Lo scorso episodio ci ha lasciato alcuni quesiti irrisolti, che ci portano ad aprire il nostro immaginario libro di filosofia sul capitolo del contrattualismo, al quale Chidi sembra subito pronto a darci una spiegazione sintetica e precisa.
Il tema di “What We Owe To Each Other” è decisamente legato alle responsabilità di chi è al potere e all’adempire le proprie promesse, facendo la scelta giusta ai fini del bene della comunità.
Eleanor, però, è una professionista nel girarci intorno, senza riuscire nell’intento, ma proviamo ad essere positivi!
Le premesse sembravano buone, potevamo percepire un vero cambiamento, ma siamo già arrivati a questo punto?
Roma non è stata costruita in un giorno e certamente nemmeno la via della redenzione, infatti Eleanor si trova ad affrontare la fatidica scelta tra l’aiutare disinteressatamente Michael, affinché il suo progetto non venga distrutto o continuare a vivere nell’ombra fin quando non verrà scoperta.
E’ questa la strada che l’istinto la porta a compiere, affiancando l’architetto nella sua disperata ricerca del bug che sta annientando dall’interno la sua opera, ma allo stesso tempo, tenendolo a debita distanza dalla soluzione che ballonzola sotto il suo naso.
Dopo un’attenta analisi, finalmente Michael capisce che è una persona a generare il caos, cercando disperatamente un minimo comune denominatore tra tutti gli incidenti.
Non è facile però nascondere la realtà a chi ha realmente bisogno di te, specialmente quando è così pericolosamente vicino alla svolta, ancor peggio quando si tratta di un amico.
E’ così che Eleanor inizia a fare i conti con i suoi sensi di colpa, intrecciati con flashback tinti di egoismo ed egocentrismo.
Il meccanismo del cambiamento sembra essere ritornato in funzione, tra un karaoke e una salagiochi, ruotando intorno al concetto di fiducia e amicizia.
Graditissime le citazioni della sitcom Friends, che ricorrono per tutta la durata dell’episodio.
E proprio quando Michael si ritrova come l’ottava stagione, senza idee forzando Rachel e Joey insieme anche se non ha alcun senso, che trova l’apparente e sbagliata soluzione al problema.
La puntata termina con un cliffhanger inaspettato, l’architetto considera se stesso la causa del cedimento del Good Place, dopotutto era stato il primo a decidere di vivere al suo interno, ignorando le possibili conseguenze.
Questo finale a sorpresa allontana ancor di più Eleanor dalle responsabilità, riuscirà finalmente a redimersi una volta per tutte?
A questo punto, trovo che non sia così facile come crediamo, i suoi flashback ci hanno mostrato una persona senza il benché minimo autocontrollo,e a pagarne le spese sono stati tutti coloro che l’hanno circondata, ma forse la presenza di Chidi potrebbe aver cambiato qualcosa nel profondo, fino a permetterle di conquistare il diritto di rimanere nel good place.
A proposito di Chidi, che dire della ship che è salpata in questo episodio? Gli sfortunati eventi che hanno unito Tahani e lui, potrebbero essere stati provvidenziali e averli portati a trovare in l’un l’altro l’anima gemella. Personalmente già li adoro e non vedo l’ora di poter godere di un genuino innamoramento, in un luogo dove ti viene assegnato un partner, senza possibilità di resi, con annesso il conseguente drama da relazione illecita.