Anche l’attrice Millie Bobby Brown ha binge-watchato You, serie prodotta da Lifetime e distribuita internazionalmente da Netflix, rendendo partecipi i suoi followers tramite le alcune ig stories che hanno fatto scandalo nel giro di poche ore.
L’attrice protagonista di Stranger Things prende senza troppi giri di parole le difese di Joe Goldberg, personaggio interpretato da Penn Badgley, dicendo di considerarlo semplicemente innamorato di Beck, non il suo stalker.
“It’s not creepy! He’s in love with her!”
La polemica nasce dalla maniera in cui la Brown condivide con aggressività questa affermazione, che per certi versi risulta ingenua sulla bocca di quella che è una quattordicenne, prima di essere una star mondiale.
Il problema di questa serie di dichiarazioni non dipende dall’attrice in questione, ma di certo fa emergere un fenomeno latente, che viene dato per scontato durante la visione di prodotti che rappresentano questo tipo di mascolinità tossica.
Confezionata come una storia d’amore, risulta ovvio che questa serie TV venga recepita banalmente come un’ossessione sfuggita di mano. La scrittura sembra volerci in tutti modi farci immedesimare con un protagonista innamorato, consumato da un sentimento pulito, come l’amore, verso una ragazza bisognosa di protezione e non dalla bramosia di possedere quella donna, che ha puntato come una preda.
Oltre a darci questa visione dell’abuser nascosto da una maschera introversione e sensibilità quasi delicata, ci presenta una donna palesemente passiva alle circostanze e soprattutto alle personalità narcisistiche e sociopatiche che vogliono a tutti i costi risucchiarla e annullarla.
Fenomeni che ripropongono chiaramente, in maniera orrorifica, una visione non dissimile dalla realtà da cui siamo bombardati costantemente.
Le parole di Millie Bobby Brown risuonano gravi e pensanti davanti ad un pubblico conscio, ma sono il risultato di ciò che per anni è stato propinato come una storia d’amore, come interessamento, come amore disperato e che vede in You solo la sua estremizzazione.
Esempi di mascolinità tossica e sessismo interiorizzato sono presenti in centinaia di prodotti di cui abbiamo fruito abbondantemente, ed è necessario diventarne consapevoli, affinché personaggi come quello di Joe non vengano glorificati nel loro amore disperato, ma condannati per quello che rappresentano.
Serie TV come You non avranno di certo un valore culturale degno di nota, ma aiutano a rendere più chiaro e palese l’effetto sortito dai messaggi che involontariamente mandano, a prescindere dal fatto se si voglia supportare o meno questo genere di prodotto.
Questa polemica sembra proprio cadere a pennello, dopo il lancio della nuova pubblicità di Gillette (che consiglio di guardare) che si scaglia contro il sessismo, combattendo lo stereotipo dell’uomo dominante. La famosa marca di lamette spinge ad educare, mostrandoci il meglio di un uomo.
Sorge quindi spontanea la riflessione del perché scagliarsi contro una ragazzina di quattordici anni, che ha una visione sbagliata della mascolinità, ma pur sempre promossa da prodotti alla portata di tutti, piuttosto che educarla tramite la visione di serie TV che propongano un’immagine positiva ed più inclusiva.