anche la sua condanna a morte, in fondo, nonostante le mille torture per farlo pentire: Ragnar non demorde fino a che non viene gettato dentro una buca piena di serpenti (nella leggenda nordica, Ragnar muore proprio così) che lo mordono fino a fargli esalare il suo ultimo respiro.

Si potrebbe scrivere un libro per descrivere ogni sfaccettatura del personaggio di Ragnar, ma quello che più si può apprezzare è senza dubbio il suo uscire dagli schemi completamente. È sempre stato un uomo curioso che non ha mai visto la vita solo in bianco e nero. Un uomo razionale, totalmente opposto ad altri personaggi dei suoi tempi, tanto che è riuscito a sfidare gli dei e le divinità ed è riuscito a costruirsi un destino da solo, senza che gli fosse imposto da nessuno, persino la sua fine.

È stato un addio devastante ma meritato, a cui si può solo applaudire per la bravura degli sceneggiatori e a Travis Fimmel che è riuscito negli anni a mettere in piedi un’interpretazione magistrale di un personaggio veramente difficile da interpretare, e per questo gli auguriamo fortuna e gloria per il resto della sua vita.

Naturalmente la caduta di Ragnar porta a enormi conseguenze su tutta la serie, anche se direttamente vengono colpiti i figli e Lagertha che si trovano principalmente a Kattegat. Ivar riesce a tornare sano e salvo a casa, pronto per mettere in atto il suo piano, ma viene subito a scoprire, da parte dei fratelli, che Lagertha ha ucciso sua madre e si è impadronita di Kattegat e da come stringe violentemente la pedina regalatagli da Alfred, è quasi sicuro che Ivar non riuscirà a calmarsi subito e ad agire come gli ha detto il padre.

Ed ecco con queste due puntate come Vikings stravolge per sempre la sua struttura, morto un re dovrà essercene un altro e nelle future puntate vedremo come evolverà la situazione. Siamo entrati in una nuova era della serie, quella dei figli di Ragnar e dei suoi amici ancora in vita, ma che nonostante la sua scomparsa, agiranno in suo nome, come una leggenda che difficilmente verrà dimenticata. Hail King Ragnar e Hail Vikings che continua a donarci una puntata stupenda dietro l’altra, continuando a essere una delle serie più belle ed emozionanti in circolazione.

Vi lascio infine con il promo della prossima puntata e l’invito a passare dalle pagine di:

Mollare l’università per partecipare alle razzie estive con Ragnar LoðbrókKatheryn Winnick Italia, Travis Fimmel Italia.

 

About Wilfred

Quando nel 2007 ho scoperto che per vedere le ultime due stagioni di OZ dovevo usare i sub in inglese, è stato l'inizio della fine.

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