Alle 8:30 del mattino è difficile non notare Patricia Field, anche in mezzo ai colorati abitanti di Bowery Street. Affiancata dai suoi due barboncini bianchi, Sultana e Putana, indossa un ombretto blu scuro glitterato ed un rossetto rosso che si abbina ai suoi capelli color arancia rossa – un punto fermo del suo stile speciale.
La leggendaria costumista, che ha vinto un Emmy Award per il suo lavoro in Sex and the City ed è stata la forza dietro il guardaroba nominato agli Oscar di Il Diavolo veste Prada, attualmente divide il suo tempo tra il lavoro per Younger di TVLand e la gestione dell’omonima boutique che chiuderà nella primavera del 2016 [quindi, se andate a New York prima di allora, fateci un salto, mi raccomando!].
Il negozio è stato in attività per quasi mezzo secolo; la Field inizialmente l’aveva aperto nel West Village nel 1966, prima di trasferirsi, nel 1971, nell’East 8th Steet, per finire poi, nel 2005, a Bowery. Il negozio, che fa parte in modo indelebile del firmamento culturale di New York, ha avuto come clienti celebrità tra cui Madonna e Kim Kardashian [e anche Caitlyn Jenner, come si è visto in una puntata di I Am Cait].
La stilista 74enne presto si concentrerà sempre di più in progetti di design, incluso il suo attuale lavoro per Younger. Naturalmente si trova a proprio agio nel catturare gli aspetti stilistici dello spirito del tempo per la televisione: il suo lavoro in Sex and the City non solo ha portato alla Field tanti riconoscimenti, ma ha anche cambiato il modo di vestire delle donne di New York. Nei primi anni 2000 le collane coi nomi, le scarpe di Manolo Blahniks ed i vestiti esageratamente scollati sono diventati parte del guardaroba delle donne.
Prima del debutto della seconda stagione di Younger, avvenuto il 13 gennaio, la Field ci ha dato alcuni scoop su come veste i personaggi principali della serie ed ha condiviso alcuni dei suoi segreti stilistici (mentre fumava una Winston dietro l’altra!).
Come si approccia al suo lavoro da stilista?
Credo che la moda sia un’opportunità per essere creativi. Il modo in cui ti vesti dovrebbe esprimere chi sei. Stai mostrando la tua individualità – sei tu, non sono io. Io fornisco solamente delle possibilità, e naturalmente sono felice di aiutare, ma è molto importante, affinché io possa fare un buon lavoro per una cliente, che io riesca a capire quella cliente. Le persone non sono delle bambole di carta, ognuno ha le proprie sensibilità e le proprie idee.
Applica gli stessi principi in Younger?
In Younger sono lì per dare supporto all’attore, che è lì per creare un personaggio di fronte alla telecamera. Io devo trovare il parallelo tra l’attore e il personaggio, di modo che, quando poi lo vediamo sullo schermo, sia credibile, e che l’attore sia a proprio agio di fronte alla telecamera, credendo che possa rappresentare al meglio questo personaggio. E funziona così anche per i clienti. Se non ti senti a tuo agio, non ti sto servendo – e quello è il mio lavoro.
Come ha affrontato il fatto di dover vestire Liza, il personaggio di Sutton Foster, che dovrebbe apparire come una 25enne?
Quando Darren Star, che io considero come un fratello minore, mi chiamò per questo progetto, io dissi “Assolutamente, non ti dirò mai di no”. Poi lessi il copione e dissi “Oh mio Dio, come farò a far credere che una donna di 40 anni ne abbia 25? Non sono una maga. L’abbigliamento non sarà convincente”. Ma Sutton Foster ha un aspetto molto ingenuo e giovanile, persino nel modo in cui si muove. Ho fatto tutto il possibile, ma è stata lei a portare la sostanza che io poi ho modellato.
Cosa mi dice, invece, del personaggio di Debi Mazar, Maggie?
Conoscevo già Debi Mazar. È cresciuta nel Queens e di solito la vedevo nell’East Village nei primi anni ’80. Faceva parte della combriccola, lavorava al Mudd Club. Ci siamo tenute in contatto durante questi anni, ma alla fine i nostri cammini si sono incrociati quando Darren l’ha scelta per Younger. Il suo personaggio è un’artista lesbica, la migliore amica di Liza. Debi è molto divertente ed espressiva, è indimenticabile. Il nostro cast è notevole, e do il merito a Darren Star perché è brillante quando si tratta di fare i casting. Ha scelto lui le protagoniste di Sex and the City.
E Miriam Shor, che interpreta Diana, il capo?
Miriam è un’attrice comica, un’attrice professionista di teatro. Ho sempre trovato superbi gli attori di teatro. Quando ho iniziato a metterle addosso questi gioielli esagerati, è stata molto felice. Li usa come oggetti di scena. L’altro giorno, prima di andare a registrare, mi ha detto “Mi serve un braccialetto”, quindi ha indossato questo questo grosso bracciale, si è seduta, ha appoggiato il gomito alla scrivania ed ha iniziato a giocherellarci. Questa è una professionista. Sapeva di aver bisogno di un braccialetto perché aveva già visto come avrebbe fatto la scena. Rispetto fortemente la professionalità. A tal proposito, non ho menzionato Hilary Duff. Sono felicissima per lei. Ricevo tantissimi riscontri positivi su di lei ed il suo personaggio, quindi complimenti a Hilary.
Ha dei luoghi preferiti in cui compra quei pezzi?
Per il personaggio di Sutton – e per tutti i personaggi principali – compro in diversi posti, tra i quali, naturalmente, c’è il mio, che è molto all’avanguardia. Una parte dell’abbigliamento che ho nel mio negozio lo seleziono con molta cura, perché si può andare al limite, ma non si può oltrepassarlo. Deve sempre essere credibile ed aiutare a raccontare la storia. Oltre al mio negozio, ci sono dei negozi dell’usato della mia amica Ina Bernstein. Ne ha circa sei ed uno è proprio dietro l’angolo. All’inizio della stagione vado in ognuno dei sei. Le modelle e le celebrità a cui vengono dati dei vestiti che però poi non indossano, li portano lì, quindi un sacco di roba è in ottime condizioni. I prezzi sono fantastici e non si tratta di vestiti che si vedono nelle riviste o nelle catene di negozi. Un altro posto tra i miei preferiti è Century 21. Non sai mai cosa troverai, e sai che i prezzi saranno buoni. Facciamo compere anche da Bergdorf Goodman, Barneys e in negozi tipo Zara, Topshop e H&M. È un mix, un ibrido. Non riguarda solamente il singolo pezzo o il disegno, ma riguarda più lo stile e il modo in abbini tutto.
Il suo lavoro in Sex and the City ha vinto tanti premi e riconoscimenti. Crede che ciò che ha fatto abbia avuto una grande influenza nella moda?
Ho iniziato a lavorare a Sex and the City come avrei fatto per qualsiasi altro progetto, in modo ottimistico e felice di poter dare del mio meglio. Certo, volevo che fosse un successo, ma non potevo immaginare che sarebbe stato un successo senza precedenti. Il fermento è iniziato alla fine della prima stagione, e quando ritornammo per la seconda, era come se ci fosse stata un’esplosione. Per me è stata un’esperienza senza eguali, mi ha aperto tante opportunità, delle buone opportunità perché durante lo show ho sviluppato un dialogo sulla moda con la stampa. Mi sono ritrovata in una bella posizione. Posso passeggiare per le strade di Tokyo, San Paolo… dovunque vada le donne vengono da me e mi dicono “Tu sei Patricia Field, adoro Sex and the City, adoro te. È meraviglioso, tu mi hai ispirata”.
Che suggerimenti darebbe ad un turista che viene a New York per la prima volta?
Se non siete mai stati nel mio negozio e forse mai in questa zona [NoHo/East Village], è una zona giovane. La New York University è qui, Cooper Union è qui. Questa è sempre stata una zona più giovane, quindi è affollata sia di giorno che di notte. Se avete intenzione di visitare il mio negozio e la zona, potreste pranzare o prendere un caffè prima di venire. Questa zona è cresciuta un sacco negli ultimi 10 anni, e come risultato ci sono molti ristoranti raffinati e posti per una bevuta. C’è il Saxon + Parole e Il Buco. Io ci vado sempre. Quando vivevo qui [adesso vive nel Lower East Side], andavo da “Il Buco” almeno due o tre volte a settimana. Ha il miglior cibo italiano – organico, locale e ben curato. C’è il Think Coffee e questo Irish pub a fianco, Sláinte, in cui i miei collaboratori vanno sempre dopo il lavoro. Dall’altra parte della strada c’è DBGB, specializzato in cibo grigliato, in cui trovate salsicce da ogni parte del mondo. Se volete alloggiare in questa zona, ci sono molti hotel, tra cui The Bowery Hotel e The Standard East Village. Il West Village ed il Meatpacking District sono carini, ma l’East Village è l’area più giovanile ed energetica.
Quest’area è cambiata molto dalla fine del secolo. Crede che abbia conservato la sua atmosfera?
Beh, 40 anni fa questa zona era sinonimo di punk e rock. Ai tempi, alla fine del 20esimo secolo, era il Distretto dei Teatri, ma quando fu costruita Times Square, questa zona affondò. Gli artisti si trasferirono qui perché gli affitti erano bassi, il valore delle proprietà era sceso e gli spazi erano ampi. Quindi gli artisti, i musicisti, i pittori erano tutti qui.
Una volta c’erano anche dei luoghi in cui si suonava musica dal vivo nel quartiere.
C’era un bar famoso a livello mondiale chiamato CBGB, in cui avevano iniziato i Ramones. Quando il quartiere ha iniziato a cambiare nei primi anni 2000, il CBGB chiuse, ed il locale venne rilevato dallo stilista John Varvatos, che però ne ha mantenuto il cuore e l’anima. Ha anche ispirato un mucchio di nuove idee per la sua collezione.
Cosa ama di New York City ed in particolare del fatto di essere una newyorkese?
Ciò che amo di NYC dopo tutti questi anni è ciò che ho amato tanti anni fa. La città ha una cultura molto unica. È un accesso verso il mondo; in tal senso viviamo in un Giardino dell’Eden culturale. Cammini per strada e in un isolato senti cinque lingue, osservi e ascolti tutte queste culture. Vivere a New York è istruttivo e stimolante – è per questo che continuo a vivere qui.