La primissima scena di 1992 in cui facciamo la conoscenza di Veronica Castello, in genere non viene catalogata fra le scene culto della serialità.
La scena doveva probabilmente in origine, rappresentare in modo forte e deciso il carattere di Leonardo Notte, uomo vicino al potere che gode a dominare piuttosto che essere dominato.
Veronica all’apparenza sembra una delle tante escort che devono aver passato le serate con Notte, una senza arte ne parte ma con un gran bel fisico.
Invece, proprio da questa scena che possiamo definire cruda e realistica, un atto sessuale fine a se stesso senza una apparente logica, sarà il punto più basso del personaggio di Veronica Castello, una donna che con gli anni capisce di essere donna vera e non un bel soprammobile da esporre.
Veronica Castello
Veronica è una donna bellissima. Non è una stupida. Ha dei sogni, degli obiettivi e vive immersa nella realtà piena di opportunità soprattutto nel mondo dello spettacolo degli anni 90.
C’è un problema però. Chi comanda, chi prende le decisioni è quasi sempre un uomo, le caselle giuste per salire la scala verso il successo è quasi tutta occupata dal mondo maschile.
Veronica Castello fa spallucce dentro di sé. In fondo che sarà mai qualche piccolo sacrificio sessualmente parlando, se poi si aprono le porte della notorietà? Un po’ il ragionamento della vedova McBain in “C’era una volta il West”: Una bella tinozza di acqua bollente e torno come prima.
Lei sa cosa serve per ottenere il successo, sa che nessun uomo può resisterle, eppure arriva un momento nel quale, si guarda allo specchio e non vede più il suo corpo statuario, la sua bellezza, ma solo una donna desolatamente schiava delle sue aspirazioni, che finisce per andare a letto con uomini sbagliati e senza futuro.
La voglia di riscatto passa dunque dal trovare l’uomo giusto, trovare quello che possa in qualche modo amarla andando oltre l’aspetto fisico.
Questo uomo esiste e non è un produttore, nemmeno un vero uomo di potere. Lui viene dal basso, non ha modi raffinati, eppure per la prima volta, Veronica non si sente giudicata, non sente su di sé lo sguardo di un uomo che la fa sentire sporca, sente lo sguardo di un uomo innamorato, pronto a tutto per renderla felice.
Lui è Pietro Bosco, leghista sempliciotto ma molto acuto, arrivato dal basso e asceso al parlamento grazie alla fortissima crescita del partito di Bossi.
Famiglia felice? No grazie.
Veronica Castello vuole affermarsi. Non può accontentarsi di una vita alle spalle di un uomo di potere. Lei non è scesa a compromessi discutibili inseguendo questo sogno, per poi ridursi a essere la moglie, la compagna di un politicante qualsiasi.
Non importa se l’amore che prova Bosco sia sincero, che la ami per quello che è e se ne frega delle voci su di lei.
Lei vuole diventare una star della TV, del cinema, vuole le luci della ribalta sempre sparate in faccia. Questo è il suo sogno fin da piccola fin da quando il confronto impietoso con la sorella, ora affermata giornalista, l’ha convinta che l’unica strada per reggere il confronto con lei, sia quello.
Una famiglia ora per lei sarebbe come una coltellata. Lo scoprire di essere incinta di Pietro la sconvolge perché sa di non essere pronta, sa di non essere una buona moglie, una buona madre, una buona compagna.
Un figlio ora che sembrano aprirsi nuove opportunità, ora che i cancelli di mamma RAI sembrano schiudersi, è qualcosa che non può permettersi, non adesso che è un tanto così dal coronare il suo sogno.
Nemmeno dell’amore vero ha bisogno Veronica, anzi se ne fa quasi beffe di quell’uomo semplice. Ma Pietro è un uomo tenace e sa che malgrado tutto ama Veronica e resterà sempre un passo dietro lei forse per sempre.
Un sogno realizzato? Ma il prezzo?
Con 1993, Veronica Castello inizia un nuovo percorso. Ora si è fatta più cinica, sa che ha sacrificato molto. Un amore sincero, un figlio mai nato.
Adesso più che mai, deve raggiungere il suo scopo, ha calpestato tutto, passata per vie tortuose ma ora deve fare un ultimo passo, un piccolo sacrificio per lasciarsi tutto alle spalle.
Un vecchio dirigente RAI, uno di quelli che decidono vita, morte e miracoli del mondo dello spettacolo, uno di quelli giusti per le mire di Veronica.
Non serve nient’altro per affermarsi finalmente, per diventare la stellina del Bagaglino, per avere le copertine dei rotocalchi. Finalmente può guardare tutti dall’alto in basso.
Vecchioni in una canzone dice: ” Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione
E quando fu di fronte al mare si sentì un co**ione”.
Forse Veronica si è sentita così quando ha capito che tutto ciò che aveva fatto per raggiungere il successo non la faceva sentire realizzata pienamente.
C’è una scena molto bella in 1993. Veronica si guarda allo specchio e si rende conto che gli anni stanno passando, si tocca il viso, si vede cadente, vede che quello per cui ha tanto lottato, presto o tardi finirà perché è effimero come la bellezza.
“Quanti anni ha?” Che fastidio leggere sui rotocalchi quei numeri impietosi…32, 33, 35 anni. Lo showbusiness è una macchina spietata e Veronica Castello si rende conto solo adesso che forse un figlio con Pietro, un amore vero, non era un ostacolo ma un’opportunità.
Poi quel continuo confronto mai sopito con la sorella giornalista, la certezza d essere ancora giudicata come una prostituta d’alto bordo, perché tanto tutti sanno come è arrivata lì.
Veronica deve appigliarsi a qualcosa, deve svoltare per evitare di passare il resto della vita facendo i conti con i rimpianti della donna che nonha avuto il coraggio di essere.
Per sua fortuna, il mondo del potere e della politica di quegli anni, offre opportunità inattese ed ecco che superata la trentina, Veronica scopre il modo di farsi beffe del tempo che passa, delle rughette, delle delusioni patite: diventerà parlamentare di Forza Italia.
La Politica? Roba da donne.
Certo, durante la campagna elettorale, pur vivendola sotto l’ala protettiva di Berlusconi e di Notte, ha dovuto, come prevedibile fare i conti con il suo passato.
I manifesti scarabocchiati di lei però, non la feriscono, li vede come si guarda un reperto archeologico. Veronica Castello ha capito che ora ha modo di dimostrare davvero di essere una donna intelligente, una persona diversa, entusiasta di poter dare il suo contributo al paese.
Peccato che gli uomini siano tardi a comprendere, tardi nel concepire che una donna possa cambiare, evolvere e sono duri nel levare le etichette.
La Castello? Fantastica a letto…se ti serve per convincere qualcuno a fare qualcosa, lei è perfetta. Quella maledetta etichetta di donna facile, di donna pronta a tutto, difficile togliersela di mezzo, anche se sei determinata come Veronica.
Appare chiaro che un personaggio così complesso non potesse che avere un’evoluzione difficile.
Ma come detto, mi è piaciuta la sua maturazione, il suo andare oltre e ritagliarsi, la vita che forse non aveva nei sogni da bambina, ma che sbagliando e riprovando, ha costruito con le sue forze.
Molto bella la parte relativa all’amicizia stretta fra donne, un’amicizia trasversale, bella, sincera come solo fra donne può esistere. Veronica si sente accettata finalmente.
Il matrimonio con Leonardo, apparentemente scontato e figlio della Veronica di qualche anno fa, è in realtà qualcosa di diverso. Una scelta sua, non una costrizione. Nessun uomo può più costringerla a fare qualcosa.
Decide lei, sfrutta le opportunità e se scende a compromessi, lo fa non più per inseguire un sogno, ma per viverlo meglio.
La gita in Sardegna, la riporta violentemente fra le braccia di Bosco, sembra una scivolata, un errore, ma quello che sembrava uno sbaglio, diventa invece un riscatto, la riparazione involontaria di una scelta di vita sbagliata.
Il figlio nato dalla loro unione, sarà però cresciuto da Leonardo e Veronica, ma Bosco è il vero padre.
Conclusioni
Veronica Castello ha il volto dell’attrice Miriam Leone. Ancora una volta l’attrice siciliana ha sfoderato tutta la sua bravura, interpretando un personaggio molto difficile e complesso.
Miriam Leone è riuscita a dare identità propria e viva ad un personaggio che opera in un mondo come quello dello spettacolo, cercando di essere il più possibile realista senza mai essere volgare o sopra le righe.
Credo che Veronica Castello sia un po’ l’archetipo di tante donne, donne che aspirano a qualcosa di più, che hanno intelligenza e capacità, ma che si scontrano con una realtà che in qualche modo devi vivere e subire.
Io vedo molto della Jill McBain di “C’era una volta il west” in Veronica.
Vedo una donna che a New Orleans era la prostituta più ricercata e che sceglie di prendere come marito un folle sognatore, per diventare qualcosa di diverso.
Veronica Castello vuole farsi strada nella vita e come tutti noi sbaglia, fa errori. Tutti noi facciamo sbagli, ci fidiamo di chi ci promette mari e monti per poi dimenticarci
Gli sbagli generalmente, non lasciano segni, sono esperienze di vita, insegnamenti, ma quelli che fa una donna come Veronica, sono marchi indelebili difficili da cancellare.
La sua è un’evoluzione, un riscatto contro tutto e tutti che la porterà persino a essere ministro.
Ma più delle cariche di potere, sarà un’evoluzione interiore, una lotta piena di sofferenza, che ci restituisce una donna vera, vissuta e pronta sedersi a bere un buon vino con Bosco e ridere dei tempi andati e pronta ad affrontare il futuro senza paura.