Quando a maggio scorso mi sono distrattamente segnata di seguire YOU, mai avrei immaginato una serie del genere. La serie è stata messa in produzione a gennaio 2017 per la rete statunitense Lifetime e in Italia è in distribuzione su Netflix.
Il mio primo errore di valutazione è nato dalla lettura della sinossi (non quella di Netflix, che, come ci insegna Zed Heychfrau, tende a non essere particolarmente affidabile). Diceva più o meno così: “Un ragazzo di New York, incontra una ragazza in libreria, se ne innamora a prima vista e viene messo a confronto con cosa farebbe per amore”. Difficile non immaginarsi una serie indie romanticona, tutta imperniata intorno al ragazzo sfigatello che è innamorato della ragazza carina ma lunatica (tipo LOVE di Judd Apatow).
Nulla di tutto ciò. Il primo episodio di YOU, già dai primi minuti, costruisce una coltre di ansia sottile che monta piano piano. La serie è basata sul best-seller di Caroline Kepnes, che purtroppo non ho letto e quindi non posso dire quanta della tensione venga direttamente dalla penna della Kepnes, ma è in ogni caso ben congegnata.
Secondo errore di valutazione: ho letto che i produttori esecutivi, Greg Berlanti (Arrow, The Flash, Supergirl ma anche Everwood per capirci) e Sara Gamble (The Magicians, Supernatural), che hanno definito il soggetto “la storia d’amore del 21imo secolo” e che il protagonista maschile sarebbe stato Penn Badgley (Gossip Girls) e sono andata parecchio fuori strada.
Così quando inizio a essere cullata dalla voce calda di Penn che mi guida nella storia e mi porta ad adottare la sua prospettiva, tutto mi sarei aspettata tranne un twist inquietante che trasforma una commedia romantica in un thriller psicologico.
La parte, se possibile, ancora più inquietante è il cammino che lentamente svela la vera natura di stalker del protagonista, lo abbiamo percorso tutti prima o poi nella vita. Non avrei detto “la storia d’amore del 21imo secolo” ma piuttosto “la cotta ai tempi dei social”: tutti abbiamo usato Facebook/Instagram/Google per raccogliere informazioni su qualcuno che ci piaceva. Sottilmente disturbante, eppure normalissimo. Entro certi parametri.
Sono proprio questi parametri che non vedo l’ora di scoprire con i prossimi episodi di questa serie che parte in maniera molto promettente.
Volevo solo aggiungere altre due considerazioni, che, nonostante tutto, sono vere.
Lui, Penn Badgley:
L’altro tipo, quello che finisce male: