Westworld è una delle serie più discusse del momento, che è riuscita sin da subito a catturare il suo pubblico grazie ad una trama ben scritta e misteriosa al punto giusto, serie che ancora una volta tratta il rapporto uomo-macchina e mette sotto lente di ingrandimento il desiderio dell’uomo di giocare a fare Dio.
Tra tutti i personaggi del grande e avventuroso mondo di Westworld, uno su tutti è il più interessante ed enigmatico. L’Uomo in nero, il Pistolero, magistralmente interpretata dal bravissimo Ed Harris, ha posto mille interrogativi nel pubblico, ancor più dopo la visione dell’ultimo episodio andato in onda. Cosa sta cercando questo visitatore? Quel è il suo scopo? A che gioco sta giocando?
Nel quarto episodio lo ritroviamo deciso nel raggiungere il proprio obiettivo, riuscendo a superare alcuni ostacoli con astuzia e intelligenza, tutto per raggiungere il centro di questo fantomatico labirinto. La sua sembra essere infatti una figura chiave per risolvere enigmi ancora più grandi che ha posto lo show, ma cerchiamo di capire e analizzare nel dettaglio il personaggio e tutto ciò che sappiamo fin’ora.
L’Uomo in nero trova la sua origine nel film omonimo del 1973 di Michael Crichton, sul quale si basa la serie, dove il Pistolero era interpretato da Yul Brynner. Anche nel film il personaggio vestiva in nero, e ciò può essere metafora dei suoi intenti oscuri, ma non possiamo trarre altro dalla pellicola, in quanto nel film originale il personaggio era in realtà un robot, mentre nella serie sappiamo per certo che si tratti di un essere umano. L’attore Jimmi Simpson, che nella serie interpreta William, ha detto: ”Non aspettatevi in alcun modo che la serie finisca come il film”.
Tenendo conto di questa premessa, quindi, cosa sappiamo veramente di lui? Molto poco. Non conosciamo il suo vero nome ma sappiamo che è molto esperto e ha molte abilità. È molto bravo ad usare la pistola, con la quale può eliminare più obiettivi anche a metri di distanza. Ma dopo averlo visto usare pistole e proiettili, in quest’ultimo episodio abbiamo visto come non disdegni neanche un buon esplosivo. Come lui stesso ha detto, sono trent’anni che frequenta il parco, quindi è un giocatore con una grande consapevolezza e conoscenza: ”Lui è fantastico in questo. È un professionista”, ha rivelato lo showrunner. Ai più attenti non sarà sfuggito che nel primo episodio un tecnico del parco ha affermato che erano esattamente trent’anni che non avveniva un errore tecnico nei robot. Sarà una coincidenza?
Inoltre, non è passato inosservato come l’Uomo in nero sembra abbia davvero carta bianca. ”Quell’uomo ottiene quello che vuole”, afferma Ashley Stubbs (Luke Hemsworth), durante il secondo episodio. Ed è sempre Stubbs ad approvare nell’ultimo episodio la richiesta del Pistolero di un ”effetto pirotecnico”, che gli consente di sfruttare i suoi sigari per creare un esplosivo. Insomma, lui è una grande giocatore, ma ha anche un grande aiuto da chi lavora dietro le quinte. Ma fin’ora è stato solo Stubbs ad approvare le sue richieste. Che questo nasconda qualcosa di più?
Se l’uomo ha frequentato il parco per trent’anni, per dare libero sfogo ai propri desideri e istinti, dev’essere senza dubbio un uomo molto ricco. ”Questa è la mia fott.. vacanza”, dice ad un certo punto. Una teoria interessante, denominata ”William in Black”, postula che William non sia altro che la versione più giovane dell’Uomo in nero, e che le storie dei due personaggi a cui assistiamo corrano su due binari temporali ben distinti. Il punto in comune sarebbe l’incontro con Dolores (Evan Rachel Wood), ma è ancora troppo presto per capire se la teoria ha del fondamento o meno.
L’Uomo in nero conosce praticamente tutti a Westworld. Oltre a Dolores e Teddy (James Marsden), sembra conosca bene anche Maeve (Thandie Newton). Quest’ultima, nelle sue visioni del passato, intravede proprio un uomo in nero violento. È anche vero però che il Pistolero non sa tutto del maestoso mondo di Westworld. Non sapeva ad esempio che Lawrence avesse una moglie e una figlia, così come è per la prima volta che incontra – nel quarto episodio – la fuorilegge tatuata Armistice. È chiaro che dopo trent’anni, anche per un visitatore abituale ed esperto come lui, il parco riserbi dei misteri ancora da scoprire.
E arriviamo al già citato ”Labirinto”: è il motivo che spinge il Pistolero a fare le sue mosse. Ma cos’è questo labirinto? L’uomo parla di trovare ”un livello superiore di questo gioco” e per farlo sta letteralmente alterando le storyline scritte ma soprattutto la mente dei robot. Su tutti Dolores. Ma lo abbiamo anche visto mostrare tutta la sua violenza facendo lo scalpo ad una delle macchine, nella sua incessante ricerca di questo misterioso labirinto. Ed è proprio nel quarto episodio che l’Uomo in nero ci dà qualche spiegazione significativa:
”Un uomo chiamato Arnold era il colonizzatore originale di questo posto. Lui ha creato un mondo dove puoi fare quello che vuoi, ma dove non puoi morire. Non importa quanto reale sembri questo mondo, perché è solo un gioco. Ma poi Arnold ha infranto la sua stessa regola. Lui è morto proprio qui, nel parco, anche se credo che lui abbia lasciato ancora una storia da raccontare. Una storia con rischi veri, vera violenza. Si potrebbe dire che io sono qui per onorare la sua eredità”.
Ma chi è Arnold? Come ha raccontato Robert Ford (Anthony Hopkins), Arnold è il co-fondatore di Westworld che voleva dare una vera coscienza ai robot e che alla fine si è fatto coinvolgere così tanto da morire nel parco, a causa di un incidente. Questa è, ovviamente, la versione di Ford, che fa presumere ci sia molto altro. Oltre a conoscere Arnold e il suo sogno – che pare lui stia cercando di portare a termine – il Pistolero conosce anche Wyatt, il cattivo della nuova storyline di Ford. Come abbiamo appreso dall’ultimo episodio, grazie ad una bellissima quanto terrificante scena, l’ideatore del parco sa perfettamente tutto quello che accade nel parco. Non gli saranno sfuggite dunque le azioni dell’Uomo in nero. Che ci sia una maggior connessione e conoscenza anche tra i due?
Infine, un’altra importante informazione da sottolineare, per costruire al meglio la figura di questo personaggio, è la definizione che il Pistolero dà del parco stesso: per lui Westworld è come casa sua. Crede di essere nato lì, in un certo senso, affermando inoltre che ”questa volta, non sarebbe più tornato indietro”. Un’altra teoria che ha preso subito piede, infatti, concerne la possibilità che Arnold e l’Uomo in nero non siano altro che la stessa persona. Di una cosa siamo certi: la storia di questo intrigante, affascinante e criptico personaggio, è intrecciata a doppio filo con la storia passata, presente e futura di Westworld. Bisogna soltanto scoprirla.