Questa settimana parliamo di Kate Beckett, protagonista femminile della serie TV Castle, una donna per certi versi complicata da analizzare, ma ogni nodo sciolto è una porta verso la sua vera essenza e a Castle saranno necessarie ben 4 stagioni intere per scoprire lo sfaccettato, affascinante, sensuale e intrigante mondo della detective del XII distretto.
Avrà scoperto tutto dell’universo Beckett?
Kate Beckett
Per capire meglio il personaggio, va detto che la serie la presenta già con un background abbastanza misterioso.
Sappiamo che è una donna che ha scelto il mestiere del detective e non l’avvocatura non per una scelta dettata dalla sola voglia di scoprire la verità sulla morte della madre.
Certo, l’avrebbe potuto fare anche nelle vesti di un brillante avvocato, ma per lei è più naturale vivere la vita a diretto contatto con il crimine, con le indagini sul campo, con gli interrogatori, Kate Beckett preferisce la vita in prima linea sempre.
Questo la porta a volte a fare scelte radicali. In molti casi è tutto bianco o tutto nero e difficilmente cambia opinione.
Quando capisce che qualcosa l’attrae verso Castle, taglia corto e cerca rifugio in un altro uomo, forse proprio per evitare di essere scontata e banale, la solita donna che alla fine viene affascinata dallo scrittore milionario e cede.
Gli inizi
Nelle prime 2 stagioni, Beckett non mostra quasi nulla del suo enorme potenziale. Capiamo però da subito che per il protagonista, lei diventa quasi una sfida e non solo una musa ispiratrice. La vediamo contrapporsi alla presenza dello scrittore in ogni modo, ma l’alchimia fra i due è forse irripetible per certi versi.
Ho sempre pensato che inizialmente, Beckett non dovesse essere altro che una sorta di sparring partner per il vero protagonista, cioè Castle, la detective musa ispiratrice bellissima, un po’ enigmatica ma solo per alzare il livello qualitativo (uno scrittore di successo mica può essere attratto da una qualsiasi), ma senza mai rubare luce al protagonista.
Ovviamente è solo una mia idea. Poi con il rinnovo alla stagione 3 avviene qualcosa nella testa degli sceneggiatori e da quel momento fino alla fine, Beckett si prenderà gran parte di quelle luci che fino a quel momento avevano illuminato solo il protagonista e a volte persino oscurandolo.
Cambio di stile, ma non di personalità
Con la stagione 3 assistiamo anche ad un cambio radicale in Beckett anche da punto di vista dell’aspetto. Via i capelli corti, via il trucco a volte appariscente e spazio alla Beckett più sobria, meno appariscente (difficile per una come lei non esserlo anche con un pigiamone di pile), più concentrata sul suo lavoro e forse più vera e aperta nei confronti di Castle che ora non respinge, ma accetta come compagno di investigazioni e come amico.
La sua investigazione sulla morte della madre diventa così il filone principale della serie, insomma una scelta che dimostra la grande crescita del personaggio rispetto a Castle, che resta in ogni caso al centro della vicenda.
Penso che per Marlowe e soci, sia stato complicato lavorare su Castle quando ci si è resi conto che la co protagonista aveva più potenziale del protagonista.
Ipotesi di divisione?
Non deve essere stato semplice dalla stagione 3 in poi includere Castle e per questo motivo che dopo una stagione 4 perfetta per meccaniche e per scrittura, arriva inevitabilmente il momento di unire i due protagonisti come coppia a mio avviso solo e soltanto per salvare capra e cavoli.
Sono quasi certo che nella testa di Marlowe sia anche venuto in mente di dividerli definitivamente dando una serie autonoma a Kate Beckett e mi chiedo ancora cosa abbia impedito ciò.
Probabilmente, come dimostrato dai fatti successivi alla chiusura di Castle e alla defezione di Stana Katic (Kate Beckett), Nathan Fillion godeva e gode di migliori agganci ai piani alti della ABC, ma una vocina mi sussurra da sempre che Marlowe e soci, più di un pensiero su una serie investigativa con Kate Beckett protagonista, l’abbiano fatto.
Una prova? La divisione dei due alla fine della stagione 5, puzza lontano un miglio di prove di separazione e da quel che ricordo, Kate Beckett versione Washington funzionava alla grande da sola e non a caso ad affiancarla era stata chiamata un’attrice navigata e molto esperta come Lisa Edelstein (Dottor House).
Una donna al comando.
Beckett la incontriamo da subito a capo di un pool investigativo e la prima cosa che notiamo è che comanda su due uomini, un modo chiaro di far capire allo spettatore che si è guadagnata sul campo il rispetto dei suoi uomini e non per ordini dall’alto.
Il suo carattere però non è autoritario, è però molto fermo e sicuro e trasmette agli altri una certa serenità. Difficilmente perde la pazienza ( a meno che non la faccia arrabbiare Castle).
Anche nel rapporto con Castle, alla fine è lei a menare le danze.
Lei decide di far finta di non aver sentito la dichiarazione dello scrittore alla fine della stagione 3, lei decide che dopo aver rischiato la vita, sente il bisogno di lasciarsi andare e trasportare dai sentimenti verso di lui.
La sua personalità, la vita l’ha corazzata e se non apre lei la porticina del cuore, nessun uomo sarebbe in grado di entrarci. Castle alla fine si guadagna prima la simpatia, poi il rispetto e infine il cuore di Beckett, ma solo nei modi e nei tempi che alla fine stabilisce lei.
L’alchimia con Castle.
Sebbene si possa criticare l’eccessiva e a mio avviso inutile stagione 8, non si può certo negare la magia che Richard e Kate sono riusciti a creare prima come coppia investigativa e poi come coppia d’amore sia qualcosa di magico
Eppure, sarà per partito preso, sarà a causa della mia totale fascinazione per il personaggio di Kate Beckett, credo che gran parte del merito penda più dal lato femminile del duo.
In fondo Castle è un uomo fatto e finito, realizzato sia economicamente che come personalità, non deve far altro che incuriosirsi, appassionarsi e a volte anche rischiare perché sa che la sua bella base solida alle spalle l’ha costruita in tanti anni di successi letterari.
Kate al contrario, fa del suo lavoro e della continua ricerca della verità, sia quella familiare che quella lavorativa, il suo faro.
Non ha alle spalle una famiglia al completo e se proprio vogliamo, anche se come detto, si presenta già con una forte personalità, non si è realizzata in pieno.
Non è sposata, non ha storie d’amore di rilievo, la troviamo concentrata sul suo mestiere che fa maledettamente bene, ed è proprio questa sua maturazione ulteriore che porta alchimia nella coppia.
Castle vive un mondo completamente diverso da quello di Beckett. eppure lei non è mai affascinata dai soldi o dai modi da playboy dell’uomo, specie nelle prime stagioni, anche se alcune scenette di pseudo gelosia della stagioni 1 e 2 siano gustose, siamo molto lontani dalla magia che i due inizieranno a creare dalla stagione 3.
Conclusioni
Kate Beckett è dunque un personaggio femminile che difficilmente si può replicare nella sua evoluzione. Stana Katic credo sia maturata come donna e come attrice interpretando questa figura fino ad immedesimarsi totalmente in essa e sfoderando ottime performance recitative.
I sentimenti, così come il lavoro non possono essere imposti alla detective e la prova più lampante l’abbiamo con la drammatica dichiarazione di Castle nella stagione 4.
Da quella scena si comprende perfettamente che Kate è una donna che ama ricevere fiori, ma non accetta che qualcuno gli rovesci addosso i propri sentimenti per farla sentire in qualche modo dipendente da essi.
Lei deve sentirsi paritaria, non ama le imposizioni dall’alto, non ama che qualcuno la spinga verso una decisione seppure scontata.
Alla fine dei giochi e quasi sempre durante la serie TV, Kate Beckett decide il suo destino, decide la sua strada e nemmeno il suo grande sentimento per Castle la fa desistere dal seguire le sue ambizioni.
Personalmente ho amato la serie Castle per l’alchimia irripetibile fra i due personaggi, ma Kate Beckett è senza dubbio una della donne ideali che amo in assoluto.
Se esistesse nella vita reale, qualunque uomo sarebbe fiero di aver conquistato il cuore di una donna dal carattere difficile, chiuso testardo e complicato come Kate Beckett.