The Good Place – Recensione 2×01/02 – Everything is Great (1)

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The Good Place ritorna dopo la pausa estiva, riprendendo esattamente dal punto in cui lo avevamo lasciato. Il finale della prima stagione ci aveva regalato proprio la ricetta per una premiere perfetta, una sorta di pilot 2.0, con un Michael ancora più determinato a far dannare le loro anime per l’eternità… o forse un po’ meno.

Avevamo lasciato la versione beta del Bad Place con l’idea di rivedere gli stessi personaggi rivivere l’aldilà in situazioni diverse, ma soprattutto separati, così da rendergli più complicato possibile  comprendere  capire quello che stia accadendo.
Sfortunatamente, come ricordiamo, l’idea geniale di Eleanor di mandare un biglietto a se stessa tramite Janet, riesce a rendere le cose più facili per lei e i suoi vecchi/nuovi amici.
Per un attimo pensiamo che Schur abbia trovato la situazione adatta per presentare stagione dopo stagione lo stesso pilot, con ingredienti diversi, cosa che avrebbe stancato dopo un paio di stagioni, ma per l’appunto, il nostro pensiero viene scongiurato, facendoci capire che non eravamo ancora pronti per la prova finale e che nemmeno Michael lo fosse davvero.

Questo episodio ha una sorta di aria di casa, sembra quasi un dejavù, ma si apre velocemente mostrandoci la freschezza delle sue novità e il comfort di ritrovare i personaggi esattamente come li avevamo lasciati, affrontare situazioni completamente diverse e ritrovarsi coerenti, ma anche sorprendenti nel loro essere se stessi.

Ho apprezzato come messe in situazioni opposte Eleanor e Tahani abbiano rivissuto lo stesso avvenimento scambiandosi i ruoli, mostrandoci come anche la bellissima e perfetta Tahani sia un grumo di problemi, semplicemente inesploso fino a questo momento.
Vederla in pantaloni cargo e una casa minuscola, ma finalmente ubriaca, ha reso questo episodio molto più fluido e la sua presenza meno insopportabile.
Differente invece è l’impressione che abbiamo di Eleanor, con questo episodio che sembra essere scritto per fortificare il suo senso di non appartenenza, ma anche la sua perspicacia, infatti è lei solamente lei a comprendere che il Good Place, non sia davvero quello che sembra.
Il ritorno che non mi ha colpito minimamente è quello di Chidi, che seppur coerente e con una storyline azzeccata, risulta un po’ spento rispetto agli altri co-protagonisti, al contrario di Jason che, oltre a sprizzare la sua improbabile tenerezza, continua ad essere capito solo da Janet e questo mi fa ben sperare per la loro relazione (?) se così possiamo chiamarla.

Ma la star, il quid in più di questi quaranta minuti di episodio, è sicuramente la vera Eleanor, aka Denise, aka quale sarà il suo vero nome?, che risulta sicuramente una delle promesse di questa stagione e che speriamo nel prossimo intake possa avere il ruolo da star a cui aspira e soprattutto un episodio dedicato alla sia vera identità da demone.

Questo episodio risulta ai miei occhi come una sorta di parentesi, una prova, una 2×00 e non un primo episodio, perché nel prossimo sappiamo che rivivremo il nostro ben conosciuto “Everything is great (2)” e speriamo che possa durare più di quaranta minuti o meglio, lo speriamo per Michael, e che Shawn non venga mai a sapere del terzo tentativo.

Come premiere non è assolutamente deludente, anzi sembra decisamente interessante e riesce ad intrattenere, nonostante sia qualcosa di effettivamente già visto, ma allo stesso tempo non ci dà modo di farci un’idea su quello che ci aspetta, lasciandoci un po’ perplessi.

Se dovessi decidere se promuovere o bocciare Everything is great (1), mi sentirei un po’ come Chidi, indecisa fino all’ultimo, perché ha tutte le basi per essere godibile, ma non riesco a trovarlo efficace come premiere, proprio perché confonde, invece di incuriosire.

E voi cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra opinione con un commento, Everything is great… fino al prossimo episodio!

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