Se dovessi trovare un motivo per consigliare il re-watch o il binge watching di Yu-Gi-Oh questo sarebbe, al di là delle battaglie epiche e del trittico amore-amicizia-buoni sentimenti, il concetto di cattivo.
Non nego che, in principio, abbia iniziato questa maratona solo per vincere una scommessa fatta (e per ridere delle mille assurdità presenti, specialmente nella prima stagione) ma di essermi trovato, poco dopo, completamente avvolto e intrigato dai vari personaggi in gioco.
Sia chiaro, non tanto degli eroi quanto, come detto sopra, dei cattivi; questo perché siamo portati a pensare che, specialmente nei cartoni/anime dedicati ai bambini, esista una linea netta e sicura, una divisione tra ciò che possiamo definire come bene e ciò che è male. Tu vuoi distruggere il mondo? Sei cattivo. Sei un eroe che combatte per salvare i propri amici? Allora sei buono.
Ecco, dimentichiamoci di questo: tutti gli antagonisti delle differenti serie – ad eccezione di quella ambientata sull’isola virtuale che, a mio parere, dovrebbe essere considerata come l’ultima di Scrubs: inesistente – non agiscono solo perché “vogliamo vedere il mondo in fiamme” ma per un motivo superiore, quasi romantico (nel senso letterale o figurato del termine).
Pegasus e l’amore
Forse il più iconico dei personaggi di Yu-Gi-Oh (o almeno quello che più si ricorda visto che la prima serie veniva trasmessa e ri-trasmessa nel momento merenda-pausa studio) è Maximillion Pegasus. Creatore del Duel Monster e possessore di un deck tanto bello quanto inquietante, quello del mondo Toon, è il detentore di uno dei cosiddetti oggetti del millennio: l’occhio del millennio. Questo annovera tra le sue capacità quelle di vedere le carte dell’avversario, scrutando la sua mente, nonché di intrappolare le anime dello sconfitto nel regno delle ombre. È il primo nemico che ci viene presentato e anche abbastanza brutalmente poiché, dopo aver dato un veloce saluto a Yugi, intrappola l’anima del nonno sfidando il nostro protagonista a duello per riottenerla. Man mano che la serie si sviluppa veniamo a conoscenza del fatto che Pegasus abbia già intrappolato altre anime e che non si ponga scrupoli a prendere anche quelle dei fratelli Kaiba (Mokuba e Seto). Solo una domanda rimane irrisolta, fino proprio al termine della stagione, perché? Quale motivo può celarsi dietro a questo comportamento? Nonostante le sue affermazioni di farlo solo per aumentare la propria collezione, prendere il Puzzle del Millennio di Yami e avere una serie di fantocci da controllare, più volte mi sono ritrovato a chiedermi: ma è davvero tutto qui? Stiamo davvero sprecando un personaggio così ambiguo per… una mera dominazione del mondo?
La prima parte della risposta ci viene data quasi per sbaglio, in una puntata abbastanza noiosetta dove Yugi si prepara a un duello, quando Tea, Joy e Tristan trovano un dipinto di una ragazza: Cyndia (o Cecelia Pegasus).
Pegasus, dopo essere stato sconfitto, rivela il motivo del suo “gioco”: nessuna dominazione del mondo, nessuna catastrofe da far scoppiare ma, semplicemente, riuscire a “rubare” quante più anime possibili in modo da poterle sacrificare a coloro che vivono nel regno delle ombre e permettere alla propria amata, scomparsa poco dopo il loro matrimonio, di tornare in vita. Non nego che sia stato toccante vedere la trasformazione di Pegasus da ragazzo felice, sempre sorridente e innamorato a persona fredda, cinica, disposta a tutto pur di ottenere quello che più vuole al mondo: la possibilità, vana, di essere felice una seconda volta.
Marik e la libertà
Il secondo antagonista è Marik Ishtar (o meglio Yami Marik, la versione corrotta dello stesso capace di trasformarsi e apparire nella sua forma buona). Marik, assieme alla sorella Ishizu sono gli ultimi a ricoprire il ruolo di guardiani della tomba del Faraone in attesa che quest’ultimo torni e ponga fine al male/regno delle ombre esistenti. Quindi perché, un ragazzo con un compito così importante e autorevole viene corrotto? Cosa lo spinge a trasformarsi in una persona senza scrupoli, ad abbandonare la sorella e l’amico Odion e a “uccidere” il padre? La libertà o, meglio, l’assenza di libertà e il dolore che ne proviene.
Nato all’interno del luogo sacro dove riposa lo spirito del Faraone, a lui non è né sarà mai concesso di visitare il mondo esterno, luogo di perdizione, e quindi mai di abbandonare la sua posizione. Ma la storia è vecchia: cosa succede se privi un ragazzo delle emozioni? Cosa succede se privi qualcuno della propria libertà? Che tenterà ogni cosa pur di ottenerla e, infatti, il giorno prima del rito di passaggio da semplice bambino a vero e proprio custode della tomba, con l’aiuto della sorella riuscirà ad uscire. Questo fatto però non calmerà lo spirito di Marik facendogli accettare il proprio destino ma, al contrario, fomenterà ancora di più la sua spasmodica voglia di essere libero e vivere una vita propria. Sarò proprio durante il rito di passaggio (dove la sua schiena sarà tatuata con i simboli per fare in modo che il Faraone possa “risvegliarsi) e il dolore provato che Marik deciderà di abbandonarsi al suo lato oscuro fino a restarne completamente soggiogato. Interessante notare che, a differenza di quanto succede per Yugi e Bakura (dominati dallo spirito di Yami Yugi e Yami Bakura dove Yami possiamo tradurlo come Dark, entrambi residenti in due oggetti del millennio), Marik non viene né verrà mai impossessato da alcuno spirito malvagio ma darà solo libero sfogo alla sua rabbia repressa e alla non comprensione del motivo di dover aspettare qualcuno che non si è manifestato per oltre cinque mila anni.
Dartz e il lato oscuro degli uomini
La presentazione del personaggio di Marik è fondamentale e di grande aiuto per comprendere Dartz. Se Pegasus è uno dei personaggi più iconici, Dartz si ricorda per le urla lanciate e il jingle ogni volta che veniva attivato il “SIGILLLLLO DI ORICHALCOOOS”. Cose a parte, è forse il cattivo che più riesce a mettere in luce quello che dicevo in principio: nella serie non esiste un buono e un cattivo, non esiste una linea netta ma una serie infinita di grigi (non dimentichiamoci che lo spirito del Faraone viene chiamato Yami Yugi o Dark Spirit e nel manga, all’inizio, assomiglia molto a un vigilantes). Il suo piano è semplice: passare diecimila anni a raccogliere anime, offrirle al Leviathan, farlo risorgere e distruggere tutto quello che esiste in modo da essere l’unico a governare e riplasmare il mondo a proprio piacimento, senza alcuno scrupolo nel sacrificare anche i suoi collaboratori più stretti.
O almeno, questo è quello che lui vuole farci credere (e nel quale, probabilmente, crede fermamente).
Come sempre, è solo avanzando che riusciamo a capire quale sia la verità, districandoci tra un gran numero di menzogne e scoprire il significato di questa fantomatica Pietra di Orichalcos.
Diecimila anni fa Dartz era il principe (e futuro re) della città perduta di Atlantide, una città in pace e in buona parte isolata dal mondo fino alla caduta dal cielo di una particolare pioggia di meteoriti verdi. Queste nuove pietre permetteranno alla civiltà di avere uno sviluppo, da un punto di vista tecnologico, senza pari riuscendo a compiere un salto in avanti di decenni in pochissimo tempo ma faranno sorgere anche il lato oscuro degli uomini, un lato che tutti hanno nel proprio cuore, chi più chi meno celato, ma sempre presente e pronto a prendere il sopravvento. Lo sviluppo portò all’invidia. all’avarizia, all’odio e il passaggio alla distruzione della città fu immediato. Il vecchio re della città, incapace di fronteggiare la crisi decise di abdicare in favore del figlio il quale spaventato fece l’unica cosa paradossalmente logica: si rivolse a quelle stesse pietre che avevano sì sconvolto le persone e la città ma anche fornito saggi consigli per lo sviluppo della stessa. Il suo errore fu però quello di nutrire troppa fiducia in quelle pietre e in breve tempo una nuova epifania giunse a lui: non era possibile salvare la città, l’unico modo era distruggere tutto per poter poi ricreare un nuovo mondo dalle basi, da zero. Un mondo senza il male presente nei cuori degli umani, un luogo dove Atlantide potesse risorgere di nuovo, splendente. Sbagliato quanto si vuole, corrotto quanto si vuole ma non si può negare il romanticismo e l’amore che Dartz doveva aver provato per la propria Patria.
Yami Bakura e la vendetta
Ok, lui forse è davvero cattivo o quantomeno il cattivo della serie che vuole distruggere tutto solo per dominare ed espandere il regno delle ombre ovunque. Volendo trovare una backstory per giustificarlo… non dimentichiamo che Bakura, all’epoca dei faraoni (ebbene sì ha cinquemila e passa anni) era un bambino che viveva in un villaggio limitrofo, abitato da banditi, a quello del sovrano e che per creare i sette oggetti millennio e porre fine alla guerra in corso fu necessario “consegnare” delle anime all’oscurità (in base a quanto riportare sul tomo magico del millennio). Per compiere questo rito, tutti i suoi concittadini furono uccisi. La paura e l’odio provato nei confronti delle guardie del faraone furono talmente grandi da corromperlo e trasformarlo in uno spirito oscuro, una forma umanizzata del male (o di Zork l’Oscuro) e di farlo vagare fino ai giorni nostri per ottenere, infine, la sua vendetta.
Nel concludere questa riflessione, vi invito a passare in questa bellissima pagina dedicata al mondo degli anime Manga Anime e Disegni e alle pagine dedicate a Yu-Gi-Oh Episodi Di Yu-gi-oh Ita e Yu-Gi-Oh TCG Italia.