Torniamo a parlare di una delle serie tv più interessanti attualmente in onda, in questi due episodi di Vikings vediamo profilarsi all’orizzonte la lotta per il potere sia in Inghilterra, sia nella Patria norrena: a Kattegat. In Homeland Ivar si propone, con successo, come mente strategica dell’esercito vichingo, tanto da riuscire a strappare la città di York dalle mani sassoni. Ma il successo, si sa, ha sempre un costo e il conto arriva a causa dell’invidia e della poca fiducia di Ubbe nelle strategie del fratello, purtroppo per Ubbe, Ivar aveva ragione. A fare le spese della situazione creata tra fratello maggiore e minore è sempre quello che sta nel mezzo, ovvero Hvitserk che alla fine di Homeland viene chiamato a fare una scelta: Ubbe o Ivar. La batosta e l’insulto subito per mano sassone fanno sì che Hvitserk si schieri dalla parte di Ivar rimanendo così in Inghilterra a combattere i sassoni. Sassoni che in The Plan non si danno pervinti e cercano di riconquistare la città perduta. Bisogna ammettere che probabilmente tra tutti i figli di Aslaug, Ivar è quello più subdolo ed è questa a mio parere la ragione per cui si rivela un vero stratega, in grado di contrastare le forze sassoni che si sono radunate sotto l’egida di Re Aethelwulf e sotto il comando del vescovo Hehmund. Purtroppo per quest’ultimo Aethelwulf, al contrario, non brilla per furbizia e li fa finire dritti dritti dentro la trappola tesa da Ivar. Personalmente sto trovando questa parte sassone un pochino noiosa, ovvero pochissimi colpi di scena – davvero non è stata una sorpresa né la scelta di Hvitserk né la battaglia di York. Gli unici personaggi sassoni vagamente interessanti sono Alfred, più che altro per il seguito perché verrà chiamato il Grande e riuscirà a scacciare i vichinghi e il vescovo Hehmund che però al momento è al guinzaglio di Aethelwulf, quindi ha molto poco da fare.
Anche a Kattegat le cose non vanno molto meglio che in Inghilterra. Lagertha ha a che fare prima con i bisbigli dietro alle spalle per il fatto di essersi fatta scappare Re Harald e poi con il ritorno di Ubbe. Una volta a casa, il figlio maggiore di Aslaug e Ragnar deve decidere cosa fare della sua vita e con quale priorità avere la sua vendetta: vendicarsi prima della morte di sua madre e quindi scagliarsi contro Lagertha per prendere il comando di Kattegat – cosa che comunque rimane il suo proposito principale – oppure usare un’alleanza con Lagertha per dare prima una lezione ai suoi fratelli Ivar e Hvitserk? Non rimarrò con il fiato sospeso in attesa della sua decisione. Ben più interessante invece si prospetta il ruolo di Margrethe, alla quale finora nessuno di noi – o almeno io – aveva prestato attenzione, continuerà a sobillare il marito per fare un colpo di stato e prendere con la forza Kattegat, oppure si alleerà con l’affascinante figura di Lagertha che promette una cosa che finora nessuno le ha mai dato: rispetto? Se gli autori se la giocassero bene potrebbe essere interessante vedere il conflitto interiore tra avidità e considerazione.
Dal canto suo Lagertha oltre a dover fare i conti con le ambizioni di Ubbe, con la preoccupazione per Astrid e gli eventuali intrighi che il tiro di Re Harald le ha tirato, con l’inevitabile confronto con Re Harald che non può evitare, deve pure fare i conti con le parole del Seer, dell’indovino. Lei riuscirà a rivedere suo figlio Bjorn, ma questa riunione sarà il preludio di terribili sventure… Ma quando mai… La cosa si commenta da sola. Poveraccia ogni volta che passa da questo tipo le prospetta sempre sventure.
Bjorn nel terzo episodio fa capolino solo per dire due scemenze, mentre nel quarto si trova faccia a faccia con una nuova cultura. Peccato che il ragazzo stia andando in cerca di chimere praticamente, lui si basa su una vecchia mappa dell’Impero Romano che a questo punto della storia non esiste più e si è già disgregato dopo l’Invasione Barbara. Bjorn e i suoi uomini approdano in Sicilia, una regione in balia di chiunque arrivi e conquisti il potere, al momento si trova assoggettata al generale Euphemius, che però è protetto da un emiro arabo che si trova in una zona non ben definita del Nord Africa. E quindi ecco che Bjorn si trova ad inseguire il “più potente” di turno, cercando un nemico che di fatto non esiste più. Personalmente non ho ben capito cosa Bjorn voglia dimostrare con questa sua sete di Mediterraneo. È chiaro che non è affascinato da nuove culture come lo era suo padre, altrimenti in Sicilia avrebbe quanto meno esplorato la possibilità di conoscere; non gli interessano nemmeno terre da coltivare per la sua gente, anche qui la Sicilia era il granaio di Roma quale miglior posto per coltivare? Sembra che non voglia nemmeno razziare quando ne ha la possibilità. Cerca un nemico potente da sconfiggere, ma la mia domanda è: per questo non poteva restare a combattere i sassoni?
Floki non pervenuto. Nel senso che è esattamente dove lo abbiamo lasciato nei primi due episodi: sta vaneggiando in Islanda dove probabilmente ha trovato dei funghi allucinogeni che spiegherebbero le sue visioni di Odino e delle Valchirie. Ora gli è pure venuto in mente di fondare praticamente una setta di fanatici religiosi da far trasferire in Islanda per stare a contemplare la potenza della Natura e degli Dei. Bah. Una cosa però bisogna ammetterla di tutta questa atmosfera allucinata: grazie Islanda per dei panorami e una fotografia davvero mozzafiato.
Cosa possiamo dire in definitiva di questa prima parte della stagione? Noiosa. La vera azione deve ancora arrivare, un po’ delusa dalla caratterizzazione dei personaggi, che sono piatti, dialoghi veramente imbarazzanti e poche sorprese. Qualche input positivo c’è, speriamo che sviluppino su quel poco che hanno ben impostato.
Quest’anno Vikings ci accompagna per tutte le vacanze natalizie, seguiteci sulla nostra pagina Facebook per rimanere aggiornati sulle vostre serie preferite. Vi lascio con il promo dell’episodio in onda stasera: