Cosa sareste disposti a fare per amore? YOU, recente produzione originale Netflix, sviluppa proprio questa tematica, portando in scena le vicende del giovane libraio Joe Goldberg, affetto da evidenti problematiche psichiche e relazionali.
Interpretato da Penn Badgley, noto ai fan di Gossip Girl, il protagonista sviluppa una vera e propria ossessione per Beck (Elizabeth Lail) e, al fine di farla innamorare di lui, dapprima ne studia la vita privata con pedinamenti e spionaggio sui social media, poi subdolamente vi si infiltra e la manipola fino a diventarne il principale – o addirittura unico – punto di riferimento. Mentre gli eventi si sviluppano, è la sua stessa voce narrante a spiegare i meccanismi che lo muovono, esplicando con estrema chiarezza i ragionamenti che Joe racconta a se stesso per giustificare comportamenti ben oltre i limiti del patologico. In tal modo, lo stalker non è dipinto come un mostro, ma viene umanizzato e lo spettatore è condotto in un viaggio da brivido negli anfratti più reconditi della sua mente disturbata e controllante.
Il vero punto di forza di YOU è proprio il realismo dei dialoghi ed il pragmatismo nell’esplorazione del subconscio di un soggetto malato. Senza fronzolo alcuno, la serie centra bene il punto della questione: ogni atteggiamento controllante, manipolatorio e violento non viene percepito dal protagonista come tale né viene da lui visto come un segno del suo essere moralmente riprovevole, ma ciascuno di essi è giustificato nella misura in cui Beck è considerata debole, bisognosa di una protezione che solo Joe può darle, in quanto unico a sapere cosa sia meglio per lei. Allo stesso modo, l’ossessione per la ragazza non è animata da un genuino interesse verso la sua personalità, ma scatta nello stesso istante in cui, come un predatore, la vede per la prima volta in libreria.
Altrettanto intelligente è la costruzione della maschera che il giovane indossa pressoché quotidianamente, da appassionato topo di biblioteca a vicino premuroso. Le due facce della sua personalità sono così diametralmente opposte ed il suo convincimento di essere nel giusto talmente profondo da rendere a tratti doveroso, per lo spettatore, ricordarsi che l’uomo sullo schermo sarà anche cavalleresco e disponibile verso la sua compagna, ma ad un prezzo esorbitante: la libertà. Così facendo, YOU è un thriller psicologico che riporta bene sullo schermo dinamiche simili a quelle che si celano dietro numerosi casi di cronaca, in cui l’amore si tramuta presto in prigione e controllo.
Tuttavia, il risultato finale non è eccellente tanto quanto avrebbe potuto. La problematica principale è rappresentata da alcuni personaggi e storyline, in particolare quella di Peach Salinger, che esasperano le problematiche trattate – quanti stalker potrà mai avere la povera Beck? – e fanno scadere la serie nel trash, facendo sì che YOU si mantenga costantemente in bilico fra il serio ed il faceto. Tali sviluppi nella trama, però, sono da imputarsi all’omonimo romanzo di Caroline Kepnes, su cui la serie si è basata, mantenendovisi fedele. Per fortuna, l’esiguo numero di episodio e la performance convincente di Badgley, che praticamente regge lo show da solo, la rendono comunque piacevole alla visione, sebbene forse dimenticabile nel lungo termine.
YOU è già stato rinnovato per una seconda stagione, che dovrebbe debuttare negli USA nell’autunno 2019. Sebbene il romanzo abbia avuto un sequel, gli autori della serie hanno già dichiarato che stavolta gli eventi rappresentati sullo schermo potrebbero divergere in misura maggiore da quanto accaduto in questi primi episodi.
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La prima stagione io l’ho trovata spesso banale, però si sono rifatti con il finale! Non me l’aspettavo proprio, un vero colpo di scena. Mi ha incuriosita per la seconda stagione
Ho finito di vedere ieri la serie e l’ho proprio adorata! Ovviamente ci sono alcune cose che quadrano poco (come la recitazione della protagonista, tanto per dirne una), but who cares!! È stata una visione proprio piacevole per smaltire lo stress delle feste.