Game of Thrones – Recensione 4×10 – The Children [Season Finale]

Rannicchiata in un angolo buio, disperata, il cuore in mille pezzi. Questa sono io dopo questo finale di stagione. Tra svariati alti e bassi, noi fan, lettori e non, riversiamo in uno stato pietoso. Un misto di rabbia, tristezza, ansia e sindrome da abbandono.
Da cosa cominciare? Tirando le somme di questa stagione potremmo parlare in linea molto generale di una delle migliori stagioni in assoluto, sicuramente un lavoro migliore della passata stagione. Naturalmente parlando di Game of Thrones non è facile fare una classifica, trattandosi sempre di un telefilm di altissimo livello. Posso, dunque, soltanto attenermi al mio modestissimo parere di accanita telespettatrice/lettrice/ossessivo-compulsiva e sperare che ciò basti.
Il buongiorno si vede dal mattino e quindi partiamo proprio con le prime scene che sono state, a mio parere, le migliori. Peccato che non abbiano condotto a un finale altrettanto colossale.
Un ultimo sguardo nostalgico alla sigla mentre mi preparo a fare a meno di queste note per i prossimi nove mesi, sarà dura.
Tocca a Jon Snow aprire le danze, dopo aver avuto un intero episodio incentrato sulle sue vicende. Nonostante il risultato forse non proprio brillante, direi che si sentiva davvero la necessità di un po’ di attenzione al Nord e alla Barriera. Dopo la triste fine di Pyp e Grenn (vivrete per sempre nel mio cuore e tra le pagine dei libri!) devo ammettere che per la prima volta temo davvero per le sorti di chiunque. Nessuno al sicuro, neanche per noi avidi lettori? Che i crudeli D&D stiano cercando di darci una bella lezione? I nostri cari sceneggiatori farebbero meglio a fare attenzione poiché il desiderio di stupire proprio chiunque potrebbe ritorcersi contro la loro stessa storia e danneggiarla in modo irreparabile.
Ho l’ansia anche solo guardando Dolorous Edd.
Le vittime cadono come mosche, previste e non, per questo motivo la scena tra Jon e Mance funziona perfettamente e non lascia nulla da desiderare. E visto che siamo agli sgoccioli non poteva mancare il solito, immancabile monito: Winter is coming. Per quanto mi riguarda, io sto ancora aspettando.
Ma lo ammetto, ciò che veramente stavo aspettando dall’inizio di questa stagione e anche di più era questo momento: l’arrivo dell’esercito di Stannis Baratheon. Non sono, né mai sarò, Team Stannis ma ho sempre apprezzato questo ensemble e c’è da riconoscere che sono stati gli unici a compiere la scelta giusta. Inoltre pensate a quante meravigliose possibilità di interazione? Stannis/Jon Stannis/Mance Jon/Melisandre (la mia personale favorita) e l’inedita, persino per me, Davos/Jon. C’è del potenziale, tanto potenziale. Il Nord aveva bisogno di nuovi giocatori, soprattutto per quelli di noi che credono che la vera battaglia sia sempre stata lì.
L’arrivo dell’esercito del Signore di Dragonstone è trionfante e schiacciante proprio come dovrebbe essere. Un incontro di tale portata non può che essere da brividi, mi rendo conto di essere immensamente di parte ma nel momento in cui Jon ha detto “My father died for him” il mio cuore era a mille.
Avevo già menzionato il fatto che non ho ancora superato la morte di Pyp e Grenn? Ecco nel caso in cui non fosse stato chiaro ecco una bella scena funeraria giusto per farci un altro po’ di male. Per fortuna per due amici persi Jon Snow sta per trovarne uno di tutto rispetto, di fronte a lui, al di là delle fiamme. Una nuova rossa per Jon, anche Melisandre è baciata dal fuoco, in tutti i sensi. Ho atteso questo incontro per anni e questa prima scena non mi ha delusa, mi aspetto grandi cose per la prossima stagione. Gli sguardi che si incrociano attraverso il fuoco devono essere simbolici e c’è qualcosa di più grande che ci aspetta!

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Con l’arrivo di Melisandre salutiamo per sempre Ygritte e con lei uno degli ultimi momenti di debolezza di Jon.

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Ancora a Nord c’è Bran che prosegue nel suo viaggio. La tormenta di neve non può fermarli ora che sono così vicini, ora che la meta è raggiunta. Si tratta di una delle scene che più si avvicina all’ideale fantasy tipico in Game of Thrones. La dimora del corvo a tre occhi è una sorta di mecca, il luogo in cui tutto cambierà per sempre. Lo scenario è mozzafiato, estasiante. Una natura mistica e selvaggia, una pace che può precedere soltanto la disfatta più totale.

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Ed è qui che forse, oltre alle scene di Cosetta (capirete dopo), questo season finale tocca il suo punto più basso. Dopo cotanta bellezza mi sarei aspettata qualcosa di più sensato e decisamente meno spettacolare e tragico, dalla scena del combattimento. Certo, stiamo entrando in un’aera decisamente fantasy, ma quegli scheletri? Mi sembrava di essere finita in un videogame horror o sul set dei Pirati dei Caraibi, non mi hanno affatto convinta.

La scena è sicuramente emozionante e ben girata ma la tragedia è lì che ci attende proprio dietro l’angolo.
JOJEN REED

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Eh no, neppure lui doveva lasciarci. Ancora una volta D&D decidono di superare in crudeltà Martin e la cosa peggiore è che, per quanto possano avere le loro ragioni, spesso fanno ciò che fanno senza reale cognizione di causa o almeno non nel modo in cui lo farebbe Martin. Non hanno la sua visione d’insieme. Inizio a temere che sorprese come questa siano solo dettate dal desiderio di stupire anche i lettori, ma non è certo questo il modo. In questo modo si rischia soltanto di incrinare la storia originale, cosa che potrebbe anche già essere accaduta con la morte di Jojen. Ma non è il caso di entrare in zona spoiler/teorie visto che ormai nulla è più certo. Per molti di voi sarà solo un personaggio secondario ma Jojen aveva, in realtà, un ruolo fondamentale. Questo telefilm non fa altro che infliggerci nuove pene del tutto gratuite, come se quelle dei libri non ci fossero bastate per almeno sette vite! Mi rende anche molto triste notare che, a questo punto, non sentirò mai la mia citazione preferita in assoluto e quindi ve la scrivo:
The wolves will come again…
Il significato traetelo da soli.

Questo episodio è intitolato “The Children” non solo per gli evidenti parallelismi tra Daenerys con i suoi draghi e Tywin e i suoi figli, ma anche e soprattutto per la prima apparizione dei Figli della Foresta. Una specie antica e misteriosa che sembra voler aiutare Bran a compiere il suo destino. Ancora non sappiamo di preciso cosa siano e quale sia il loro ruolo. Se pensavate che tutto il budget fosse volato via per la 4×09, a quanto pare dovrete ricredervi.

 

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Probabilmente avranno messo qualcosa da parte per queste scene e per l’arrivo del Corvo a tre occhi. Anche questa scena è avvolta da un’aura di sacralità e mistero quasi spettrale. Siamo paurosamente vicini all’epilogo per Bran o, almeno, l’epilogo di ciò che Martin ha scritto fino ad ora. Se il nostro eroe non si darà una mossa, già entro la prossima stagione ci ritroveremo pericolosamente a corto di materiale.

A King’s Landing ci viene rivelato qualcosa che sarebbe dovuta rimanere nell’ombra ancora per un po’ ma diamo a Cesare quel che è di Cesare, in questo caso sapere che purtroppo ser Gregor Clegane ha ancora qualcosa da fare già da ora non cambia nulla ai fini della storia.
Nel frattempo il Gran Maestro Pycelle non fa altro che consigliare a tutti un po’ di latte di papavero, come qualcuno mi ha fatto notare, e in una scena il vecchio bavoso – che probabilmente non rivedremo mai più – ha persino una sorta di attacco d’ira/moto di ribellione. Povero Pycelle che getta via i suoi attrezzi e scompare adirato. No, non è vero, è un vecchiaccio inutile e non proveremo mai alcuna pena per lui. Imparate, quando le cose vi vanno male nella vita, prendersela con Pycelle è l’unica soluzione!
C’è poco da ridere in realtà, perché ci stiamo avvicinando al più grande baratro accanto al quale sia mai stato sospeso alcun personaggio e Cersei vi è stata gettata dentro in perfetto stile Lysa Tully. Più che di una Moon Door parlerei di una Out of Character Door e Cersei sembra essere ormai destinata a precipitarvi all’infinito. Se già dai libri sappiamo che una leonessa non può certo essere una volpe, e siamo quindi piuttosto abituati alle sue trovate non proprio ingegnose, mai e poi mai mi sarei aspettata una tale caduta di stile. La metafora della caduta rende perfettamente l’idea, abbiamo già assistito a characters assasination prima d’ora (vedi Gendry) ma mai siamo sprofondati in un abisso così oscuro. The night is dark and full of terrors e anche il copione della povera Lena Headey – che ce la mette proprio tutta – è pieno di terrori, anche se alcune battute non sono neanche poi così male, come quel  “My last boy” che fa un po’ l’eco alle ultime parole della povera Cat. Ma quella di Cersei è ormai una causa persa. È tempo di fare una netta distinzione tra la Cersei cartacea e quella televisiva, da oggi in poi non ci riferiremo più a lei come Cersei ma come Cosetta, sì perché la profondità psicologica è più o meno pari a quella di una che potrebbe chiamarsi Cosetta (e non me ne vogliano tutte le Cosette di questo mondo). Insomma, Cosetta è molto arrabbiata con papà Lannister che è ancora convinto di volerle far sposare quel certo cavaliere floreale. Ma Cosetta ha un asso della manica, un’arma segreta che sicuramente potrà fermarlo. Sì, certo, come ho fatto a non pensarci prima? Riveliamo a paparino il mio più oscuro, umiliante e pericoloso segreto, quello per il quale avrei volentieri eliminato l’intera casata degli Stark e seguaci vari. Che cosa potrebbe mai succedere in fondo?
Beh, certo, se ha condannato a morte il suo stesso figlio solo per essere nato nano, che cosa potrà mai fare al suo nipotino, frutto di un incesto? AHAH Cosetta sei davvero una tipa tosta, wow, tu sì che sei un personaggione, mica Sansa, no eh!

[Vi prego non chiedetemi di affrontare queste scene in modo serio, non si può e basta!]

Jaime, d’altra parte, checché se ne dica resta sempre Jaime. Uno dei personaggi migliori in assoluto, sia nei libri che nella serie. Abbiamo già detto fino allo sfinimento quanto quest’uomo senza onore sia in realtà il più onorevole. Mentre Cosetta continua a far bella mostra del suo intelletto con battute al limite del surreale, Jaime ci mostra il suo conflitto interiore. Chi difendere, chi accusare quando è la tua famiglia, il tuo amore, il tuo stesso sangue tutto insieme, a costringerti a scegliere tra l’uno e l’altro? Qual è in questo caso la scelta più giusta? E, ancora una volta, è incredibile quanto Cosetta risvegli in me uno spirito protettivo nei confronti di una Cersei che non ho mai amato ma che almeno è reale. Cersei, al contrario di Jaime, riesce infatti a rendersi conto che il desiderio di portare il loro amore alla luce del sole non è altro che un’utopia perché loro, no, non sono Targaryen e nessuno mai potrebbe accettarli. Si appella, una volta tanto, alla ragione e al buon senso, mentre è Jaime ad avere questa visione romantica dei due amanti soli contro il mondo e pronti a tutto pur di stare insieme. Sarà proprio il continuo cozzare dell’idealismo di Jaime contro la praticità di Cersei a contribuire al loro allontanamento. E cosa vediamo invece qui? Cosetta ridotta al ruolo di supplice, che tristezza!

Scagliatevi pure quanto volete contro Daenerys a questo punto, ma almeno i suoi errori sono errori reali, destinati a condurre a un’evoluzione, una crescita. Il suo personaggio segue un percorso fatto di scelte giuste e sbagliate, com’è giusto che sia, e non di assurdità altisonanti.
Le difficoltà che la Madre dei Draghi deve affrontare sono enormi, forse più grandi di lei. Una regina alle prime armi non può cambiare un mondo, persino io devo ammetterlo. A Meereen non c’è mai stato, né mai ci sarà, posto per una regina Targaryen. Alcune persone nascono prive di un proprio posto nel mondo, gli schiavi di Meereen preferiscono tornare in catene pur di provare un senso di appartenenza, avere uno scopo. Cosa dovrebbe fare allora una regina senza trono? Una ragazza senza casa, senza famiglia e ormai anche a corto di amici fidati? In tali condizioni alcune scelte sembrano, purtroppo, obbligate; la pressione di forze esterne, il desiderio di accettazione offusca la capacità di giudizio e si finisce per ferire chi più si ama.

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Daenerys Targaryen, Mother of Dragons, Breaker of Chains sovverte le sue regole e i suoi principi, costretta da forze maggiori, e infligge queste catene proprio ai suoi figli, gli unici figli che mai avrà in una delle scene più commoventi della stagione. Ciò a cui assistiamo è la prima e più grande sconfitta per Daenerys. Non è la prima Targaryen a confinare i suoi draghi all’interno di buie segrete, ma in passato l’inizio di questa pratica ha anche segnato l’inizio della fine della stirpe. Con Daenerys non dovremmo avere, invece, un nuovo inizio? Mettere i suoi draghi in catene significa mettere a tacere anche una parte di se stessa, quella che la rende ciò che è. È un po’ come uccidere un metalupo per gli Stark. La simbiosi è tale che la fine di uno significa inevitabilmente anche la fine dell’altro o almeno una parte di esso. Non si può restare impassibili di fronte a una madre che abbandona i proprio figli, di fronte a una donna che diventa ogni giorno più sola. Prima Jorah, adesso i draghi, Daenerys sta via via perdendo tutti gli appoggi che la rendevano forte e inarrestabile. Nessun uomo è un’isola e neppure questa donna.

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Qui permettetemi un altro piccolo sfogo da pazza quale sono. È tutta colpa di Drogon, si parla sempre e solo di Drogon, Drogon è bello, forte, gigantesco ed è anche uno stronzo. Sì, lo so che sto parlando di un drago, ma guardate Rhaegar e Viseryon quanto sono belli, quanto si fidano della loro mamma. Non hanno mai ricevuto la giusta attenzione e quando li vediamo? Nel momento in cui pagano per le colpe della pecora nera della famiglia. Non per niente è Drogon di nome e di fatto come quel barbaro puzzolente da cui ha preso il nome. IO ODIO DROGON!
Fine dei rantoli poco sensati.

Ho temuto fino alla fine l’incontro, del tutto imprevisto, tra Pod e Brienne e Arya e Sandor. Ero convinta che avrebbe rovinato tutto e invece si è rivelata un’ottima scena. È solo e soltanto così che dovrebbero stupirci. Credo di non aver mai temuto così tanto per le sorti di un personaggio al di là dei libri. Ho tremato per Sandor e a tratti ho persino creduto che neanche Brienne ce l’avrebbe fatta e io sono quella che dovrebbe sapere per certo questo genere di cose! Il combattimento si è rivelato essere uno dei migliori che abbia mai visto, duro, crudo, violento e all’ultimo sangue – e la nostra Brienne ci ha raccontato la sua esperienza. Qualcosa di completamente inaspettato ma che ho comunque apprezzato e che è riuscito a non intaccare la scena a cui doveva condurre, che ha fortunatamente seguito il suo corso come prestabilito. L’ultima scena insieme per Arya e Sandor è perfetta! Maisie e Rory danno prova di un enorme talento, come mai prima d’ora. Sandor, a modo suo, implora per un unico gesto di pietà e Arya rifiuta. Rifiuta perché non vuole concedergli neanche quest’ultimo dono o perché, in realtà, c’è ancora una speranza? Sandor sembra essere spacciato, non c’è dubbio, eppure finché non ci mostreranno il cadavere…
In tutto questo, dove avevamo lasciato Tyrion? Solo con un’insignificante condanna a morte, ma su, non ditemi che ci avevate creduto davvero? È vero che nessuno è al sicuro, ma c’è un limite a tutto.
Jaime, Jaime, Jaime, voi non amate Jaime? AMATELO TUTTI!
Non avrebbe mai potuto lasciar morire il suo stesso fratello. L’unico Lannister veramente altruista. Manca però qualcosa a questa scena, è tutto molto bello e commovente e il mio cuore palpita d’amore, d’amore sì per te Jaime, ma le cose non dovevano andare esattamente così. A un certo punto, per quanto la cosa mi faccia male, sarebbero dovute volare parole grosse tra i due, parole che li avrebbero tormentati a lungo e che avrebbero dovuto cambiare molte cose, soprattutto per Jaime. Certo, l’amore tra i due fratelli non finirà mai, questo è vero, e forse per una volta hanno deciso di indorarci la pillola. Questo ci conduce a un altro momento a lungo atteso, un game changer totale. La camera da letto di Tywin è una brutta, brutta sorpresa per Tyrion. Adesso datemi tutti ragione, vi prego, smettetela di amare Shae, smettetela di giustificarla e guardate gli occhi di Tyrion nel momento in cui si rende conto che c’è lei in quel letto e sussurra my lion
Il silenzio è giusto e dovuto, non siamo tenuti ad ascoltare le ragioni di Shae, non più, qualsiasi cosa abbia motivato le sue torbide azioni finirà con lei nella tomba. Credo sia scontato precisare che questo è un punto di svolta per Tyrion e decisamente non positivo. Certe azioni ti cambiano per sempre e non si può tornare indietro in alcun modo. In sottofondo risuona, tetra più che mai, The Rains of Castamere mentre Tyrion va incontro alla sua prossima vittima. King’s Landing come la conoscevamo sta per finire per sempre.

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Tywin è freddo e pacato fino alla fine anche in una situazione come questa. Eppure qualcosa in questo frangente non ce lo mostra più come l’uomo che abbiamo sempre creduto fosse, il padre padrone che ha tormentato i suoi figli. È soltanto un uomo come tanti, un uomo di una notevole pochezza morale che ama gonfiarsi di falsi ideali. Dov’è finito tutto il suo rigore? Soltanto un uomo terribilmente patetico finisce a letto con la donna che aveva giurato di impiccare se solo suo figlio l’avesse vista ancora. Questo però non deve portarci a pensare che la fine di Tywin possa avere un impatto positivo su Tyrion, anzi tutt’altro. Si trattava pur sempre di suo padre e, suo malgrado, in un modo incredibilmente masochistico, Tyrion gli aveva voluto bene. Aveva sperato, invano, da sempre di ricevere un minimo gesto d’affetto ma ormai servono a ben poco le parole di un uomo morto.
And now the rains weep o’er his hall and not a soul to hear.
Il leone è morto, da adesso in poi tutto può succedere.
Non è certo stata una buona annata per i Lannister, che sia l’inizio della fine? Non certo per Varys che, come sempre, è lì a muovere i fili di tutto quando meno te l’aspetti. Certamente adesso le cose potrebbero farsi complicate anche per lui. È tempo di abbandonare King’s Landing e chissà quando lo rivedremo. Le strade dei vari personaggi continuano a separarsi tra loro e tutti si inoltrano in sentieri impervi e sconosciuti. Tyrion e Varys non sono gli unici a partire, Arya è in cerca di un passaggio per il Nord ma ciò che troverà sarà l’opportunità di una nuova vita verso Braavos, un luogo a lei sconosciuto eppure così familiare. Un luogo che porta con sé il ricordo di volti amici, Syrio Forel e Jaqen H’ghar, l’unica parvenza di speranza. E con una colonna sonora che migliora nota dopo nota, salutiamo Arya e Game of Thrones anche per quest’anno.
So che molti di voi, come me d’altronde, aspettavano qualcosa o qualcuno in particolare. Io sono in attesa da almeno due stagioni e ormai temo che le nostre aspettative non saranno mai rispettate, sono sul punto di rinunciare. L’attesa fino alla prossima stagione sembra quasi senza senso. Nonostante ciò, credo che tagliare del tutto alcune parti della storia sia ingiustificabile, ma diamo tempo al tempo, se sarà il caso approfondiremo poi.
We don’t speak but we remember!

aryaleaving

Siamo giunti al termine di questa stagione che è stata straordinariamente caratterizzata da un’incredibile quantità di momenti elevatissimi. Il Purple Wedding, lo spoiler degli spoiler del Re della Notte, Sansa e i castelli di neve, Alayne Stone e i voli delle aquile, Jaime, Jaime, Jaime, Jon e Melisandre e tanto altro. Insomma un susseguirsi di momenti epici. Certo, i difetti non mancano mai ma per questa stagione possiamo ritenerci soddisfatti. Personalmente non saprò più cosa farne della mia misera vita da oggi in poi. Nessun telefilm al mondo, per quanto eccezionale, potrà mai equiparare l’affetto e la passione che mi lega a Game of Thrones.

VALAR MORGHULIS, AMICI MIEI!

Nessun promo, purtroppo. L’appuntamento è all’anno prossimo. Per qualsiasi tipo di astinenza e sindrome d’abbandono consultare le seguenti pagine:

Game of Thrones – Italian fans e Game of Thrones – Italian fans blog

Game of  Thrones Italy

Nikolaj Coster – Waldau Italia

Jon Snow The Bastard Italia

Team Sansa

Le migliori frasi de “The Game of Thrones” 

 

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