Con la serie tv de L’Amica Geniale ormai giunta alle sue battute finali, sento l’attrazione che esercita su di me dalla tetralogia letteraria. Al termine di ogni episodio voglio riprendere in mano L’Amica Geniale per rileggerne i capitoli, i dialoghi, tornare nella violenza del rione e nella violenza delle emozioni che la penna di Elena Ferrante riesci a suscitarmi.
Con la rubrica di Serial Reads cerco sempre di mantenere una distanza tra prodotto letterario e prodotto televisivo, per proporvi un’alterativa alle serie tv che ci piacciono, per approfondirle, se vogliamo, senza sentire il peso del confronti. Con L’Amica Geniale non riesco a farlo. La serie tv è così magnificamente aderente ai libri che non riesco a parlare degli uni, senza parlare dell’altra. Ogni stagione segue per filo e per segno ciò che accade sui libri, ne mantiene il ritmo serrato e, soprattutto, ne trasmette le angosce.
Ma noi, non dimentichiamolo, siamo qui per parlare dei libri quindi, sebbene torneremo ad elogiare la serie tv in separata sede, in questo spazio ci dedichiamo all’opera letteraria. La saga de L’amica Geniale è composta da quattro libri (L’amica geniale, Storia di un nuovo cognome, Storia di chi fugge e chi resta, Storia della bambina perduta) e ognuno di questi affronta la crescita, le difficoltà, le vittorie, le sconfitte e, più in generale, la vita, di Raffaella Carullo e Elena Greco.
La Storia
La storia di Lila e Elena inizia insieme, con due bambine di sei anni che vanno a scuola: nelle loro fantasie c’è un mondo misterioso tutto da scoprire (come, ad esempio, il mare di Napoli che nessuna delle due ha mai visto), nella loro realtà c’è un rione cupo e violento. Si può dire che la loro vita inizi l’una di fianco all’altra, ma sin da subito si vedono costrette a separarsi. Già da quando Elena riesce a continuare gli studi andando alle scuole medie mentre Lila è costretta dalla famiglia a lavorare, incomincia il loro allontanamento.
Man a mano che crescono proseguono la loro vita su due linee parallele, che si incontrano sempre più sporadicamente, perché entrambe hanno le proprie guerre da combattere e sembra esserci sempre meno spazio per il resto. Le battaglie di Lila si svolgono tutte tra Napoli ed il rione, quelle di Lenuccia, sebbene lei riesca ad andarsene dalla realtà rionale, hanno uno spazio ancora più claustrofobico: si svolgono tutte (non proprio tutte, ma di sicuro quelle più importanti) dentro di lei.
L’amicizia di Lila e Lenuccia è sicuramente la grande protagonista della storia. Si tratta di un’amicizia morbosa, che tanto dà quanto toglie, che un attimo stimola stimola e quello dopo soffoca. Ma forse questo è il solo tipo di amicizia che poteva nascere in quel luogo, in quegli anni. Dalla miseria di Napoli e dall’impossibilità di migliorarsi se non scendendo a terribili compromessi, non si potevano generare rapporti migliori di questo. Da un rione del genere non potevano che nascere una ragazza molto cattiva e intransigente, una furia in grado di travolgere chiunque le capiti a tiro e la sua perfetta nemesi, una ragazza eternamente insoddisfatta, eternamente seconda. E queste due persone non potevano che gravitarsi intorno e consumarsi a vicenda.
Chi è, quindi, L’amica geniale a cui si riferisce il titolo? Il punto di vista del libro, quello di Elena, ci porta a credere che l’amica geniale sia Lila, il fulcro nevralgico di ogni gioia e di ogni tormento non solo dell’amica, ma di tutti i personaggi che gravitano intorno a queste figure. Eppure è Lila a definire Lenuccia la sua “amica geniale” e questo, in un certo senso, ci spiazza. Eravamo abituati a vedere Lila sotto gli occhi di Elena, a percepirne tutta la sua forza, il suo magnetismo, la sua genialità, ma non viceversa. Ed è così che ci si apre una nuova finestra: tutto ciò che per una rappresenta l’altra, vale anche al contrario. Lila e Elena sono due parti imprescindibili dello spesso insieme.
I Personaggi
Intorno a Lila e Elena vengono tratteggiati moltissimi personaggi, ognuno con i suoi caratteri distintivi. Dal rione escono fuori personalità davvero memorabili, caratterizzate bene a tal punto da non risultare mai marginali, nemmeno quando lo sono. Ci appaiono amabili o odiabili, ma nel bene o nel male tutti riescono a trasmetterci qualcosa. E, soprattutto, tutti ci appaiono veri. Escono dalle pagine e diventano reali, così come lo sono stati i nostri amici di infanzia, i nostri compagni di scuola. Ognuno si porta dietro una storia, ognuno ha una voce.
Ma tra tutti quanti, i personaggi che mi hanno lasciato maggiore amarezza sono i genitori, Indistintamente. L’archetipo del genitore è quello di essere figura di riferimento, guida, ancora. Ne L’amica geniale il genitore rappresenta il punto di partenza dal quale prendere maggiormente le distanze, ciò da cui si deve fuggire, ciò che si deve migliorare, e questo è stato, a mente fredda, uno dei fattori più destabilizzanti di tutti l’opera. Più di Stefano Carracci che mena Lila, più dell’indecisione di Nino Sarratore, più delle ragnatele tessute da Michele Solara (ma più del viscidume di Donato Sarratore no).
L’autrice
Ciò che rende davvero speciale questi libri non è tanto la storia in sé, ma il modo in cui viene raccontata.
La penna della Ferrante è impietosa. Ti avviluppa e non ti lascia andare. Quando si legge uno dei romanzi de L’amica geniale non si può fare altro, e non si può fare altro finché non si arriva all’ultima pagina dell’ultimo libro. E forse, anche allora, non ci si può fermare e si sente il bisogno di ricominciare da capo, di rileggere tutto per scoprire delle nuove sfumature, per tornare nel rione che, su di noi, ha quasi lo stesso effetto che sui protagonisti: ci cattura e non ci lascia andare. Il rione, infatti, non è solo lo sfondo della storia, ma è il morbo che si impossessa di ogni personaggio, che lo divora dall’interno.
Ma insomma, chi è Elena Ferrante? In realtà, la sua figura è avvolta dal mistero più fitto. Quello con cui la conosciamo non è altro che uno pseudonimo eppure, nonostante questo, il Time l’ha inserita tra le 100 persone più influenti al mondo. Nel corso degli anni sono state fatte diverse speculazioni sulla sua vera identità, ma penso che sia giusto rispettare il suo desiderio di non romperle i coglioni non disturbare la sua privacy. Ciononostante, per i più curiosi, è stato pubblicato un volume che raccoglie alcune interviste della Ferrante, così come le sue lettere alla sua casa editrice e la corrispondenza con qualche fan dal titolo La Frantumaglia.
Avete già letto i libri de L’amica geniale? Vi sono piaciuti? Fatecelo sapere con un commento. E non dimenticatevi di seguirci sulla nostra pagina facebook!