In un periodo in cui il genere piratesco ha perso smalto ed appeal (ad eccezione, ovviamente, della celebre e remunerativa saga Pirates of the Caribbean), ecco che arrivano due novità in tv: Black Sails da gennaio sulla Starz e Crossbones attualmente trasmesso dalla NBC. Ci troviamo, per forza di cose, a parlare di quest’ultimo, il cui pilot è andato in onda venerdì 30 maggio. L’occhio cade subito su un particolare: a portare in scena il famoso pirata Barbanera (Blackbeard in originale) è nientemeno che l’attore John Malkovich, ovvero uno dei nomi più importanti di Hollywood ed interprete di film come Le relazioni pericolose di Stephen Frears e Burn After Reading dei fratelli Coen.

Questo pilot prende il via nel 1712 quando viene inventato un marchingegno in grado di permettere agli uomini di orientarsi nell’immensità dei sette mari e di facilitare quindi all’Impero Britannico la propria espansione. Il Governatore delle Bahamas decide dunque di assoldare l’intrepido Tom Lowe per fargli proteggere l’invenzione, evitare che essa cada nelle mani sbagliate ed uccidere il celebre e temuto pirata Barbanera, creduto morto per svariati anni. Lowe si troverà presto al cospetto del suo avversario e finirà per dovergli salvare la vita per proteggere gli interessi del proprio Paese.
Quello di Crossbones è un pilot scorrevole ed avvolgente che costituisce una sorta di “what if” (in questo caso: cosa sarebbe successo se Barbanera non fosse morto giovane?): sappiamo, infatti, che il vero Barbanera (Bristol, 1679 – Ocracoke 1718) morì ad appena quarant’anni, mentre qui lo ritroviamo visibilmente più vecchio e rifugiato su di un’isola per la quale è una sorta di governatore. Sì, perché “The Devil’s Dominion” è quasi totalmente ambientato nel covo del nostro Blackbeard, un’isola simile alla famigerata isola Tortuga, un luogo dove i pirati e i fuorilegge hanno trovato asilo e dove vigono regole diverse da quelle della società civile.
Qui abbiamo modo di approfondire la conoscenza con le due figure di spicco della serie, i due nemici giurati: Lowe e Blackbeard. Il primo (soddisfacentemente interpretato dall’inglese Richard Coyle) ha l’aria di essere il classico eroe della situazione, l’uomo tutto d’un pezzo che serve la propria patria con abnegazione e che intende portare a termine il proprio compito a costo di morire. Blackbeard, ben tratteggiato da Malkovich, appare invece come un comandante spietato, la cui unica debolezza sembra essere l’arguta Selima, unica persona in grado di contraddirlo senza provocare nefaste conseguenze.
Pur non essendo un pilot eccellente, Crossbones rivela subito una semplice ma solita struttura che ce lo fa apprezzare in quanto prodotto dallo stile classico che può facilmente incontrare i gusti di un vasto pubblico: non ci sono guizzi particolari in grado di farci sussultare, né novità che ci facciano estasiare o, peggio, storcere il naso. Crossbones è una serie di pirati che si fa apprezzare proprio – in un certo senso – per la sua prevedibilità, per il suo essere uno show dal quale pretendere nulla più di una di quelle belle storie ricche di avventura ed azione. È poco? Direi di no, dato che l’offerta televisiva degli ultimi anni è sterminata e una serie simile di certo sarà in grado di soddisfare i cultori del genere e coloro i quali cerchino una piacevole e leggera evasione dalla quotidianità.