La seconda stagione di Wentworth è già andata in onda in Australia [pochi di noi l’hanno vista]. Ieri sera è andata in onda la 2×01 nel Regno Unito e speriamo che presto possiate vederla tutti!
Abbiamo tradotto per voi questa intervista a Danielle Cormack che ci parla del suo lavoro e ci anticipa qualcosa della seconda stagione.
Nei suoi ultimi progetti, Danielle Cormack ha affrontato di petto delle difficili sfide attoriali, soprattutto nelle due stagioni di Wentworth.
Se dopo aver girato due stagioni quasi consecutive di Wentworth, Danielle Cormack si sente un po’ spremuta, non lo dà a vedere. Ha dovuto interpretare scene in cui è stata assalita violentemente, quasi affogata, ha sognato la morte della figlia, stordita dai sedativi… Insomma, interpretare Bea Smith nella serie drama australiana non è esattamente facile come fare un picnic, ma la Cormack è raggiante e affettuosa mentre parla dello show.
Wentworth è un remake contemporaneo della serie degli anni 80 Prisoner, è stato acclamato delle critica ed ha ottenuto grandi ratings durante la prima stagione dell’anno scorso, ma, come spiega la Cormack, la morte della figlia di Bea Smith, l’omicidio di Jacs Hold per mano della stessa Bea e il suo conseguente crollo nervoso, hanno dato una nuova spinta alle cose per la seconda stagione, senza considerare l’introduzione di un nuovo governatore: Joan “The Freak” Ferguson.
“Mi sento davvero un po’ morta dopo tutto quello che ha passato Bea, ma nonostante tutto, lei continua ad andare avanti. E l’introduzione di Joan Ferguson, interpretata da Pamela Rabe, che è un’attrice davvero incredibile, ha davvero portato lo show ad un livello del tutto nuovo per quanto riguarda i toni, soprattutto per l’influenza che ha la presenza della Ferguson sulle detenute”.
Certamente c’è un enorme gioco di potere tra le detenute; Frankie Doyle, interpretata da Nicole da Silva, è ancora molto ansiosa di rimanere la top dog, ma l’arrivo della Ferguson scuote sicuramente tutti all’interno della prigione.
“Guardate attentamente”, consiglia la Cormack, “perché ci sono indizi e accenni cosparsi per tutta la stagione su quello che succederà alla fine”.
Nella serie Prisoner, Bea Smith era la top dog della prigione, ma la Cormack e gli scrittori di Wentworth hanno deciso di dare al personaggio un’altra strada rispetto alla serie originaria.
“Sì, forse Bea diventerà la top dog, ma forse non nello stesso modo in cui era avvenuto in Prisoner, e forse non con gli stessi mezzi. Credo sia meglio essere originali”.
E se credete di aver visto il peggio di Bea Smith, aspettate di vedere cosa succederà prossimamente, dice la Cormack con un grande sorriso.
“Nella seconda stagione vediamo Bea affrontare una rinnovata voglia di vivere, perché cerca di trovare qualcosa che la motivi per alzarsi dal letto la mattina: vendetta. Ha dovuto affrontare momenti davvero difficili, non c’è da sorprendersi se si trova in uno stato di completo scompiglio. Ma c’è un momento stimolante in cui affronta un nuovo viaggio, ed è questo a spingerla a fare certe scelte. Lo show manterrà assolutamente le sue promesse di alto livello di drammaticità e sarà pieno di cliffhanger. È incredibilmente dinamico”.
Ed è stato anche un bel ruolo in cui calarsi, che offre tantissime sfide attoriali, essendo comunque provocatorio nell’aprire un dibattito pubblico sul sistema carcerario.
“È davvero fantastico interpretare un personaggio i cui diritti le sono stati strappati via, e vedere come vengono affrontati i problemi.
Ho una grande empatia nei confronti di donne in questo tipo di situazione, perché tante affrontano problemi di dipendenza e violenza domestica ed una difficile serie di scelte che le hanno condotte in prigione. Ma poi c’è l’altro lato, in cui le persone hanno manipolato gli altri consapevolmente, li hanno feriti ed hanno davvero influito sulla loro vita, ed è difficile sapere quanto supporto e comprensione bisogna dare a queste persone che hanno causato così tanto dolore.
Apre ogni tipo di discussione filosofica su come ci trattiamo a vicenda, e come ci prendiamo cura a amiamo le persone che sono stimolanti per i nostri valori”.
Mentre lei è emozionata per la piega che ha preso lo show, da una prospettiva professionale ammette che è difficile fare ricerca su questo argomento così pesante, settimana dopo settimana.
“Il nostro lavoro è quello di far entrare la gente all’interno del dramma e della narrazione, ma la triste realtà è che ci sono persone che vivono quella vita tutti i giorni, e quello che è successo a queste persone prima che entrassero in quel posto fa davvero riflettere.
L’indagine personale che affronto con me stessa per capire Bea è davvero interessante perché devo cercare di capire cosa l’ha spinta a rimanere all’interno di una relazione piena di abusi, e cosa poi l’ha fatta crollare. È meraviglioso esporre quei personaggi: possono essere eroi con delle vulnerabilità e con delle fessure nella loro armatura.
Ed è importante far vedere che tra la violenza e la manipolazione ci possono essere delle vere amicizie, gioia e tenerezza, perché quelle donne sono umane, non solo buone o cattive”.
Lo show ha fatto tutto il possibile per poter creare un ritratto accurato delle donne in prigione. Una delle guardie dello show è un ex ufficiale che lavorava davvero in prigione, e il governatore del Dame Phyllis Frost Centre [una prigione femminile] di Melbourne ha visitato il set. La Cormack ha anche passato del tempo a parlare con un’infermiera psichiatrica del Dame Phyllis e con diverse detenute ed ex detenute.
“Ci sono sempre dibattiti e discussioni tra gli scrittori, i produttori e gli attori per quanto riguarda l’attenersi alla realtà, ed io accetto il fatto che non stiamo facendo un documentario, ma credo che il feedback sia stato molto positivo”.
La Cormack non ritorna tanto in Nuova Zelanda, ultimamente. Bea Smith è il terzo ruolo di spicco che l’attrice ha fatto in Australia, insieme a Scarlet Meagher in Rake e Kate Leigh in Underbelly: Razor, che l’ha portata, negli ultimi 4 anni, a stabilirsi lì, ma non direbbe no ad un eventuale ritorno a casa.
“Mi piacerebbe fare di nuovo qualcos’altro in Nuova Zelanda, ma sono felice in Australia. Sono felice come una pasqua di essere stata parte di questi tre grandissimi show, che mi hanno dato l’opportunità di stabilirmi in questo paese. E sono stati tre show totalmente diversi per quanto riguarda il tono, e anche i personaggi sono diversi, quindi cavalcherò questa moda del momento fino a quando non finirà”.
C’è la possibilità di avere una quarta stagione per Wentworth (la terza è già stata girata e andrà in onda l’anno prossimo), ma a parte questo, l’attrice ha puntato gli occhi su diverse cose, e si sta divertendo a dirigere qualcosa, scrivere e in generale creare.
“Sto esplorando un sacco di cose diverse. Per il prossimo marzo ho un progetto, di cui ancora non posso parlare, ma sono davvero molto emozionata. Ho qualche mio progetto personale che spero di poter portare avanti, ho creato un altro show e stiamo aspettando una chiamata da uno dei network per questo. Abbiamo le dita incrociate”.
Nel frattempo, è particolarmente emozionata per la visione del pubblico degli episodi 11 e 12 della seconda stagione di Wentworth.
“Durante l’ultimo blocco della stagione, ho avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con il regista ed ho diretto anch’io qualcosina, facendomi coinvolgere in tutti gli archi narrativi dei personaggi ed intersecando le storyline, cosa molto preziosa. Non vedo l’ora che tutti vedano questi due episodi!”